L'aumento del seno transombelicale, una tecnica innovativa
L'aumento del seno transombelicale, conosciuto anche come TUBA (Transumbilical Breast Augmentation) è un'innovativa procedura di chirurgia mammaria che negli ultimi anni si è diffusa molto negli Stati Uniti, soprattutto a Miami.
Il suo successo è probabilmente dovuto alla sua caratteristica di essere una tecnica molto meno invasiva rispetto ad altre, innanzitutto perché non lascia cicatrici visibili in prossimitá del seno o delle ascelle, ed inoltre è un intervento che ha una durata molto minore rispetto ai soliti interventi di mastoplastica additiva, in più il tempo di recupero post operatorio è più rapido e per tutti questi motivi ha attirato molte attenzioni.
Prima di sottoporsi all'operazione (sia che si tratti della mastoplastica con tecnica transombelicale o qualunque altro tipo di operazione chirurgica) la paziente deve prepararsi psicologicamente ed emozionalmente. Anche per questo motivo, durante la prima visita medica, il chirurgo plastico spiegherà nel dettaglio tutto il procedimento, i suoi benefici ed i possibili rischi, inoltre è proprio in questo momento che il medico e la paziente stabiliscono in accordo la dimensione delle protesi che verranno scelte.
Vantaggi del procedimento TUBA
Uno dei principali vantaggi di questa tecnica è che non restano cicatrici in prossimitá del seno ed il seno acquisisce un aspetto naturale piú rapidamente. Inoltre, esiste meno dell'1% di probabilitá di perdere la sensibilitá dei capezzoli e non si producono complicanze dovute ad emorragie ed è interessante notare che non è richiesta l'anestesia generale, per cui si riducono i rischi dell'intervento.
Le protesi possono essere di qualsiasi dimensione e possono essere facilmente sostituite, aumentate o rimosse se necessario. Ma in generale, si possono aumentare fino a un massimo di 3 volte.
Tra i vantaggi del post operatorio si può riscontrare che dopo l'intervento non si presentano sintomi di nausea o vomito. Infatti, una volta terminata l'operazione, la paziente soffre meno. Un'altra cosa interessante è che con questa tecnica non è richiesto nessun reggiseno speciale.
Infine, la cicatrice praticamente non si nota e la paziente può fare la doccia e riprendere le sue normali attivitá il giorno dopo l'intervento.
Candidate ideali per la mastoplastica additiva transombelicale
La mastoplastica additiva transombelicale è particolarmente adatta per le donne che presentano seni piccoli o i cui seni hanno perso volume dopo l'allattamento, ma rappresenta una buona scelta anche per tutte quelle donne che non sono soddisfatte della dimensione del loro seno e desiderano aumentarne la grandezza, soprattutto in caso di perdita della tonicità o in casi di asimmetria.
È importante però ricordare che le pazienti devono trovarsi in perfetta salute ed avere aspettative realistiche in merito ai risultati della mastoplastica, e questo a prescindere dalla tecnica adottata.
Come prepararsi all'intervento
Prima dell'operazione bisogna seguire alcuni passaggi, soprattutto per prevenire eventuali infezioni. Prima di recarsi alla clinica si deve lavare la pelle e i capelli con un sapone antibatterico, inoltre, nel caso in cui si stesse prendendo qualche medicina come, per esempio, l'aspirina o qualche antinfiammatorio, è necessario interrompere l'assunzione almeno 2 settimane prima dell'intervento. Bisogna, inoltre, smettere di fumare e di consumare bevande alcoliche nello stesso periodo per diminuire il rischio di sanguinamento e facilitare la cicatrizzazione. Se la paziente dovesse soffrire di problemi di pressione alta, o nel caso in cui fosse diabetica, dovrá posticipare l'intervento di mastoplastica additiva transombelicale fino a quando il dottore non lo autorizzi.
Procedimento di Mastoplastica Additiva Transombelicale
Questa tecnica si realizza mediante una piccola incisione di 2 centimetri nella zona dell'ombelico (ed è proprio da qui che deriva il suo nome). Attraverso un'endoscopia il chirurgo crea due condotti, uno per l'inserimento di ciascuna protesi. Quando gli impianti sono ben collocati nella zona del petto, si procede a riempirli con una soluzione salina o un gel fatto di silicone, senza utilizzare – in questa parte del processo – l'assistenza endoscopica. L'intera operazione chirurgica dura in media dai 30 ai 40 minuti e viene eseguita attraverso una sedazione endovenosa. Le protesi possono essere inserite sotto la ghiandola mammaria oppure sotto il muscolo, a seconda della forma finale che la paziente desidera ottenere.
Se le protesi si dovessero rompere, il chirurgo plastico dovrà realizzare un secondo intervento per via transombelicale per introdurre i nuovi impianti. Questo metodo dura normalmente meno e utilizza gli stessi condotti del primo intervento.
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Processo di recupero dopo l'intervento TUBA
Il recupero post operatorio può durare, normalmente, da 1 a 2 settimane. La paziente in genere non riscontra particolari problemi per farsi la doccia, dal momento che l'incisione è piccola ed è localizzata nella zona addominale, quindi non interferisce con i movimenti delle braccia.
Ovviamente durante il recupero bisogna evitare di fare pressione sui seni e soprattutto durante le prime 2 settimane successive all'intervento bisogna sottoporsi a revisioni mediche di controllo.
Nel caso in cui dovessero comparire dolori o fastidi durante il post operatorio la paziente può prendere dei farmaci analgesici (prescritti dal proprio medico), ma qualora questi dolori fossero particolarmente acuti, si dovrà contattare immediatamente il medico per evitare qualunque tipo di complicazione.
In genere, la paziente può tornare a lavorare dopo 1 settimana e durante il processo di recupero deve seguire una dieta salutare, evitando di fumare per facilitare la guarigione delle cicatrici. Infine, si possono praticare dei leggeri massaggi nella zona addominale per aiutare a far scomparire qualsiasi segno rimasto a causa dell'intervento.
Rischi dell'intervento TUBA
Anche se la tecnica TUBA presenta meno rischi rispetto ad altri procedimenti, non bisogna mai sottovalutare un intervento e non si deve escludere la possibilità che si possano creare delle complicazioni.
Le complicazioni che potrebbero insorgere con questa procedura possono includere:
- intorpidimento dei capezzoli o dei seni
- formazione di un tessuto cicatriziale attorno alle protesi e conseguente durezza nella zona trattata
- rotture delle protesi
- infezione
Infine, le persone che pensano di voler allattare dopo l'intervento devono consultare il chirurgo estetico per eseguire tutte le adeguate valutazioni.
Negli Stati Uniti, dove vengono usate le protesi saline, questo intervento è abbastanza conosciuto, ma non sono molti i medici che lo praticano poiché per raggiungere buoni risultati richiede una grande esperienza... chissà se un giorno questa procedura alternativa diventerà più popolare.
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