La mastoplastica additiva e i 10 miti da sfatare su questo trattamento
Oggi parleremo della Mastoplastica additiva che ad oggi, soprattutto nel settore della chirurgia estetica, è una delle tecniche più diffuse e permette fondamentalmente di aumentare le dimensioni del seno ma più precisamente consiste nell'inserimento di protesi mammarie costituite da un involucro di silicone e riempite con gel di silicone per ingrandire o ricostruire il seno.
Ci tengo a precisare che l’intervento di Mastoplastica additiva può essere eseguito a qualunque età a partire dal momento in cui le mammelle hanno completato il loro sviluppo. Generalmente, questa tipologia di intervento, viene richiesto principalmente da donne che desiderano rendere più tonico e voluminoso un seno che ritengono non ben proporzionato col resto del corpo, o che si è sciupato a seguito della perdita di peso, con l’invecchiamento oppure con la gravidanza e l’allattamento. Un’altro motivo che può spingere una donna a voler fare questo tipo di intervento è per rimediare un’asimmetria mammaria. Si è in presenza di una asimmetria mammaria quando le mammelle divergono l’una dall’altra.
Il seno, durante la prima visita, verrà accuratamente esaminato e verranno scattate alcune foto e durante l’esame clinico potrebbero seguire uno o più colloqui.
È fondamentale quindi che nel corso del colloquio la paziente esponga le proprie aspettative, dando modo così che al chirurgo di valutare se sono realistiche e realizzabili. Dopo aver misurato accuratamente il seno e il torace, verrà selezionata la tecnica e il tipo di protesi ritenute più idonee sia in rapporto alla forma e alle dimensioni del seno, che alle caratteristiche della pelle e alla posizione delle areole.
L’atto chirurgico ha inizio con le incisioni, necessarie per raggiungere la zona che diventerà la sede della protesi o sul solco sottomammario, o sotto l’ascella o lungo il perimetro dell’areola. Dopo l’incisione il chirurgo crea la tasca dove verranno posizionate le protesi e provvede a cauterizzare tutti i piccoli vasi sanguigni recisi in queste fasi. La protesi viene fatta scivolare all’interno della tasca chirurgica e vengono posizionati i drenaggi. I tessuti vengono poi suturati prima in profondità e progressivamente lungo i piani più superficiali. L’intervento termina con la medicazione e il bendaggio del seno con fasciature elastiche compressive.
Domande frequenti sulla mastoplastica additiva
Vediamo ora quali sono le domande più frequenti che mi sono state poste ultimamente:
• Dopo l’intervento Il capezzolo sarà ancora sensibile?
Può succedere che, dopo l’intervento si avverta un variazione nella sensibilità dei capezzoli ma solitamente tali sintomi sono destinati a scomparire dopo un breve periodo.
• Le protesi possono rompersi?
Le protesi sono molto resistenti ed elastiche e soltanto un trauma molto grave può romperle.
• Dopo l’intervento potrò ancora allattare?
Attualmente non esistono controindicazioni o impedimenti relativi all’allattamento dovuti all’intervento ma potrebbe verificarsi la necessità di una correzione dell’estetica della mammella, dopo l’allattamento.
• La protesi può invalidare il risultato della mammografia?
Dopo diversi test si è riscontrato che per tale esame la presenza delle protesi non influisce in alcun modo.
• Le protesi possono provocare il tumore del seno?
Tutti gli studi fatti fino ad oggi, negano questa eventualità.
• Quale tipo di protesi consiglia?
Il mercato offre oggi una vastissima disponibilità di materiali diversi e a seconda della persona si può orientare la scelta delle protesi verso una forma anatomica o rotonda a basso, medio o alto profilo.
• È possibile incorrere in una contrattura capsulare?
Generalmente la contrattura capsulare si riscontra quando la capsula che avvolge le protesi si stringe, dando una sensazione di durezza del seno. Questa problematica si può risolvere trattando o rimuovendo chirurgicamente la capsula oppure sostituendo l’impianto.
• Possono presentarsi infezioni intorno all’impianto?
Succede estremamente di rado e di solito il problema si presenta nella prima settimana successiva all’intervento ma potrebbe verificarsi anche diverso tempo dopo.
Nell’eventualità in cui ciò accadesse è necessario rimuovere l’impianto per debellare l’infezione.
Miti da sfatare sulla mastoplastica additiva
Ecco alcuni dei miti più frequenti che è necessario sfatare:
1) È necessario rimuovere le protesi ogni 10 anni (falso!)
È necessario precisare che le protesi di ultima generazione sono molto più resistenti e versatili rispetto alle protesi di qualche anno fa ed è quindi difficile che si rompono a meno che non ricevano un colpo molto violento. Ad ogni modo la rottura dell’involucro protesico in alcune pazienti si è verificato dopo 15 - 20 anni.
2) La mastoplastica additiva impedisce di sottoporsi alla mammografia (falso!)
Può fare la mammografia anche chi si è sottoposto all’intervento di mastoplastica additiva; esistono infatti alcuni metodi che permettono di svolgere in totale sicurezza il test. Bisogna considerare inoltre che è prassi ormai utilizzare la Risonanza Magnetica della mammella che, oltre ad essere meno invasiva e sicuramente meno traumatica per il seno, rappresenta attualmente un mezzo diagnostico più efficace rispetto al metodo tradizionale.
3) Le protesi esplodono in aereo (falso!)
Le nuove protesi attualmente in commercio sono totalmente sicure. Non è quindi assolutamente vero che esplodono in aereo. Se questa informazione fosse vera, molto probabilmente, nessuna compagnia aerea farebbe salire le donne che si sono sottoposte alla mastoplastica additiva.
4) L’incisione che viene praticata sull'areola comporta necessariamente la perdita della sensibilità attorno al capezzolo (falso!)
La sensibilità del complesso può diminuire nei primi mesi antecedenti all’intervento, ad ogni modo la sensibilità del capezzolo tornerà ad essere uguale a quella pre operatoria.
5) Il trapianto adiposo rappresenta un'alternativa valida all'aumento del seno con le protesi (falso!)
Il lipofilling è molto più efficace nel correggere la forma ma non il volume del seno ed infatti è utile per le pazienti che presentano dismorfie congenite (seni tuberosi, asimmetrie, ecc.).
6) Le protesi sottomuscolari sono incompatibili con l'attività sportiva (falso!)
Generalmente il trauma che subiscono i pettorali, durante la mastoplastica additiva, si rimargina in poche settimane. Di conseguenza se il muscolo viene ri-allenato, darà le stesse prestazioni sportive del periodo pre-operatorio.
7) Le protesi aumentano il rischio di tumore al seno (falso!)
È stato ampiamente accertato che le protesi non aumentano in nessun modo il rischio di tumore al seno o di altre malattie in generale. Ad ogni modo, va consigliato a tutte le donne che hanno le protesi di fare i controlli di screening annuali, consiglio che viene dato anche a chi non ha fatto l’intervento.
8) Rifarsi il seno preclude la possibilità di poter allattare (falso!)
Va specificato che, durante l’intervento di mastoplastica additiva, l’incisione dell’areola va a colpire il tessuto ghiandolare solo una minima parte, questo significa che la capacità di allattare non viene compromessa.
9) Il seno rifatto è freddo (falso!)
Non è affatto vero, infatti, le protesi in silicone solitamente hanno la stessa identica temperatura del corpo.
10) Le protesi rotonde sono meglio di quelle anatomiche (falso!)
Per chi non ne fosse a conoscenza l’azione di compressione del muscolo pettorale e la posizione verticale trasformano, solitamente, una protesi rotonda in una anatomica, ed è estremamente difficile riscontrare dal vivo, e di profilo, le differenze tra le due tipologie.
Ricordo a tutti di rivolgersi sempre a professionisti di settore per un'eventuale consulenza o trattamento e sappiate che per ulteriori dubbi o domande sono a vostra completa disposizione.