Labiopalatoschisi: genitori e medici raccontano
Grazie alle spiegazioni di un medico che da anni si occupa di questa malformazione in Italia ma anche in missione con Emergenza Sorrisi nei paesi più vessati del mondo come l'Iraq, e alla testimonianza di due gentilissime mamme che ci hanno raccontato la loro esperienza con la malformazione del figlio, vi raccontiamo tutto quello che volevate sapere sulla labiopalatoschisi.
Come spiega il Dott. Lapalorcia si tratta di una malattia genetica più che ereditaria
I bambini che sono affetti da tale patologia vanno incontro a problemi svariati. La bocca e il naso sono gli organi di funzioni vitali come alimentazione e respirazione, ma soprattutto sottolinea il dottore e
Una cosa da non sottovalutare, il peso nella vita relazionale che comporta il problema non tanto nel bambino quanto nei genitori, che spesso comporta vergogna, sino ad esclusione sociale, come ci racconta Ombretta, mamma di Francisco, nato con doppia labiopalatoschisi in Monzambico:
Sempre secondo il Dott. Lapalorcia " è molto importante inquadrare i pazienti da un punto di vista multidisciplinare con partecipazione di pediatra, neonatologo, chirurgo plastico, otorino o maxillofacciale, logopedista, dentista, assistenza psicologica a genitori e bambini in crescita, l’informazione ai genitori e la disponibilità dei servizi sono essenziali affrontare correttamente la patologia e gli interventi ricostruttivi."
Come spiega il Dott. Lapalorcia in Italia siamo fortunati ad avere servizi di diagnosi precoce. I genitori nella quasi totalità dei casi già dalle ecografie del 3 mese sono al corrente del fatto che avranno un bambino con un problema congenito alla nascita, la cui entità è già nota ancor prima che nasca. Quando incontro i genitori non entro normalmente nel tecnico delle cause, mi sofefrmo su quello che si può fare dando ai genitori il massimo della speranza.
Ma non sempre va così, Patrizia dell'associazione mamma aiuta mamma, infatti sa del problema del bimbo solo al momento del parto, e ci racconta la sua reazione:
Come ci spiega Luigi Lapalorcia: " l’intervento di chiusura del palato con lembi locali di mucosa e la correzione di labioschisi è quello principale. Normalmente e nel corso della vita del paziente poi si possono fare per migliorare il risultato numerosi ritocchi tipo rinoplastica, revisioni di cicatrice, chiusura di fistole oro nasali, innesto adiposo e di cellule staminali su esiti cicatriziali oltre ad interventi di chirurgia orale per dotare i pazienti di una dentizione adeguata, sedute di logopedia e riabilitazione fonatoria"
Importantissima è la comunicazione con i genitori, infatti in fase di colloquio preoperatorio con i familiari il dottore sottilinea l'importanza di proiettare su un monitor un diagramma dell’intervento in cui si rende chiaro quali sono i tessuti che vengono mobilizzati per ricostituire le unita funzionali di labbro naso e palato.
Esistono linee guida variabili da centro a centro ma in linea di massima nei paesi industrializzati si tende ad eseguire gli interventi tra il 4° e l’8° mese di vita del neonato.
Ma in Italia siamo fortunati, per Ombretta, il cui bimbo è stato operato grazie ad una missione di Emergenza Sorrisi in Monzambico, è stato necessario aspettare sino ai due anni.
La storia di Ombretta è Francisco è la storia dell'incontro fra una mamma e un bimbo malato in una delle zone più povere del mondo:
Il problema di Francisco infatti ci racconta Ombretta era soprattutto mangiare, aveva bisogno di alimentarsi poco e spesso ma soprattutto lentamente. Francisco è stato operato quando aveva già due anni ed aveva raggiunto il peso giusto per non essere a rischio durante l’operazione, prima una signora doveva assisterlo per magiare. Non riusciva a chiudere la boccuccia e a ciucciare il biberon, la bocca gli si riempiva di latte, gli andava nel naso e non respirava. Aveva bisogno di qualcuno che lo nutrisse poco a poco.
Diversissima invece l'esperienza di Patrizia, mamma che ha affrontato il problema in Italia:
Al Dott. Luigi Lapalorcia che si è messo a nostra disposizione abbiamo chiesto anche quali sono le domande che i genitori fanno più spesso, cosa li spaventa di più?
Hanno paura di non essere in grado di assistere al meglio il bimbo nell’immediato postoperatorio, temono che avrà difficoltà a nutrirsi, hanno paura di rimuovere una crosticina superficiale dalla ferita.
Infatti come racconta Patrizia la difficoltà maggiore è stata la reazione spaventata del suo compagno:
Fortunatamente, alla fine ha accettato di portare nostro figlio, Mauro, dove consigliava mia cugina Marcella. Mauro ha avuto una correzione eccellente e io ho avuto anni di fatica emotiva enorme per tutta questa storia di ragioni e di torti"
Mentre per Ombretta, è stato del tutto diverso, le sue paure erano legate all'intervento:
Era comunque un bimbo piccolo che subiva un’operazione e rischi ce ne sono sempre, ma ci è stato detto che operando la doppia palatoschisi si ottengono di solito risultati migliori a livello estetico.
Oggigiorno si parla sempre di più di fornire assistenza psicologica ai genitori dei bimbi che hanno questa malformazione, ma una volta non era un'ipotesi nemmeno contemplata. Come ci racconta Patrizia:
"Mio figlio è stato seguito in modo eccellente dal punto di vista ortodontico e chirurgico. Io non sono stata seguitai genitori, qualche anno fa, non erano considerati come qualcuno di cui occuparsi. Per cui, al di là della generosità personale di alcuni medici meravigliosi (la adorabile ortodontista di Mauro in primis), all'epoca non veniva considerato necessario investire tempo, parole ed energia sui genitori. Qui, Internet ha portato un cambiamento.
Allora, piano piano, hanno incominciato a fare qualche incontro informativo. Mezz'ora è tanto, magari dieci minuti possono bastare, mi diceva un medico del centro dove è stato operato mio figlio. Vabbè. Da noi si dice "piuttosto di niente, è meglio piuttosto..."
Certamente diversa l'esperienza di Ombretta che ha potuto contare solo sulla gentilezza dei medici della missione:
"I medici di emergenza sorrisi purtroppo non possono rimanere molto nella missione, rimangono circa una settimana ed operano più persone possibili, ma per quello che hanno potuto ci hanno spiegato bene cosa stava per succedere"
Ma come spiega il Dott. Lapalorcia non esistono rischi importanti per l'intervento:
Come racconta Patrizia, l'esperienza con l'operazione non è particolarmente traumatica:
Come spiega il Dott. Lapalorcia "Normalmente si somministra una profilassi antibiotica perioperatoria e il periodo postoperatorio si svolge nel corso di una degenza di 2-3 giorni. Si utilizzano dei punti auto dissolvibili o comunque molto sottili e da rimuovere dopo 6-7 giorni e si medicano le ferite del labbro con pomate antibiotiche, creme cicatrizzanti cerotti o collanti a seconda delle abitudini del chirurgo.
La stessa cosa la confermano le due mamme, che vogliono rassicurare i genitori che stanno affrontando lo stesso cammnino con il loro bimbo:
Anche Patrizia aggiunge:
Ombretta:
Vedere il tuo bimbo che viene operato non è mai bello, bisogna anche pensare che il volto del bambino cambia completamente, che il primo giorno soffrirà perché rimbambito dall’anestesia, ma il secondo giorno va meglio e il terzo siete a casa.
Oggi Francisco è un bambino sano e normale e della malformazione non si vede nulla.
Patrizia:
Attenzione a non farsi infinocchiare solo da quello che dicono i genitori su Internet. Meglio andare a cercarsi delle informazioni che siano di prima mano - fatti, non parole. La LPS ha il fantastico vantaggio che tutto si può vedere: la correzione si vede, e i problemi di linguaggio si sentono.
E poi, come tutto nella vita, è questione di fortuna...
Ma la parte fondamentale nella partita forse la giocano i medici, che si occupano dei piccoli pazienti non solo nel nostro paese ma anche fuori. Senza la loro collaborazione infatti non avremmo mai conosciuto Ombretta e Patrizia e non avremmo potuto raccontarvi la loro storia.
Il Dottor Lapalorcia da anni è impegnato con Emergenza Sorrisi in missioni nei paesi più disagiati del mondo e come ci racconta:
Ho partecipato a varie missioni umanitarie nel corso del 2010 e del 2011 in Iraq nel corso di un progetto finanziato dal ministero degli esteri con Emergenza Sorrisi, una organizzazione con sede a Roma. Non essendoci ospedali pubblici esiste un’ampia fetta di popolazione che non ha accesso a cure specialistiche.
È un esperienza eccezionale lavorare con poco e con poco cambiare la vita di una persona che non conosci. Ti fa pensare. Ti fa apprezzare quello che abbiamo. Ti migliora come persona.
Un grazie speciale va infatti a Emergenza Sorrisi, ad Alessandra Ricci, responsabile della comunicazione e al Dr. Fabio Massimo Abenavoli che ci ha speigato in breve cosa fa questa ONG.
Emergenza Sorrisi è una Ong di medici che opera in particolare con l’intento di restituire il sorriso e la speranza di una vita migliore ai bambini dei Paesi poveri affetti da Labio-palatoschisi, malformazioni del volto, ustioni e traumi di guerra, neoplasie, patologie ortopediche e oculistiche.nel breve periodo il nostro intervento consiste nel curarli con interventi chirurgici realizzati con missioni umanitarie all’estero.
Le criticità che affrontiamo durante le missioni chirurgiche sono prevalentemente di lavorare in contesti disagiati e poveri, dove spesso le strutture chirurgiche sono fatiscenti e i medici locali privi delle competenze necessarie per far si che in un futuro non troppo lontano il nostro intervento diretto non sia più necessario, oltre a formare medici locali, contribuiamo a creare centri di eccellenza come è avvenuto in Indonesia, Kurdistan e Iraq.
In questi paesi guarire il problema medico del bambino significa non solo migliorare la sua salute, ma permettergli di avere una vita normale, di reinserimento sociale e accettazione da parte della propria comunità.
Qualche anno fa abbiamo lanciato nel nostro sito e sui nostri canali social una campagna di informazione rivolta proprio a tutti i genitori che avessero necessità di informazioni in merito a questa patologia, in merito al percorso clinico e psicologico che sia i genitori sia i bambini dovranno affrontare.
Se volete conoscere l'opera dell'associazione e contribuire al suo operato trovate tutte le informazioni necessarie a questo link.
Se la malformazione è stata diagnosticata al vostro bimbo e volete trovare il medico più vicino a voi consultate i nostri esperti in chirurgia ricostruttiva.