L'importanza del confinamento

L'importanza del confinamento
Chirurgo plastico ed estetico, ha prestato servizio professionale fino al 2001 presso l'Ospedale Niguarda di Milano. Fa parte equipe medica che ha sperimentato la prima pelle artificiale in Italia.
Creazione: 3 apr 2020 · Aggiornamento: 3 apr 2020

In Italia, così come in tantissimi altri Paesi del mondo, sono state adottate misure di isolamento e distanziamento sociale che possono sembrare molto dure, ma che sono indispensabili per poter arrestare la propagazione del Coronavirus. Il Dottor Gianluca Campiglio, specialista in Chirurgia Plastica e in Microchirurgia, ci spiega in questa intervista perché dobbiamo stare a casa e perché è davvero fondamentale rispettare queste misure.

Perché quando scoppia una pandemia è così importante rimanere a casa?

L’isolamento a casa ed il distanziamento sociale in generale sono misure molto importanti nel corso di qualsiasi epidemia per la salvaguardia della propria salute e di quella delle altre persone in quanto limitando i contatti attraverso cui si propaga la malattia si riduce il rischio di essere infettati o di infettare qualcun altro.

Qual è l’obiettivo che si cerca di ottenere attraverso queste misure?

L'obiettivo di questa restrizione è il contenimento dell’epidemia dal momento che riducendo il numero delle persone contagiate il virus ha meno possibilità di diffondere nella popolazione. Il virus, infatti, non è un organismo in grado di vivere da solo (come ad esempio i batteri) ma ha bisogno di persone infettate per poter sopravvivere e continuare a circolare. Si calcola che nel caso del Nuovo Coronavirus, responsabile della Covid-19, ciascuna persona infetta, anche se asintomatica, può contagiarne fino a 4-5, ossia tre volte di più quello che avviene per la comune influenza. Si tratta quindi di una malattia molto contagiosa che necessita di misure coercitive adeguate per essere sconfitta.

Per quanto tempo ancora potrebbe essere necessario adottare queste misure di sicurezza?

Difficile dare una risposta precisa perché i focolai epidemici in Italia non sono tutti allo stesso stadio di diffusione nella popolazione. Il nord Italia, ad esempio, è certamente più avanti essendo stato colpito per primo e quindi è possibile che le limitazioni vengano rimosse prima in questa zona del paese. Le autorità sanitarie stanno monitorando attentamente l’andamento dei contagi e presto avremo notizie più precise in merito. Certamente il ritorno alla vita normale dovrà essere lento e graduale per evitare il rischio di una ripresa dei contagi. Probabilmente assisteremo ad una fase di transizione tra la situazione attuale e quella a cui eravamo abituati solo qualche mese fa in cui permarranno alcune limitazioni ma molte altre saranno rimosse. Questo periodo potrebbe durare anche parecchie settimane.

Perché non è neanche possibile recarsi all’aperto, per esempio in un parco, in spiaggia o in campagna?

Se tutti ci recassimo all’aperto ci sarebbe molta gente per strada e quindi il virus potrebbe diffondersi più facilmente tra la popolazione aumentando il numero delle persone infettate. La misura del contenimento dell’infezione funziona solamente se si riducono ai casi urgenti o essenziali (come fare la spesa o comprare delle medicine) i motivi dell’allontanamento da casa. Qualsiasi altra ragione per uscire di casa non è indispensabile e può contribuire ad aumentare il contagio.

Perché la distanza di sicurezza deve essere di almeno 1 metro?

È stato dimostrato che il Coronavirus, come molti altri virus influenzali, si trasmette principalmente attraverso le goccioline di saliva in sospensione nell'aria. Queste microscopiche particelle prendono il nome di "particelle di Flügge" (dal nome dello scienziato che le ha descritte per primo) e vengono rilasciate dalla persona infetta tramite uno starnuto, un colpo di tosse oppure, come nel caso degli individui asintomatici (cioè che non presentano alcun sintomo), anche con l’aerosol che produciamo mentre parliamo. In una recente ricerca della Virginia Tech del Maryland (USA) è stato calcolato che il virus liberato con uno starnuto può raggiungere una velocità di 160 km orari e contenere 40 mila goccioline di saliva mentre nel colpo di tosse le particelle infette sono circa 3 mila e viaggiano al massimo a 80 chilometri all'ora.

Non c’è accordo tra gli esperti sulla distanza alla quale stare per non essere raggiunti da queste particelle anche se molti ritengono che la maggior parte dell’aerosol diffonda nell’aria per circa 1 metro dall’individuo che lo emette ed ecco perché una distanza almeno di 1,5 metri (meglio ancora 2 metri) è considerata relativamente sicura. Fondamentale è che chi starnutisce o tossisce si copra la bocca o il naso possibilmente utilizzando un fazzoletto usa e getta o la piega del gomito.

curva contagi covid19

Rappresentazione simbolica della differenza proporzionale dei contagi con o senza isolamento sociale.

Perché non è possibile andare in ospedale per stare accanto a un parente ricoverato?

Il Covid-19, la malattia trasmessa dal Nuovo Coronavirus, è molto contagiosa. Recarsi in Pronto Soccorso o in Ospedale per stare accanto a un parente ricoverato è molto pericoloso e può provocare il contagio dell’accompagnatore o di altri pazienti sani se l’accompagnatore è infetto con un allargamento dell’epidemia. I medici e gli infermieri che necessariamente assistono i pazienti sono protetti da guanti, occhiali, tute, caschi e mascherine speciali ma ciò nonostante rischiano la loro vita tutti i giorni. L’isolamento in Ospedale dei pazienti rende ancora più triste la malattia in quanto i malati non possono contare sul supporto psicologico dei familiari anche se le tecnologie moderne possono aiutare in molti casi a ridurre le distanze.

Quali norme di sicurezza bisogna seguire quando siamo costretti a uscire, per esempio per portare a spasso il cane o per fare la spesa?

Fino alla revoca delle misure di contenimento dell’epidemia l’uscita da casa deve essere assolutamente limitata alle reali necessità di vita quali ad esempio l’acquisto di cibi, bevande, farmaci oppure l’espletamento dei bisogni fisiologici del proprio cane. Anche in questi casi il tempo trascorso fuori casa deve essere ridotto al minimo indispensabile. Si deve evitare un contatto ravvicinato (inferiore a 1 metro) con altre persone ed è consigliato indossare mezzi di protezione individuale come maschere e guanti monouso, soprattutto se ci si reca in un negozio o supermercato. Al rientro si devono lasciare le scarpe fuori dall’appartamento, si devono rimuovere con cura i guanti e la mascherina e si devono lavare abbondantemente le mani con acqua e sapone. Poiché il virus sopravvive a lungo nell’ambiente si deve fare attenzione anche con i pacchi e gli altri oggetti che si portano a casa.

Chi sono le persone che devono prestare più attenzione alle indicazioni di isolamento?

Tutti sono a rischio di infezione da Coronavirus e quindi di sviluppare la malattia ma una attenzione particolare va prestata dai soggetti più deboli come ad esempio gli anziani e le persone che soffrono di malattie croniche (ad esempio diabete) o di immunodepressione sia congenita che indotta da farmaci. Anche le donne in gravidanza devono stare attente in quanto i possibili effetti della malattia sulle gestanti non sono ancora del tutto chiari.

Cosa possiamo fare, secondo Lei, per sopportare meglio questa “reclusione”?

Ciascuno reagisce in modo diverso a questa situazione stressante. Siamo passati improvvisamente da uno stile di vita in cui lo spazio era illimitato ed il tempo ci mancava sempre ad una condizione quotidiana in cui invece, al contrario, siamo costretti in uno spazio piccolo ed abbiamo un sacco di tempo a disposizione. Personalmente ho cercato di mantenere le solite abitudini e quindi mi alzo presto la mattina e non faccio tardi la sera. La giornata la divido in fasce cercando di dedicare un tempo equivalente alla famiglia, al lavoro/studio ed alla forma fisica.

Chi vive da solo vive con ulteriore disagio l’attuale situazione di distanziamento sociale. Quali sono i suoi consigli per chi si trova in questa situazione?

Vivere da soli non aiuta ad affrontare queste limitazioni per l’aspetto sia psicologico (si è soli, senza nessuno con cui condividere le ansie e le paure che ne derivano) che pratico (molte persone sole sono anche anziane o ammalate e quindi hanno maggiori difficoltà ad uscire di casa). Molto importante in questi casi è mantenere un contatto quotidiano con amici e parenti, utilizzando il telefono o il computer. Anche i vicini di casa sono un aiuto importante, soprattutto se non possiamo uscire di casa per fare la spesa o portare fuori il cane.

Le è capitato di essere contattato dai suoi pazienti per avere rassicurazioni in merito a questa situazione?

Anche se in questo periodo il mio studio è chiuso al pubblico ricevo tutti i giorni telefonate o email di pazienti che vogliono essere rassicurate sulla pandemia e che molto carinamente chiedono anche notizie mie e delle mie segretarie. Molti pazienti chiedono informazioni sui vari tipi di interventi chirurgici o trattamenti medici e le mie segretarie rispondono tempestivamente a qualsiasi richiesta. Un principio fondamentale nella mia attività professionale è sempre stato quello di lavorare nella massima sicurezza dei miei pazienti e quindi spiego loro perché è necessario in questo periodo rimandare gli interventi chirurgici. A tutti diciamo che siamo pronti a ricominciare con più energia e più entusiasmo non appena torneranno ad esserci le condizioni per farlo in massima sicurezza.

Quali sono le cure e a che punto è il vaccino contro il Covid-19?

Innanzi tutto bisogna dire che nella maggior parte dei casi la malattia ha un decorso breve e con sintomi lievi. Per i pazienti più sfortunati, quelli che sviluppano una malattia più grave, caratterizzata da una importante compromissione della respirazione, tanto da dover essere ricoverati nei reparti di terapia intensiva, non esiste purtroppo ancora una cura efficace. Si stanno sperimentando associazioni di diversi farmaci antivirali ed antiinfiammatori ma ancora mancano dati definitivi. Per quanto riguarda il vaccino, che sicuramente sarà un punto di svolta nella prevenzione di questa malattia, molti laboratori in tutto il mondo ci stanno già lavorando e si conta di arrivare ad un suo utilizzo di massa nel giro di 12-24 mesi.

Dott. Gianluca Campiglio

Dottor Gianluca Campiglio,

Specialista in Chirurgia Plastica

Specialista in Microchirurgia

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