Il rischio simmastia, che cos'è?

Il rischio simmastia, che cos'è?
Ilaria Lorio
Dopo gli studi in Giornalismo Digitale mi sono specializzata nella redazione di articoli su salute e medicina, dal 2014 scrivo su moda, bellezza e chirurgia plastica.
Creazione: 15 set 2016 · Aggiornamento: 4 dic 2020
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Che cos'è la simmastia? Quali sono le cause che la provocano? Una delle complicazioni più note della chirurgia di aumento di seno, cerchiamo di conoscerla meglio in questo articolo.

La simmastia è un'anomalia conosciuta anche come "effetto uniseno" o perdita del solco intermammario, si tratta di una complicanza legata all'intervento di mastoplastica additiva con protesi, che fortunatamente insorge in rarissimi casi; è dovuta al danneggiamento del tessuto connettivo lungo la linea centrale del torace, che si presenta come "staccato" dallo sterno dando l'impressione che, anziché due seni separati di forma normale, vi sia una sporgenza unica al centro.

Talvolta il gonfiore, che è fisiologico per qualche settimana dopo l'intervento, può mascherare il problema. In linea di massima, la paziente non dovrebbe avvertire la sensazione che la cute sia distesa e staccata dallo sterno; se ciò avviene non è il caso di sottovalutare il sintomo, ma piuttosto di effettuare subito un approfondito controllo dal chirurgo.

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Questa spiacevole complicazione, che ha come unico rimedio un nuovo intervento correttivo, non è legata alla costituzione fisica della paziente, né alle dimensioni delle protesi (anche se gli impianti più grandi richiedono tasche di inserimento più ampie, e questo può aumentare il rischio).

In alcuni casi l'anomalia può essere legata a una deformità congenita della parete toracica della paziente, ma di solito la causa della simmastia è l'improprio posizionamento delle protesi mammarie, con la creazione di tasche chirurgiche così prossime alla linea mediana del torace da compromettere l'integrità del connettivo sopra lo sterno.

Il posizionamento "sottoghiandolare" delle protesi è statisticamente associato ad un più alto rischio di simmastia rispetto alle altre tecniche, ma soprattutto a fare la differenza sono l'esperienza e la manualità del chirurgo che, quale che sia la tecnica precedentemente stabilita con la paziente, deve portare a termine l'intervento senza danneggiare i tessuti connettivi durante il posizionamento degli impianti.

La chirurgia di revisione nei casi di simmastia deve essere praticata da un chirurgo plastico esperto e specializzato. Se le protesi mammarie sono state poste sotto il tessuto ghiandolare, queste dovranno essere rimosse e riposizionate con una tecnica diversa. In altri casi, la tasca chirurgica può essere riparata tramite bendaggio o sutura.

E' possibile infine creare ex novo una tasca chirurgica (in posizione intermedia tra la vecchia ed i muscoli pettorali), in modo tale da sfruttare l'aumentata resistenza del tessuto integro che circonda la nuova tasca per scongiurare il rischio che la simmastia si ripresenti.

Ma da che cosa dipende? Vediamo i casi.

Si puó produrre, per esempio, come risultato dell'inserimento di protesi che sono state posizionate troppo vicine l'una all'altra finendo praticamente per toccarsi nel centro del petto. La simmastia puó verificarsi anche per avere introdotto delle protesi troppo grandi rispetto alle dimensioni del corpo della paziente o anche per aver eseguito un posizionamento erroneo. Solo una percentuale molto bassa fa riferimento ad un deformitá congenita: normalmente, infatti, si tratta di un intervento che non é stato realizzato nella maniera adeguata.

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Per questo motivo, é molto importante affidarsi a chirurghi plastici con una consolidata esperienza quando si ha intenzione di realizzare delle modifiche estetiche in qualche parte del corpo (in questo caso nell'area del seno), richiedendo un consulto previo e raccogliendo tutta l'informazione necessaria per decidere se sottoporsi ad un intervento di mastoplastica additiva. Da come ne parlano i chirurghi esperti, la simmastia o "effetto uniseno" é piú frequente nelle donne estremamente snelle o in quelle la cui anatomia presenta lo sterno leggermente scavato, conosciuto anche in termini medici come pectus excavatus o torace a imbuto.

I chirurghi chiariscono inoltre che non è rilevante il tipo di protesi che viene inserito, ossia tonde o anatomiche, in alcuni casi potrebbe essere invece utile ridurre il volume delle protesi nel caso in cui siano state inserite, magari non correttamente, delle protesi troppo grandi su una paziente molto esile. Sono quindi importanti la proiezione e la base delle protesi e il chirurog deve fare un'attenta valutazione.

Quali sono i sintomi?

Spesso le pazienti che hanno avuto avuto questo problema hanno lamentato un eccessivo gonfiore, che in seguito all'intervento è effettivamente normale, per cui il chirurgo puó tendere a minimizzare. In realtá la simmastia dá la sensazione come se si sentisse la pelle staccarsi dallo sterno, per cui se si ha questa percezione e il chirurgo non ascolta è consigliato rivolgersi ad un altro specialista.

Dr. Francesco Aji
Vicenza, Vicenza
Trieste, Trieste

In cosa consiste l'intervento di revisione per risolvere la simmastia?

Un intervento chirurgico di revisione é il rimedio piú efficace per correggere la simmastia, dopo averne individuato la causa. L'intervento ha lo scopo di eliminare il tessuto che unisce entrambi i seni. Se si sono scelte delle protesi troppo grandi o se sono state posizionate troppo vicine, l'intervento permetterá la loro collocazione sotto il muscolo pettorale, se prima non é stato realizzato, o la ricollocazione affinché non siano troppo vicine tra loro.

In alcuni casi si è parlato della possibilitá di utilizzare un reggiseno particolare per correggere la simmastia, ma i chirurghi affermano che non esiste nessun reggiseno che possa produrre questi effetti. L'unico modo per correggerla è effettuare un intervento per sostitutire e riposizionare le protesi e sistemare le tasche in cui sono state inserite. Per scegliere delle protesi adeguate, bisogna tenere in considerazione il volume e la grandezza, le caratteristiche anatomiche e la posizione dei capezzoli della paziente, ma un chirurgo preparato sa come evitare l'errore.

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