Come trattare cheloidi e cicatrici ipertrofiche

Come trattare cheloidi e cicatrici ipertrofiche
Ilaria Lorio
Dopo gli studi in Giornalismo Digitale mi sono specializzata nella redazione di articoli su salute e medicina, dal 2014 scrivo su moda, bellezza e chirurgia plastica.
Creazione: 18 mar 2014 · Aggiornamento: 19 mar 2020
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Spesso confuse con i cheloidi, le cicatrici ipertrofiche sono causate da un'alterazione del processo di cicatrizzazione. Tuttavia questo tipo di cicatrice può avere una regressione spontanea che accelera con i trattamenti adeguati.

Cosa sono le cicatrici ipertrofiche?

Le cicatrici ipertrofiche nascono a causa di un trattamento inadeguato delle ferite. Tecnicamente è provocata da un eccesso di produzione di collagene dei fibroplasti dovuta alla trazione meccanica che subisce la pelle durante la guarigione. Alla vista, dunque, si presenta come un cordone in rilievo che può anche causare prurito e dolore. Si manifestano solitamente dalla seconda settimana in poi dalla guarigione della ferita. Può regredire spontaneamente anche se la guarigione vera e propria può essere accelerata grazie a trattamenti topici o chirurgici.

Molto spesso chi è colpito da cicatrici ipertrofiche tende a confonderle con i cheloidi anche se in realtà hanno differenze ben precise. Solitamente le cicatrici cheloidi sono più estese, invasive e in alcuni casi molto fastidiose mentre nelle ipertrofiche il tessuto cicatriziale in eccesso resta all'interno dei confini della cicatrice. I cheloidi non regrediscono come le ipertrofiche e sono molto più difficili da eliminare. Hanno infatti un alto rischio di recidiva anche dopo l'asportazione chirurgica.

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Come eliminarle

Le cicatrici ipertrofiche possono essere trattate sia attraverso trattamenti topici sia attraverso quelli chirurgici. L'importante è rivolgersi a un dermatologo per avere la diagnosi corretta e la terapia adeguata a seconda del proprio tipo di pelle e della cicatrice. In ogni caso è sempre consigliabile aspettare almeno un anno dall'evento che l'ha causata perché la cicatrice muta nel tempo, soprattutto durante i primi 3 mesi. Che si tratti di ipertrofica o no, inoltre, tutte le cicatrici devono essere tenute sotto controllo a scopo preventivo.

Fra i trattamenti topici e chirurgici più utilizzati troviamo:

  • Prodotti topici. Fra i più usati ci sono i gel in silicone e alla vitamina E.
  • Iniezione di cortisonici. Il cortisone è in grado di rallentare l'eccessiva produzione di collagene dei fibroplasti. Fra i rischi di questo trattamento troviamo la possibilità d'alterazione della pigmentazione cutanea.
  • Dermoabrasione. Si tratta di una terapia, eseguita solitamente in anestesia locale, in cui la cicatrice viene assottigliata tramite una levigatura cutanea.
  • Trattamenti laser. I laser utilizzati sia in caso di cicatrici ipertrofiche e cheloidi sono il Dye Laser o il laser KTP.
  • Escissione completa. L'asportazione del tessuto cicatriziale può essere fatta tramite escissione intralesionale in caso di cheloidi, per evitare il rischio di recidiva. Nel caso delle cicatrici ipertrofiche, invece, solitamente si utilizza l'escissione completa.

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Cosa sono i cheloidi?

I cheloidi sono cicatrici abnormi che solitamente non provocano fastidio ma che sicuramente creano problemi a livello estetico. Nel caso in cui si vogliano eliminare è importante rivolgersi a un dermatologo di fiducia per scegliere il trattamento adeguato rispetto alle caratteristiche e all'origine della cicatrice. Tuttavia nessun intervento assicura l'eliminazione totale del cheloide e si può rischiare di peggiorare la situazione.

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Il termine cheloide deriva dal greco e significa “simile alle chele di granchio". Si tratta infatti di cicatrici abnormi che si sviluppano in seguito a una lesione cutanea. Inizialmente si presentano come normali cicatrici ma in seguito s'ingrandiscono a causa di un'eccessiva produzione di fibroplasti nel derma profondo.

I fibroplasti a loro volta producono una grande quantità di collagene che rende la cicatrice solida e grande. Per questo mentre inizialmente il cheloide si presenta come una cicatrice normale, in seguito s'ingrandisce e diventa rosata. La superficie sarà glabra e senza ghiandole sudoripare. I traumi cutanei che solitamente causano i cheloidi sono l'acne grave, piercing, ustioni, cicatrici chirurgiche, vaccinazioni e varicella. Per questo si presentano soprattutto sulle spalle e la schiena ma anche sulle orecchie.

I cheloidi solitamente non creano problemi di salute ma soprattutto estetici. Tuttavia in alcuni casi possono causare fastidio e ipersensibilità nella zona in cui si trovano.

Come eliminarli

Nel caso si vogliano eliminare i cheloidi è bene sapere che è molto difficile. Molti specialisti assicurano che nessun tipo di trattamento dà risultati soddisfacenti nel 100% dei casi. Si potrebbe inoltre correre il rischio di un peggioramento del cheloide. È importante che si cerchi d'intervenire il prima possibile, quando la cicatrice è ancora recente. Il primo passo da fare è quello di recarsi da un dermatologo, l'unico che può consigliarci il trattamento adeguato per il nostro tipo di cheloide. Non tutte le cicatrici, infatti, rispondono allo stesso modo alle terapie. Ecco alcuni dei trattamenti più utilizzati:

  • Iniezioni di cortisone. Si tratta di iniezioni da praticare una volta al mese che appiattiscono il cheloide rendendolo meno visibile. Nonostante molti pazienti ne assicurino l'efficacia, non sono rari i casi in cui il cheloide ritorna a ingrandirsi.
  • Laser. Spesso accostata alle iniezioni di cortisone, l'utilizzo del laser può ridurre la cicatrice andando a bloccare la proliferazione dei fibroplasti. Per raggiungere risultati soddisfacenti è necessario sottoporsi a diversi cicli di trattamento.
  • Asportazione. In molti dei casi in cui si ricorre all'asportazione il cheloide torna a formarsi o addirittura peggiora. Solitamente per evitare che ciò accada si combina con altri trattamenti come la crioterapia, che consiste nel congelamento della cicatrice attraverso azoto liquido.

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