Mastoplastica Additiva: Foto Prima e Dopo vs. Risultati a Lungo Termine
In occasione dell’ultimo congresso nazionale Aicpe, i chirurghi qui riuniti hanno discusso ampiamente su una tematica quanto mai attuale grazie alla popolarità sempre più grande dei social. Si tratta delle innumerevoli foto “prima e dopo” gli interventi di mastoplastica additiva, molto spesso investite con il potere di decidere se e con chi sottoporsi a questa operazione. Un altro tema affrontato durante il congresso è quello delle app che permettono grazie alla realtà aumentata di “vedersi” con un seno più grande, espandendo di molto i limiti dell’immaginazione. Tuttavia, a entrambi questi strumenti manca qualcosa di fondamentale: la dimensione del e della prospettiva a lungo termine, molto spesso elementi trascurati nelle visite pre-operatorie con i chirurghi.
Le Foto Prima e Dopo: Il Pericolo delle Aspettative Immediate
Le foto del “prima e dopo” intervento spopolano tra le pagine social del settore della chirurgia estetica, e molto spesso sono proprio queste a costituire l’elemento chiave che convince le donne fare questo passo e sottoporsi all’operazione. Ma possiamo considerare affidabile uno scatto effettuato poco dopo l’intervento per fornirci un’aspettativa realistica su quali saranno i risultati nel lungo termine? Non c’è forse il rischio di illudersi troppo? Per non parlare delle immagini virtuali di realtà aumentata generate da certe app che, a volte, ci portano un po’ troppo lontano con la fantasia. Come possiamo, quindi, avere un’aspettativa realistica sui risultati che possiamo ottenere con la mastoplastica additiva?
È intorno a queste questioni che i chirurghi si sono concentrati durante l’ottavo congresso nazionale dell’Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe), fornendo delle chiarificazioni e delle raccomandazioni molto utili grazie alla loro esperienza e competenza.
L’Importanza della Prospettiva a Lungo Termine nella Mastoplastica Additiva
Quando inseriamo una protesi nel nostro corpo, si può creare una reazione per cui, con il passare del tempo, il seno può cambiare completamente la sua forma e le sue caratteristiche, afferma il chirurgo plastico Mario Pelle Ceravolo, specialista in Chirurgia Plastica presso l’Università di Rio de Janeiro e allievo di Pitanguy, uno dei chirurghi plastici più famosi del mondo. Per questo motivo, non solo le foto “prima e dopo l’intervento” non sono un metro di valutazione affidabile, ma è il chirurgo stesso che ha il dovere di esporre chiaramente al paziente la possibile evoluzione della forma del seno e i cambiamenti che le protesi possono avere.
Insomma, continua il dottor Pelle Ceravolo, è di grande importanza valutare soprattutto i risultati a lungo termine, e non solamente l’effetto immediato dell’operazione. Non dobbiamo dimenticare che “l’organismo reagisce in maniera diversa a ogni protesi”, e quindi i risultati, anche se possono sembrare eccezionali nell’immediato, possono peggiorare nel tempo. Per questo motivo, è importante discuterne bene con il chirurgo durante le visite pre-operatorie, ed è dovere di quest’ultimo illustrare tutti i possibili scenari, per evitare che le pazienti si aspettino risultati non realistici. Occorre quindi inserire il fattore tempo nell’equazione, quando ci affacciamo a un’operazione di questo tipo e dobbiamo prendere una decisione al riguardo.
Alla luce di queste raccomandazioni, diventa chiaro che, quando stiamo valutando se sottoporci a una mastoplastica additiva, è importante chiedere al chirurgo non solo di mostrarvi le foto “prima e dopo l’intervento”, ma soprattutto delle immagini di uno, due, o anche cinque anni dopo. La mastoplastica, infatti, è un intervento che deve durare per un lungo periodo: non è un’avventura di una notte, bensì un matrimonio - o perlomeno una relazione a lungo termine - afferma Mario Pelle Ceravolo. Continua avvertendo di stare molto attente a quei chirurghi che offrono interventi a prezzi molto bassi, in quanto un intervento del genere non può basarsi solamente su una valutazione dei costi, ma sulla qualità delle protesi, competenza del chirurgo, e sulla durata dei risultati nel lungo termine. Infatti, alcuni di questi interventi low cost sembrano garantire risultati discreti nel brevissimo termine, ma è proprio la capacità di mantenere un buon risultato nel tempo quello che fa la differenza tra un buon intervento da uno, per così dire, “da saldo”, conclude il dottor Pelle Ceravolo.
La Scelta della Taglia delle Protesi: Considerazioni a Breve e Lungo Termine
Uno dei fattori più importanti da tenere in considerazione nella mastoplastica additiva è il risultato che si ottiene nella parte bassa del seno, il cosiddetto polo, o quadrante, inferiore. Il polo inferiore del seno è contemporaneamente la parte più delicata del seno, in quanto è quella che più è soggetta a possibile ptosi e lassità, e la parte che più lo rende bello, spiega il dottor Adriano Santorelli. La scelta della taglia della protesi è molto importante, in quanto taglie più grandi - dalla quarta in su, ma anche dalla terza se la paziente è minuta - possono avere un’evoluzione diversa nel tempo, soprattutto nella parte del polo inferiore, maggiormente soggetta a sviluppare un calo. Sartorelli continua invitando le pazienti a lasciarsi consigliare dal chirurgo anche in merito alla taglia più opportuna per il proprio corpo, sia in base alla propria altezza e peso che allo stile di vita. Infatti, l’invecchiamento del quadrante inferiore del seno non è uguale per tutte, e più manifestarsi in maniera più importante in donne che tengono a ingrassare e dimagrire spesso, e in giovani che non hanno ancora avuto un’eventuale gravidanza.
Aspettative e Realtà: Mastoplastica Additiva e l'Evoluzione Naturale del Seno
Non si tratta di spaventare le pazienti, ma piuttosto di essere trasparenti fin dall’inizio in merito a tutti gli sviluppi possibili. E quando si tratta di protesi di grossa taglia, è più probabile che si verifichino dei peggioramenti nel quadrante inferiore del seno: Santorelli invita quindi i chirurghi ad affrontare questo tema fin dalla prima visita. Un altro elemento da tenere in considerazione quando si considerano i risultati a lungo termine è il tipo di protesi che si sceglie: se, da un lato, le protesi lisce sembrano offrire un risultato attraente nell’immediato, sono quelle in poliuretano a garantire risultati più duraturi e stabili, limitando la lassità del polo inferiore che può verificarsi con il passare degli anni.
Ricostruzione del Seno: Sfide e Scelte Dopo una Mastectomia
Un altro grande tema affrontato nel convegno di Firenze riguarda i cambiamenti del seno nelle donne che hanno avuto un tumore al seno, e che hanno quindi subito una mastectomia. Il chirurgo plastico Barbara Cagli, Chirurgo Plastico, Ricostruttivo ed Estetico referente della Breast-Unit del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, ci illumina in questo ambito, portando l’attenzione verso alcune delle complicazioni che queste pazienti possono incontrare. Una di esse è il BIA-ALCL, o linfoma anaplastico a grandi cellule associato a protesi mammarie, una malattia che come dice il nome, vede l’insorgenza di un linfoma - un tumore del sistema linfatico - vicino a una protesi mammaria. La dottoressa spiega che questa malattia, nonostante abbia ricevuto grandissima attenzione negli ultimi anni, è estremamente rara (il Ministero della Salute parla di 4 casi su 100.000 pazienti). Per questo motivo, è importante che il discorso sulle possibili malattie rare non vada, per così dire, a oscurare, altre tematiche, come ad esempio la scelta della tipologia di impianto da utilizzare.
Ad Ogni Donna il Suo Implant: Personalizzazione della Protesi Mammaria
In conclusione, anche la dottoressa Cagli insiste sull’importanza della completa ed esauriente informazione in merito al tipo di protesi utilizzate e alle diverse tecniche ricostruttive disponibili, per poter permettere alle pazienti che hanno subito una mastectomia di effettuare una scelta quanto più possibile consapevole. Continua affermando che non è sempre vero che l’impianto a superficie liscia sia il migliore, ma che molte volte è invece meglio optare per un impianto rugoso, che aderisce meglio alle superfici circostanti e che spesso presenta meno complicazioni. Ogni corpo è diverso e ha quindi necessità differenti, e quindi, spiega la dottoressa Cagli, “non esiste l’impianto migliore, ma quello giusto ogni singola paziente”.
Bibliografia
Prima e dopo la mastoplastica, quanto durano i risultati? - ultimo accesso: 3/8/23