Dott. Cristiano Biagi: le cicatrici dell'addominoplastica sono sempre nascoste

Dott. Cristiano Biagi: le cicatrici dell'addominoplastica sono sempre nascoste
11 sedi di Belluno, Genova, La Spezia...
Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, socio SICPRE e GIST. Durante la sua carriera ha realizzato più di 3000 interventi e oltre 6000 trattamenti estetici.
Creazione: 30 set 2013 · Aggiornamento: 18 mar 2020

L'addominoplastica è uno degli interventi che migliora maggiormente la qualità di vita dei pazienti. In questa intervista approfondiamo con il Dott. Cristiano Biagi, chirurgo estetico di Pisa, tutte le preoccupazioni più diffuse sull'intervento e sulle cicatrici.

Qual è il profilo tipico del paziente?

Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di donne; gli uomini ancora si approcciano all'addominoplastica con una certa reticenza, forse temendo - eccessivamente - le cicatrici e sperando di risolvere con altri trattamenti, in primis la liposcultura.

L'età è correlata soprattutto colla gravidanza, quindi dai 25-30 anni fino ai 40-45, anche se mi è capitato di operare giovanissime – che hanno partorito presto - e donne più adulte, soprattutto per problemi di calo di peso.

Quali motivazioni spingono a fare l'addominoplastica?

Il motivo principale è senza dubbio il rendersi conto che l'addome ha perso tonicità, che è rilassato, con pelle piena di smagliature e con zone di accumulo adiposo resistenti alla dieta ed all'attività fisica, anche intensa.

1. Effetto grembiule

La gravidanza modifica profondamente tutta l'area addominale e dorso lombare, in tutti i tessuti, cioè non solo a livello superficiale, ma anche in profondità: la pelle appare “in eccesso", e nei casi più gravi si forma un vero e proprio “grembiule" che scende in basso e ricopre la regione pubica, costringendo ad indossare capi di abbigliamento che mascherano l'inestetismo, come ad esempio il costume “intero", e rappresentando per la donna un grande ostacolo, non solo psicologico ma anche fisico, nei rapporti col partner.

30c78890-692b-11ea-b456-00505699c1af.jpg

2. Effetto scalino

Spesso la cicatrice di un parto cesareo, non sempre ben eseguita, enfatizza ancor di più il problema, creando uno sgradevolissimo “effetto scalino".

3. Maniglie dell'amore

Inoltre, dopo la gravidanza spesso permane un eccesso di grasso soprattutto nella zona attorno all'ombelico e a livello delle c.d. “maniglie dell'amore", che non potrà essere trattato colla semplice liposcultura se la pelle – come di regola accade – è poco elastica: si produrrebbe sì una riduzione di volume, ma si aggraverebbe l'effetto “grembiule", perché la cute anelastica non sarà in grado di retrarsi a sufficienza.

4. Diastasi delle fasce dei retti (dei muscoli addominali)

Infine il piano dei muscoli addominali presenta nel 70-80% delle donne che hanno avuto uno o più figli una diastasi delle fasce dei retti, cioè una separazione tra i due muscoli che, volgarmente, danno nelle persone magre e nei culturisti, l'immagine della c.d. “tartaruga": tra i due muscoli si crea uno spazio vuoto, nel quale col tempo si potranno insinuare i visceri addominali, creando delle vere e proprie ernie; la diastasi è inoltre responsabile del “gonfiore" sopraombelicale, cioè dell'eccessiva prominenza della regione “dello stomaco".

5. Eccesso e cedimento cutaneo dopo il dimagrimento

Un calo importante del peso corporeo può provocare a livello della regione addominale quello che, fisiologicamente, causa una gravidanza: cedimento e rilassamento; ecco quindi che un buon numero di pazienti, e qui rientrano anche i maschi, che si sottopone all'addominoplastica, lo fa perché è dimagrito molto e troppo in fretta.

Esiste una differenza nella procedura per ogni tipo di problematica?

La tecnica base rimane sempre la stessa: l'intervento classico consiste quindi nell'asportazione della cute in eccesso, nell'assottigliamento (spesso mediante liposcultura) del lembo di pelle e grasso sopraombelicale, nella trasposizione ( spostamento) dell'ombelico e nella “sintesi" delle fasce dei muscoli retti; a proposito di ombelico, voglio sottolineare che questo non viene “staccato e riattaccato", ma semplicemente ricollocato – alla stessa altezza che aveva prima – sul lembo addominale “alto" che viene fatto “scendere" in basso. La sintesi dei retti servirà per tonificare la muscolatura della porzione centrale dell'addome, riducendo la prominenza eccessiva della regione dello stomaco e per prevenire le ernie. Eseguiamo di norma, a completamento dell'intervento, anche una liposcultura dorso lombare, così da migliorare ulteriormente la silhouette corporea.

Esistono altre tecniche alternative?

Esistono poi molte varianti tecniche, da applicare in casi particolari: la miniaddominoplastica, ad esempio, serve unicamente per migliorare la regione sotto l'ombelico, dove viene asportata una piccola semiluna di pelle, senza spostare l'ombelico stesso: va eseguita in casi molto selezionati, perché c'è il rischio spesso di “togliere troppa pelle", con conseguenti cicatrici alte, talora cheloidee, proprio perché “tirano troppo".

Il rimodellamento del piano muscolare spesso si arricchisce anche di una procedura aggiuntiva, e cioè la plastica dei muscoli obliqui esterni dell'addome: particolari suture vengono poste ai fianchi sui muscoli per scolpire ancor di più la regione del punto vita: scherzosamente direi che la chirurgia estetica segue la moda del taglio “slim"!

Si può prevedere prima dell'operazione quale sarà l'entità della cicatrice?

La prima cosa da fare – preliminare fondamentale dell'intervento – è un disegno preoperatorio accuratissimo, dove si valuta e si misura esattamente la porzione di pelle che verrà asportata e dove si decide, d'accordo con la paziente ed in base alle sue abitudini, che “linea" avrà la cicatrice: questa – posizionata sempre in basso, cioè ad un'altezza di pochi centimetri sopra il pube e quindi sempre nascosta nelle mutande, inclusi i mini-slip – potrà avere una lunghezza variabile in base alla quantità di pelle da rimuovere ed un decorso più o meno arcuato o diritto a seconda che la paziente indossi capi intimi “sgambati" o “bassi". In presenza di una cicatrice pregressa, tipicamente da taglio cesareo, essa verrà “ripresa" e migliorata, cioè allungata e resa più sottile e pareggiante.

Qual è la differenza con la liposuzione?

39c0ea72-692b-11ea-9654-0050569948e1.jpg

La liposuzione permette unicamente di rimuovere il grasso in eccesso, ma ha effetti minimi sulla cute: in pratica, si può fare una liposuzione addominale con successo soltanto se la pelle è ancora tonica ed elastica. In presenza di un eccesso cutaneo l'unica soluzione è l'addominoplastica, la lipo è controindicata.

È necessario dimagrire prima dell'addominoplastica?

E' consigliato perdere il più possibile il grasso in eccesso con dieta e attività fisica, prima di sottoporsi all'intervento; spesso tuttavia la paziente non riesce, in tutto o in parte, a dimagrire e quindi possiamo eseguire grosse addominoplastiche con particolari accorgimenti chirurgici ed anestesiologici.

Qual è la percentuale di buona riuscita? I risultati sono permanenti?

Quasi tutte le pazienti sono enormemente soddisfatte, perché l'addominoplastica è forse l'intervento che maggiormente incide sulle abitudini di vita: immaginiamoci persone che per anni non si sono più potute permettere un due pezzi al mare, o che hanno vissuto la loro sessualità con imbarazzo, o che semplicemente erano costrette a indossare solo taglie extra large: l'intervento cambia completamente questi aspetti. Gli unici motivi di scontento possono derivare dalla cicatrice, che nei casi di grandi addominoplastiche per esiti di obesità, può guarire più lentamente e con maggiore difficoltà. I risultati sono permanenti a patto che la paziente non vari bruscamente il suo peso corporeo: in tal caso il lavoro fatto potrà essere in gran parte inficiato.

Se si fa dopo la gravidanza, dopo quanto tempo è possibile sottoporsi all'intervento? Si può ritornare ad avere bambini?

L'addominoplastica non impedisce assolutamente una successiva gravidanza; per operare dopo il parto si attende almeno 12 mesi, vale a dire il periodo di tempo entro il quale nella maggior parte delle donne la pelle dell'addome potrà o meno retrarsi e la muscolatura ricompattarsi spontaneamente. Di contro, dopo l'addominoplastica, si può tornare ad avere bambini dopo almeno 12 mesi, periodo di tempo necessario perchè si abbia una guarigione completa.

Quali sono le principali complicanze, come prevenirle e come curarle?

Le complicanze sono molto rare, soprattutto quelle importanti: l'emorragia post operatoria, l'unica complicanza seria, viene trattata prontamente con un reintervento immediato ( se avviene, avviene nelle prime 24-48 ore, periodo di tempo in cui la paziente è normalmente ricoverata in clinica); la formazione di piccole raccolte di liquido – sieromi – è relativamente più frequente (meno del 5% dei pazienti con le tecniche moderne di addominoplastica che “risparmiano" i vasi linfatici delle regioni basse dell'addome), ma molto facilmente trattabile in ambulatorio senza reintervento.

Dott. Cristiano BiagiSpecialista in Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva

Annuncio

Le informazioni contenute in Guidaestetica.it non possono sostituire in nessun caso la relazione tra medico e paziente. Guidaestetica.it non difende un prodotto o servizio commerciale.