Il rippling si può evitare. Come?
La parola rippling deriva dal termine inglese “ripple" che significa “ondulazione" o "increspatura", per questo è un termine che si utilizza per indicare l'apparizione di rughe o appunto onde, dopo un intervento di chirurgia per l’aumento del seno. Per le pazienti, il rippling rappresenta una delle maggiori preoccupazioni dopo essersi sottoposte alla mastoplastica additiva, si tratta infatti di una situazione molto antiestetica.
Il rippling è un fenomeno che provoca la comparsa nelle protesi di increspature, riscontrabili sia al tatto che alla vista, e non si manifesta immediatamente dopo la mastoplastica additiva, ma può insorgere anche dopo qualche mese, quando la paziente crede ormai di aver superato quel periodo critico in cui si presentano le complicanze post mastoplastica.
Il rippling si può evitare?
Certo, l'insorgere del rippling può essere evitato. Questo è quanto affermano gli specialisti della Clínica de Cirugía Plástica García-Dihinx di Saragozza, in Spagna. Ma quali sono le giuste azioni da compiere affinché il rippling non si manifesti? Il segreto è analizzarne le cause cercando di fare prevenzione.
Sono 5 le cause principali che possono provocare l’insorgenza del rippling:
Prima causa: utilizzo di protesi a bassa coesività. In commercio esistono numerosissime marche di protesi mammarie, queste ultime variano nella forma, nella qualità, nei prezzi e soprattutto, non tutti gli impianti hanno gli stessi livelli di coesività. Nel linguaggio comune con il termine coesività si riferisce alla densità del silicone contenuto all’interno delle protesi mammarie. Questo vuol dire che, quanto è maggiore la coesività delle protesi, tanto queste risulteranno più sicure, durature, omogenee e stabili. Una protesi con un alto livello di coesività determina che l’impianto sarà meno predisposto alla formazione di pieghe, grazie alla sua omogeneità e alla sua alta densità. Inoltre, dal momento che non si formano le onde del rippling, le protesi con un alto livello di coesività potranno durare di più.
Seconda causa: le protesi a bassa coesività atrofizzano i tessuti. L’utilizzo di protesi morbide o a bassa coesività porta, con il passare del tempo, a rendere i tessuti più sottili facendo ritardare la comparsa del rippling. È questo il motivo per il quale le rughe non si formano subito dopo la mastoplastica additiva. Queste protesi mammarie a bassa coesività, di tipo I o di tipo II, sono le responsabili dell’insorgere di una forza centrifuga attorno ai tessuti della zona in cui vengono inserite, provocando il conseguente assottigliarsi dei tessuti stessi.
Terza causa: protesi inserite in posizione superficiale o sottoghiandolare e non con una mastoplastica additiva sottomuscolare. Perché il rippling si nota di più quando le protesi sono in posizione sottoghiandolare? Perché le protesi hanno bisogno di una buona copertura dei tessuti, cosa che non avviene con una mastoplastica additiva sottoghiandolare di tipo superficiale. Quindi, quanto più le protesi mammarie sono protette, meno saranno le probabilità di insorgenza del rippling. L'atrofia dei tessuti interessa maggiormente le pazienti che decidono di sottoporsi ad una mastoplastica additiva e sono molto magre. È molto più probabile dunque che il rippling insorga nei casi in cui vengano utilizzate protesi a bassa coesività inserite in posizione sottoghiandolare.
Quarta causa: la maggior parte dei produttori di impianti ha in commercio protesi rotonde con coesività bassa e protesi anatomiche (o a forma di goccia) con coesività alta. Quindi, nel momento in cui si sceglie la protesi bisogna anche tenere conto del fatto che la forma prescelta implica un determinato tipo di coesività. Perció, alla luce di tutto questo, si può prevedere che se una paziente molto magra sceglie le protesi rotonde, potrà avere una maggiore probabilità di sviluppare il rippling.
Quinta causa: il costo. Il prezzo delle protesi ad alta coesività è di gran lunga più alto rispetto a quello delle altre protesi mammarie. Questo ci ricorda come il risparmio non è quasi mai una buona scelta, soprattutto nel momento in cui mettiamo in gioco la nostra salute e la nostra sicurezza.
È stato inoltre notato che le protesi mammarie con bassa coesività, che come detto presentano una maggiore tendenza alla formazione di ondulazioni da rippling, portano con una frequenza abbastanza alta anche ad una rottura precoce delle protesi. In aggiunta a tutto ciò, è bene dare rilievo anche al fatto che numerosi studi hanno constatato che il rippling è una delle complicazioni maggiori quando vengono utilizzate protesi mammarie il cui interno è composto da soluzione salina. Anche la ptosi, se non adeguatamente trattata potrebbe incidere sulla formazione delle rughe da rippling, per questo è fondamentale che il chirurgo analizzi con attenzione il grado di ptosi mammaria (se presente) prima dell'intervento di mastoplastica additiva.
In conclusione, i casi che portano con una maggiore probabilità all’insorgere del rippling riguardano:
- Le donne molto magre o con protesi mammarie di molto più grandi rispetto alla circonferenza della loro cassa toracica;
- Le pazienti che hanno deciso di utilizzare protesi realizzate con siero salino o soluzione salina;
- Chi si è sottoposto ad una mastoplastica additiva sottoghiandolare o subfasciale;
- Le donne che hanno preferito delle protesi con bassa coesività o piene all'85% invece che al 100%.
🙄 Hai dubbi sul rippling? Chiedi il parere dei nostri esperti, sentiti libera di rivolgergli tutte le tue domande
Il rippling è pericoloso?
Quando si decide di sottoporsi ad un intervento chirurgico, la salute e la sicurezza sono due fattori che non devono mai, in nessun caso, essere trascurati. Il primo timore che attanaglia una donna quando si accorge che si stanno formando delle increspature sulle sue protesi è proprio quella relativo alla salute. Per questo è bene rassicurare tutte le donne con questo problema ricordando che, fortunatamente, il rippling rappresenta più che altro un problema a livello estetico e non comporta di per sé nessun pericolo per la salute della paziente portatrice di impianti al seno.
Come si contrasta il rippling?
Il rippling può essere contrastato con tre azioni:
- Sostituzione delle protesi rotonde con protesi anatomiche;
- Eseguire l’impianto delle protesi in un piano più profondo, quindi retromuscolare;
- Realizzare un intervento di lipofilling per riempire e rafforzare il tessuto ghiandolare che si è assottigliato.
Da quanto detto si può dedurre, in definitiva, che le protesi mammarie anatomiche vengono spesso considerate più sicure rispetto alle rotonde, e di conseguenza anche più durature e più affidabili, donando anche un aspetto più naturale al seno dopo la mastoplastica additiva. Le protesi anatomiche hanno quindi sì molti vantaggi, ma anche alcuni inconvenienti, tra questi il fatto che sono più difficili da impiantare e che quindi richiedono molta esperienza da parte del chirurgo. In sintesi non perdonano errori.
↪️ Sei indecisa su quale sia la protesi più adatta a te? Confrontati con chi, come te, ha scelto di effettuare una mastoplastica additiva, leggi tutte le esperienze!