Alopecia e Dintorni: studio personalizzato sul trattamento
Come spesso accade nella nostra vita professionale ho cominciato ad appassionarmi allo studio di questa patologia quando due persone a me particolarmente care hanno cominciato a soffrirne con effetti che in brevissimo tempo si sono rivelati socialmente invalidanti come mai avrei immaginato.
In pochi mesi mi son trovata a parlare con pazienti che avevano speso stipendi interi in lozioni e trattamenti di ogni tipo, e ancor di più mi sono appassionata a questi studi perché, come dico sempre, il rispetto e la cura per il paziente, o meglio per la persona, passa anche per il rispetto per il loro denaro.
Ho reclutato 26 pazienti di sesso maschile e femminile suddivisi in 16 uomini e 10 donne di età compresa fra 15 e 64 anni, suddivisi in 24 con alopecia androgenetica e 2 con alopecia areata.
Trattandosi di due differenti tipologie di alopecia ci sono degli aspetti che vanno sottolineati per comprendere poi il mio diverso approccio con le due diverse forme.
L'alopecia androgenetica, epidemiologicamente più rilevante, annovera nella sua eziologia: una componente genetica, meno rilevante di quanto in passato si ritenesse come dimostrato da studi condotti sui gemelli monocoriali; una componente ormonale, come ampiamente dimostrato, nello specifico soprattutto riguardante alterazioni a carico degli estrogeni come in coincidenza del menarca, della menopausa o della prolattina nel post gravidanza o in molti casi, sia nelle donne che nell'uomo, anche a carico degli androgeni, in particolare il DHT che in questi pazienti ha valori elevati in seguito ad una incrementata attività. A questi fattori andiamo ad aggiungere stress ossidativo legato a fattori ambientali, al tabagismo, allo stile di vita che si conduce e ad una abitudine sempre più diffusa e frequente e che interessa massivamente la popolazione sia maschile che femminile sin dall'adolescenza all'iper trattare i capelli con sostanze coloranti e sostanze chimiche sempre più aggressive purché Diano effetti sempre più duraturi e intensi.
L'alopecia areata, che colpisce epidemiologicamente una parte di popolazione più esigua, ha invece caratteristiche completamente differenti. Per quanto riguarda l'età è molto più trasversale: ci sono in letteratura molti studi che riguardano manifestazioni di alopecia areata su bambini in corrispondenza della nascita del fratellino, dell'inizio dell'età scolare, di separazione o di altre fasi delicate per il bambino e che molto di frequente e fortunatamente si rivelano autolimitantesi dal punto di vista patogenetico. Molto c'è ancora da studiare, fino ad oggi è stata sempre considerata prevalentemente una forma autoimmunitaria, ma gli studi più recenti tendono a sottolinearne invece un ruolo principe molto più complesso da ricondurre a quello che è l'aspetto psico-neuro-endocrino-immunologico del paziente. La psiche gioca un ruolo principe nel bambino quanto nell'adulto e questo è stato primo per il primo step sul quale puntare per poter essere di aiuto realmente.
La componente auto immunitaria è indiscutibile, come dimostrano le molteplici terapia con anticorpi monoclonali che hanno ottenuto dei validi risultati e in ultimo come sempre il famoso "stress", termine tanto abusato che in realtà dovrebbe essere definito "distress", come vorrebbe Hans Seili che per primo lo coniò. La parola stress, di per sé, non significa nulla: lo stress è un qualcosa che può sollecitare ad una reazione anche benefica quando si tratta di eustress ma quando invece è un distress, cioè uno stress di tipo negativo, questo induce poi una reazione a cascata di tipo Psico-neuro-endocrinologico che tra le tante manifestazioni cliniche appunto può avere anche quella della alopecia areata, così come di altre manifestazioni di tipo autoimmune che di frequente infatti alla A.A. si associano.
Detto questo sui miei pazienti ho analizzato i tre aspetti peculiari iniziali e poi finali sui quali concludere i risultati delle terapie da me condotte:
- Spessore del capello;
- Densità di capelli sul cuoio capelluto cioè allungam della fase Anagni;
- Colore e resistenza dei capelli stessi, riduzione del grado di incanutimento
La terapia biorivitalizzante
La mia terapia si è basata sull'utilizzo di un biorivitalizzante 3 ml. molto ricco in principi attivi, ben 53 attivi + acido jaluronico libero, 12 vitamine A, C , E , tutto il complesso vita, invio B e glutatione per combattere lo stress ossidativi.
La Terapia è stata eseguita con un minimo di due sedute al mese ed un massimo di 1 ogni due mesi e a tutt'oggi la maggior parte dei pazienti che ho trattato non ha abbandonato la terapia per paura di perdere il beneficio ottenuto. La tecnica che ho utilizzato è estremamente semplice, e si è svolta preparando il paziente con disinfezione con clorexidina della cute, preparazione con lidocaina spray al 20% ed aggiunta di 1 ml di lidocaina al 2% miscelato a 3ml. di soluzione di acido ialuronico arricchito.
Ho restituito le infiltrazioni distanziandole di circa 1 cm 1 cm e mezzo al massimo una dall'altra e focalizzandomi sulle aree maggiormente interessate dal diradamento. Ho abbinato la terapia iniettiva ad una terapia domiciliare basata esclusivamente su uno Shampoo delicato se vorrai equilibrante per i pazienti con una dermatite seborroica uno Shampoo per lavaggi frequenti dedicato su tutti gli altri pazienti. Una terapia con quello che ad oggi reputo il miglior integratore per i capelli da assumere una o due volte al giorno.
Topicamente ho fatto applicare minoxidil al 5% tutte le sere ed in tre fasi ho abbinato ossigeno terapia circa due volte al mese. Voglio sottolineare che nessuno di questi pazienti ha, in questo lasso di tempo, subito terapia con immunosoppressori, cortisonici o steroidi topici, terapie che ho visto esser molto spesso abusate senza misura nella storia di questi pazienti né tanto meno di finasteride, proprio in modo da poter avere una idea selettiva e ben precisa dell'effetto realmente ottenuto da questa terapia e non il frutto di tante differenti terapie insieme.
Ad ad oggi posso affermare che questa terapia mi ha permesso di ottenere un miglioramento netto su tutta la linea, al di sopra di quelle che erano inizialmente le mie aspettative e quelle dei miei pazienti, netto sin dalla seconda-terza seduta è stato l'effetto sulla qualità del capello e sulle dimensioni del diametro del capello stesso. Da parte degli stessi e delle stesse pazienti è stato curioso notare e farmi notare come i nuovi capelli fossero nettamente più scuri rispetto ai capelli circostanti, aspetto che poi mi è stato confermato documentandomi su altri studi e come potrete osservare dalle immagini che seguiranno.
Posso concludere che, non potendo nelle regioni in cui non è ancora possibile come in Abruzzo, purtroppo, eseguire terapie con il PRP o tra le varie sedute di PRP, questa metodica indiscutibilmente è ben al di sopra di tutte le altre terapie che precedentemente avevo provato in merito ai tre aspetti che ho analizzato ad inizio e fine della sperimentazione.
L'esperienza diretta
L'aspetto più emozionante è stato indiscutibilmente quello umano. A tal proposito voglio concludere raccontando brevemente ciò che accaduto con un paziente affetto da alopecia areata sistemica totale.
Questo paziente affetto da AAS dal 1999 aveva girato tutta l'Italia ossessionato da questa problematica e fatto già di tutto quando me lo sono visto arrivare in studio. Ho cominciato ad analizzare attentamente tutte le centinaia di visite da lui fatte in passato e ho pensato all'unica cosa che non gli era mai stata fatta fare, cioè un percorso psicologico che intanto gli permettesse di fortificarsi e di accettare la problematica, la malattia di cui è affetto guardandola con altri occhi e con la consapevolezza di non avere un male incurabile.
Mi sono resa conto che in alcuni momenti il nostro accanimento e la nostra volontà di cercare la terapia più giusta ci impedisce di vedere strade alternative a volte più semplici; e così in breve tempo, prima di aspettare delle risposte dei capelli (che per inciso ad oggi miracolosamente ci sono e non smetto di credere che abbia contribuito soprattutto il suo beneficio psicologico a far nascere dei nuovi piccoli capelli su tutta la sua testa) ho avuto la brillante idea di proporgli con estrema delicatezza il tatuaggio delle sopracciglia step, assolutamente fondamentale perché purtroppo la perdita delle sopracciglia effettivamente causa un aspetto molto malato del volto del paziente, ed ora è al vaglio il trattamento di dermopigmentazione per simulare un capello con aspetto rasato.
Ad oggi questo giovane ragazzo ha ricominciato a vivere: finalmente accompagna la moglie a far la spesa e ha cominciato a frequentare le feste di compleanno della sua piccola bimba e non so descrivervi l'emozione che mi ha procurato leggere la lettera che la moglie mi ha scritto per ringraziarmi di averle restituito la gioia di avere accanto l'uomo che aveva incontrato tanti anni fa, e che le avevo regalato un sogno.
Siamo medici estetici e possiamo studiare perfezionarci, ultra perfezionarci ma mai dovremmo dimenticare che il nostro onere e soprattutto il nostro onore deve essere quello di prendere in carico una persona, non un paziente, e cercare in ogni modo di supportarlo nel superare le sue debolezze e le sue insicurezze.