La mastectomia bilaterale nei pazienti transgender
La disforia di genere è, oggigiorno, molto più conosciuta e accettata rispetto al passato. La società è ogni volta più cosciente del fatto che non tutti si sentano identificati con il sesso assegnato alla nascita e che, quindi, hanno tutto il diritto di cambiarlo.
Il cambio di sesso è un processo molto delicato che non può essere realizzato da un giorno all'altro. Ai pazienti deve essere diagnosticata una disforia di genere persistente per poter cominciare ad assumere ormoni e successivamente accedere a un intervento chirurgico che cambi gli attributi fisici che possano caratterizzarli come donne o viceversa. Una delle operazioni consiste nell'estirpazione del seno in caso delle donne il cui sesso non corrisponda con l'identità di genere. Questo intervento viene chiamato mastectomia bilaterale, ed è l'argomento di cui parleremo in quest'articolo.
In cosa consiste la mastectomia bilaterale?
Quest'intervento si realizza anche in certi casi di cancro al seno, in maniera preventiva se esiste un alto rischio di soffrire questa malattia. Anche se in queste occasioni, dopo l'eliminazione del tessuto mammario colpito da tumore, si fa una ricostruzione dello stesso. In quest'occasione ci concentreremo sull'intervento realizzato per un cambio di sesso.
Per chi ha le caratteristiche fisiche di una donna ma che si sente identificata con il genere maschile, il seno diventa un grave problema, per cui la cosa più comune è affrontare un intervento chirurgico. La mastectomia bilaterale è l'intervento chirurgico che si occupa di ridurre la dimensione del seno e creare dei pettorali dall'aspetto maschile.
L'intervento si può dividere in due parti. Nella prima parte, si pratica l'estrazione del tessuto mammario. Si estirpa il grasso che forma il petto affinché la zona sia piatta. Nella maggior parte dei casi, non basta eliminare il tessuto mammario affinché il petto assomigli a quello di un uomo. Per questo motivo, la seconda parte dell'intervento implica l'introduzione di protesi che aiutino a rimodellare il petto, ampliando la zona pettorale.
In realtà, si realizza una mastectomia sottocutanea per poter conservare i capezzoli e le areole mammarie, che saranno adattate alla nuova dimensione e taglia del seno.
La tecnica impiegata per realizzare l'operazione dipende dalla taglia del seno. Se si tratta di un seno piccolo, di solito si realizza un intervento periareolare: il tessuto mammario si estrae attraverso una piccola incisione, in maniera che le cicatrici siano minime. Invece, per il seno più voluminoso si pratica una tecnica periareolare ampliata, intervenendo dalla zona periareolare alle ascelle. Le cicatrici sono più visibili, ma con il passare del tempo si possono dissimulare evitando di depilare la zona del petto.
Come si realizza l'operazione e quali risultati si ottengono?
L'intervento si realizza con anestesia generale e la cosa normale è che duri dalle due alle quattro ore. Il paziente dovrà trascorrere la prima notte in ospedale; se tutto scorre normalmente, il giorno successivo potrà tornare a casa per continuare la convalescenza.
Una volta che la zona sia curata, il paziente avrà un torso dall'aspetto maschile. Le cicatrici saranno, inizialmente, abbastanza visibili, ma si dissimuleranno con il passare del tempo.
In alcune occasioni, una volta che le incisioni praticate sono completamente cicatrizzate, si potranno notare pieghe vicino l'areola o alcune piccole imperfezioni del capezzolo. Questi problemi si possono correggere attraverso interventi chirurgici secondari, che avranno un carattere ambulatoriale e si realizzeranno con anestesia locale.
Com'è il post operatorio?
In tutte le operazioni che colpiscono la zona del seno, il paziente deve osservare riposo assoluto per circa tre giorni. A partire dal quarto o quinto giorno, già potrà recuperare, gradualmente il suo ritmo normale di vita. Dovrà, però astenersi dal prender peso per alcune settimane.
Nel caso concreto della mastectomia bilaterale, si colloca in ogni seno un drenaggio per facilitare l'uscita del liquido. I drenaggi si ritirano in un termine di 48 ore. Da quest'istante, il paziente dovrà usare una fascia o banda compressiva, o anche una camicetta che comprima per un periodo di tre o quattro settimane. Usare questo tipo di indumenti è assolutamente fondamentale durante la fase di recupero, poiché la pressione esercitata sulla zona trattata evita che compaiano ematomi e permette anche che la pelle che si trova in processo di recupero, aderisca dove deve.
In poche settimane, il processo di recupero è totale, e il paziente può realizzare già ogni tipo di attività. Ma tuttavia deve essere cauto con le cicatrici. Bisogna considerare che il processo di cicatrizzazione è sempre più lungo di quello che ci si possa aspettare. Inizialmente, è normale che la zona in cui è stata realizzata l'incisione sia rossa o anche infiammata, anche se è del tutto curata. È un processo totalmente naturale. In questo modo, se non ci sono problemi, l'aspetto andrà migliorando con il passare del tempo.
Affinché il processo di cicatrizzazione si sviluppi adeguatamente e che, con il passare del tempo, le tracce della mastectomia bilaterale siano minime, gli specialisti raccomandano mantenere sempre le cicatrici ben idratate e prendere precauzioni prima di esporsi al sole.
Durante le prime settimane, e anche durante i primi mesi dopo l'operazione, è totalmente sconsigliato esporre la pelle del petto direttamente al sole, anche se viene usato un buon protettore solare. In alcuni casi, questa raccomandazione si estende fino a dopo un anno dall'operazione. Anche in quei casi in cui la cicatrizzazione sia completamente terminata. Bisogna considerare che il sole può alterare il tono della pelle facendolo diventare più marcato nei punti dove sono le cicatrici. Per questo si raccomanda sempre l'uso di un protettore solare di qualità, con alto fattore protettivo.
Se le cicatrici vengono curate bene, trascorsi alcuni anni, le stesse saranno appena visibili e il paziente potrà sfoggiare pettorali maschili con normalità.
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