La ricostruzione mammaria con espansore non causa maggior dolore
Secondo l'AIRC, attualmente il tumore al seno colpisce 1 donna su 8 nell'arco della vita. È inoltre il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 29% di tutti i tumori che colpiscono le donne, con un tasso di mortalità del 16% di tutti i decessi per causa oncologica. La stessa percentuale di donne che oggi, e per diversi motivi dopo la diagnosi della malattia, hanno bisogno di una mastectomia totale. È qui che entra in gioco la chirurgia ricostruttiva della mammella, i cui effetti possono variare a seconda della decisione adottata.
Uno studio realizzato in Danimarca nell'anno 2008 e recentemente pubblicato dal Journal of Plastic, Reconstructive & Aesthetic Surgery (JPRAS) sottolinea questo aspetto. I risultati di questo studio evidenziano che la ricostruzione del seno realizzata mediante l'espansione dei tessuti dopo la mastectomia - rispetto all'operazione chirurgica che non è seguita dalla riparazione del seno - non causa una maggiore persistenza del dolore a petto, ascella o braccia.
In cosa consiste lo studio?
Uno dei maggiori problemi che patiscono i pazienti che si sono appena sottomessi a un qualsiasi tipo di operazione chirurgica è, senza dubbio, il dolore che persiste dopo l'intervento. Lo studio realizzato in Danimarca tra gennaio e aprile del 2008 e che raccoglie i dati nazionali ottenuti attraverso il Danish Breast Cancer Cooperative Group (DBCG) afferma che questo malessere fisico postoperatorio colpisce tra il 10 e il 50% dei pazienti.
Nonostante questo, studiando specificatamente i trattamenti destinati alla terapia del cancro al seno - secondo le statistiche presentate da questo studio - il dolore persiste tra il 25 e il 60% dei casi. Per questo motivo, l'obiettivo principale dello studio è stato quello di capire se la ricostruzione della mammella realizzata dopo la mastectomia mediante l'espansione dei tessuti possa provocare un rischio maggiore di patire questo tipo di dolore. Oppure se, al contrario, non sottoporsi alla ricostruzione risulta più doloroso per la paziente.
Il dolore postoperatorio diminuisce con la ricostruzione
Il 48% delle pazienti intervistate che si sottoposero solamente alla mastectomia senza ricostruzione affermano di aver sofferto dolore localizzato al seno, al torace, all'ascella o al braccio. Al contrario, solo il 40% degli individui che si sottoposero alla riparazione del seno sperimentarono questo tipo di dolore postoperatorio.
D'altra parte, come mostrano i risultati ottenuti, esistono alcune differenze a seconda del tipo di dolore sofferto tra i gruppi di pazienti, essendo quello al costato e al braccio molto meno intensi nei casi in cui si è praticata la ricostruzione del seno che in quelli in cui è stata realizzata unicamente la mastectomia.
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Il linfedema si riduce in un 12% dei casi
La differenza di risultati è molto più allarmante quanto si fa riferimento al linfedema del braccio, che costituisce uno degli effetti secondari più frequenti dopo la mastectomia.
Questo sintomo colpisce il 48% delle pazienti senza ricostruzione della mammella e si riduce fino al 36% nelle donne sottoposte a ricostruzione. Per quanto riguarda le altre controindicazioni che derivano da questo tipo d'intervento (come nel caso delle alterazioni sensoriali o funzionali) lo studio non presenta nessun tipo di differenza significativa.
In definitiva, su un totale di 129 pazienti che avevano completato correttamente il questionario, solo il 30% delle intervistate si era sottoposta a una ricostruzione immediata della mammella, mentre il restante 70% lo aveva fatto a posteriori. Sia queste che le cifre anteriori, che secondo l'oggetto di studio non mostrano valori molto differenti, confermano l'idea che, sempre che sia possibile, una ricostruzione immediata del seno è benefica per evitare la permanenza di questo tipo di controindicazioni.
La ricostruzione immediata, una minoranza
Questa tecnica chirurgica di ricostruzione continua a essere minoritaria. Questa situazione sembrerebbe essere causata dalla mancanza d'informazione che ricevono la maggior parte delle pazienti, così come dalle liste di attesa che si generano quando la ricostruzione del seno è rimandata e non immediata.
Inoltre, si deve considerare l'età avanzata in cui si presenta la maggior parte dei casi di cancro al seno. Per questo molte delle pazienti che soffrono la dolorosa esperienza del cancro decidono di non ritornare a operarsi e rinunciano alla ricostruzione.
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Referenze bibliografiche:
www.jprasurg.com