Dermatosi professionali
DERMATOSI PROFESSIONALI
INTRODUZIONE
Per dermatosi professionale si intende "una patologia cutanea causata da o diversamente espressa come la risultanza di fattori primitivamente associati all'ambiente di lavoro".
I tre criteri fondamentali utili a qualificare una patologia cutanea come professionale sono i seguenti:
1. La patologia cutanea dovrebbe essersi sviluppata per la prima volta durante una attività lavorativa presumibilmente associata con quel tipo di patologia;
2. La patologia cutanea dovrebbe migliorare in maniera evidente se il paziente si allontana o viene allontanato dall'attività lavorativa sospetta e subire una recrudescenza al ritorno al lavoro (test arresto-ripresa positivo);
3. Dovrebbe essere possibile individuare nell'ambiente lavorativo un agente etiologico plausibile da collegare all'insorgenza della patologia cutanea.
Malgrado l'importanza del fattore temporale, la causa è il più importante elemento della definizione succitata. E' concepibile che con le patologie lavoro-correlate alcuni fattori di vario genere possano condurre ad un ritardo della diagnosi e del trattamento (8,6 mesi in media).
L'inquadramento eziologico dimostra che la patogenesi delle dermatiti professionali ammette diverse varianti, che ci riportano alla patologia da agenti infettivi, parassiti, agenti fisici (caldo, freddo, radiazioni ionizzanti e non ionizzanti), fattori ergonomici. In ordine di frequenza, le cause dirette di dermatosi professionali sono:
Chimiche
Meccaniche
Fisiche
Biologiche
La cute “organo bersaglio”
La cute rappresenta un organo bersaglio a diretto contatto del mezzo esterno e delle sue aggressioni; per comprendere il substrato anatomico delle lesioni che da questa interazione ne derivano, occorre far riferimento ad alcuni aspetti della biologia cutanea.
La cute umana è costituita da tre strutture tissutali che, dalla profondità in superficie, sono:
l’ipoderma- lobuli adiposi separarti da tralci fibrosi. Il grasso sottocutaneo si comporta come un sistema isolante, che separa i visceri dall'ambiente esterno, lasciando al sistema vascolare (attraverso le variazioni del flusso sanguigno) la funzione di regolazione degli scambi calorici.
il derma- tessuto connettivo abbondantemente vascolarizzato e ricco di capillari linfatici e fibre nervose. Il collagene e le fibre elastiche sono responsabili delle proprietà tensili della pelle.
l’epidermide- cellule labili, cioè rinnovabili, che formano un epitelio stratificato, attraversato dai dotti ghiandolari (ghiandole sudoripare) e munito di follicoli piliferi con le relative ghiandole sebacee. L'epitelio è separato dal derma dalla membrana basale, che è priva di cellule e consente gli scambi nutritizi. Vi sono tre tipi di cellule: cheratinociti. Melanociti e cellule di Langerhans:
1. I Cheratinociti sono le cellule labili, originate dallo strato germinativo (o basale), producono cheratina, di vengono anucleate e quindi desquamano;
2. I melanociti (originati da altri distretti e presenti nello strato basale) producono melanina, che viene trasferita ai cheratinociti. Tale pigmento assorbendo la luce solare, protegge dalle radiazioni ultraviolette;
3. Le cellule di langerhans, di origine midollare ed appartenenti al sistema immunitario
L’epidermide costituisce la zona “barriera” verso i fattori ambiente in senso lato, tale concetto ha notevole interesse per la patologia professionale perchè riguarda l'assorbimento ed il meccanismo d'azione di agenti esterni nocivi, siano essi di natura fisica, chimica o biologica.
Lo strato corneo, che quindi rappresenta la “zona barriera”, è ricoperto a sua volta da una pellicola superficiale (la "prima linea di difesa") costituita da un film di sebo emulsionato dal sudore e dai prodotti di decomposizione dello strato corneo. Lo strato corneo funziona da barriera in due direzioni: da una parte opponendosi ad un'evaporazione massiva di liquidi dagli strati viventi sottostanti; dall'altra sbarrando la strada, entro certi limiti tuttavia, alle differenti sostanze presenti nell'ambiente esterno. La funzione di barriera si estenderebbe per tutto lo spessore dello strato corneo e sarebbe proporzionale alla sua altezza, anche se esistono marcate variazioni regionali. L'epidermide palmare, e plantare sono in effetti molto più spesse di quelle dorsali; il loro strato corneo, in particolare, è molto spesso) per cui esse oppongono una marcata resistenza alla penetrazione della maggior parte delle sostanze nocive presenti nell'ambiente.
A fianco del suo ruolo protettivo nei confronti delle sostanze chimiche lo strato corneo possiede anche un ruolo di protezione meccanica contro le trazioni esercitate sulla superficie del tegumento e questo grazie alla sua duttilità. L'estensibilità dello strato corneo dipende dallo stato igrometrico e dalla temperatura dell'aria. Un'atmosfera più secca si accompagna aduna diminuzione della quantità d 'acqua dello strato corneo e per ciò ad una diminuzione della sua estensibilità. Quest'ultima inoltre diminuisce quando la temperatura si abbassa. Si potrebbe spiegare così la frequenza tutta particolare delle ragadi durante l'inverno poichè le due condizioni favorevoli si trovano associate (atmosfera fredda e secca).
La cute oltre che le citate funzioni di barriera e protezione meccanica, svolge anche processi di assorbimento, secrezione (escrezione), termoregolazione, pigmentogenesi, metaboliche (tra cui la biotrasformazione di diversi composti e la sintesi della vitamina D), funzioni immunologiche (tra cui la produzione del fattore di attivazione dei timociti o ETAF) ed altre ancora.
Assorbimento percutaneo
Come abbiamo già detto, la funzione barriera dell'epidermide umana normale esiste ma la sua efficacia è contenuta entro certi limiti. Alcune sostanze chimiche attraversano molto facilmente l'epidermide intatta in parte per il fatto che la simultanea presenza di ghiandole sebacee e sudoripare consente l'assorbimento di sostanze idro e liposolubili. Così a volte possono verificarsi casi di intossicazione più o meno severa anche quando l'epidermide è apparentemente intatta o solo un poco irritata.
La penetrazione percutanea di una determinata sostanza chimica dipende da numerosi fattori, legati in parte alla sostanza stessa, in parte alle modalità di contatto di contatto, ed in parte alle caratteristiche individuali ed ambientali:
1. Sostanza
a. Concentrazione (la permeabilità è direttamente proporzionale alla concentrazione)
b. Veicolo (eccipiente)nel quale la sostanza è disciolta e modalità di applicazione
c. Caratteristiche dei composti (chimico-fisiche, peso molecolare ed eventuale azione farmacologica dei singoli composti)
La velocità di diffusione di una molecola decresce con l'aumentare del peso molecolare. Il limite alla penetrazione viene fissato a dimensioni molecolari di 1000 dalton;
La permeazione cutanea è legata al fenomeno della diffusione (legge di fick), con due possibili percorsi; la via intercellulare per composti polari, la via transcellulalre per composti lipofilici;
L'assorbimento di piccole molecole idrofile o po lari dipende principalmente dallo strato corneo. La diffusibilità di una sostanza decresce se essa possiede uno o più gruppi polari, capaci di interagire con analoghi gruppi della membrana e particolarmente dello strato comeo;
L'assorbimento di piccole molecole idrofobe di ,pende dallo stato di idratazione della pelle;
Idro e liposolubilità favoriscono alternativamente lo shunt epidermico attraverso le ghiandole sudoripare sebacee;
Il coefficiente di permeabilità di un composto è correlato con il coefficiente di ripartizione ottano lo/acqua;
Lo stato di aggregazione, solido, liquido o gassoso del composto ha notevole importanza sulla velocità di assorbimento cutaneo;
Nella pelle sono presenti diversi sistemi enzimatici in grado di metabolizzare e trasformare farmaci o altre sostanze assorbite.
2. Modalità di contatto
a. Tempo di contatto
b. Sede di contatto
Estensione della zona interessata
Zone a maggior permeabilità (scroto, il cuoio capelluto, la fronte e la regione retroauricolare)
Alterazioni cutanee che possono determinare un aumento considerevole della penetrazione di alcune sostanze (alterazioni dello strato corneo di natura meccanica (strippage) o di altra origine (infiammatoria, irritativa))
3. Variabili individuali
a. Età (lo strato epidermico può assottigliarsi (atrofia) o, per contro, ispessirsi (callosità); aumentano i legami tra le catene delle fibre collagene, con variazioni delle proprietà tensili, e diminuiscono le fibre elastiche; la cute diventa più permeabile e diminuiscono le funzioni barriera; la vascolarizzazione si riduce e con essa la capacità di termoregolazione).
b. Sesso (sesso femminile maggiormente suscettibile)
c. Livello culturale
d. Diatesi atopica (la cute del soggetto atopico è tendenzialmente secca e iperreattiva)
e. Pigmentazione cutanea
f. Stati patologici predisponenti: cutanei (psoriasi, iperidrosi, lichen planus…) e sistemici (immunodeficit)
g. Uso di mezzi di protezione individuale (DPI)
Creme barriera
Caratteristiche dei DPI: materiali (gomma, lattice…), ergonomia.
4. Modalità d’impiego: l’utilizzo per tempi troppo lunghi dei DPI, con effetto occlusivo che incrementando il contenuto in acqua del corneo, ne previene l'evaporazione con conseguente maggiore permeabilità cutanea alle sostanze idrosolubili (ad esempio la pianta del piede è particolarmente vulnerabile per via dell'occlusione operata dalle scarpe)
5. Variabili ambientali: Temperatura ed Umidità
a. Basse temperature e basso tasso di umidità: favoriscono la diminuzione del contenuto di acqua dallo strato corneo, perciò la cute diviene secca e meno elasticità, andando facilmente incontro a formazione di ragadi e fissurazioni.
b. Alte temperature ed alto tasso di umidità: aumenta l’igroscopicità cutanea con facilitazione all’ingresso di sostanze idrosolubili.