E la palpebra crolla inesorabilmente...
È inevitabile che con l’età i tessuti cutanei del viso perdano la loro tonicità e tensione, appesantendo lo sguardo e facendo inesorabilmente cadere le palpebre verso il basso, conferendo un aspetto stanco e triste agli occhi e con essi a tutto il viso. L’intervento che mira a risolvere tutto questo è chiamato blefaroplastica e il Dott. Alfio Scalisi - specialista in Chirurgia Plastica ed Estetica che opera a Catania da ormai moltissimi anni - ci aiuta a scoprire tutti i dettagli sulla procedura e sui risultati di questo intervento.
Bentrovato Dott. Scalisi! Iniziamo subito dal principio: come si svolge l’intervento di blefaroplastica?
L'intervento prevede una anestesia locale delle palpebre, alla quale seguono l’incisione e l’asportazione della cute in eccesso e, infine, la sutura. È un procedimento molto semplice a parole, ma in realtà molto delicato nella sua esecuzione; i risultati sono eccellenti e i punti possono essere tolti anche dopo quattro giorni (sempre in base al soggetto). La cicatrice non sarà visibile, poiché cadrà nella normale piega palpebrale.
La blefaroplastica è un’operazione che serve solo a correggere la lassità delle palpebre superiori o è indicato anche per trattare e migliorare l’aspetto delle palpebre inferiori?
L’intervento è indicato per entrambe, sia per le palpebre superiori che per quelle inferiori. Però a differenza delle superiori, talvolta quelle inferiori, oltre alla exeresi cutanea, necessitano di uno svuotamento delle borse adipose sotto orbicolari.
Quindi la blefaroplastica elimina anche occhiaie e borse sotto gli occhi?
L’ obiettivo dell’intervento è quello di ringiovanire le palpebre e anche lo sguardo, conferendo un viso molto più giovane nel suo complesso.
Ci possono essere rischi o effetti collaterali con questa procedura? Cosa si può fare per ridurre al minimo i loro effetti?
Gli effetti collaterali possono essere la secchezza oculare iniziale nel post operatorio. I rischi, invece, sono legati alla eccessiva exeresi cutanea, che può portare l’occhio a non chiudersi bene; tuttavia questo rischio è scongiurato da un calcolo preciso e attento del disegno preoperatorio su cui il chirurgo si baserà per l’intervento.
La blefaroplastica si può abbinare anche ad altre procedure sia chirurgiche che non chirurgiche?
Generalmente alla blefaroplastica si associa un laser per portare un ringiovanimento ulteriore della cute ed un eventuale assottigliamento delle cicatrici, che comunque non sarebbero visibili.
Quali sono le caratteristiche e l’età del paziente tipo per un intervento di blefaroplastica?
Il paziente riferisce palpebre calanti ed un aspetto del volto sempre stanco, nonostante riferisca di aver riposato bene. Inoltre, la cute in eccesso è, a volte, facilmente plicabile con le dita.
La chirurgia è l’unica via risolutiva per questo inestetismo o ci sono anche altre tipologie di trattamenti, magari meno invasivi della vera e propria chirurgia?
Solo la laser terapia può dare qualche risultato, ma generalmente la chirurgia permette di garantire un risultato che, senza essere invasivi, non sarebbe altrimenti raggiungibile.
In quali casi è preferibile procedere con un intervento chirurgico e in quali, invece, si può optare per un trattamento meno invasivo?
Se si ha una leggerissima ptosi magari si opta per un trattamento non chirurgico. Se è eccessiva chiaramente non si può pretendere dalla medicina estetica un risultato miracoloso, si opta quindi per la chirurgia.
Come funziona la laserterapia per ridurre la lassità delle palpebre?
Generalmente, si fanno dei passaggi di laser in 2 o 3 sessioni, o in più volte a seconda dei casi, nell’arco di un anno. Al trattamento si associano spesso anche delle creme specifiche.
Il laser e il Plexr sono la stessa cosa? Quali sono le differenze tra queste due metodologie?
Il Plexr sfrutta una energia al plasma, al posto della energia luminosa utilizzata invece con il laser. Tecnologia a parte, non ci sono particolari differenze da sottolineare in riferimento al risultato.
È possibile impiegare i fili tensori per le palpebre cadenti?
In passato si utilizzavano spesso i fili tensori, ma i risultati poco duraturi li hanno portati a un maggior disuso ultimamente, ma chiaramente possono essere utilizzati se il paziente preferisce questa soluzione.
Quali sono i consigli che offre ai suoi pazienti per ottenere il massimo dei risultati da questo tipo di trattamenti?
Rispettare quanto più possibile la terapia e non fumare, poiché il fumo rallenta e peggiora la guarigione delle cicatrici.