Lipostruttura: mastoplastica additiva con grasso autologo

Lipostruttura: mastoplastica additiva con grasso autologo
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Specialista da oltre 20 anni in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica e in Microchirurgia. Socio SICPRE e ASSECE, ha svolto stage all'estero e incarichi di dirigenza in ambito ospedaliero.
Creazione: 29 ago 2017 · Aggiornamento: 16 ott 2020

Il tessuto adiposo può essere prelevato da quei punti in cui risulta in eccesso per essere poi centrifugato, purifica e iniettato dove è necessario: in corrispondenza di cedimenti o in zone dove i tessuti hanno perso significativamente volume. Questa tecnica è chiamata lipostruttura.

L’uso di grasso autologo attraverso la lipostruttura si è rivelato con il tempo particolarmente vantaggioso e interessante nel caso dell’aumento del seno, dove può essere impiegato al posto delle più tradizionali e conosciute protesi in silicone. Il chirurgo plastico, sostanzialmente, utilizza il grasso prelevato dal paziente come filler, quindi come riempitivo. Questo grasso viene aspirato e prelevato da zone come addome, cosce o fianchi, o da altri punti dello stesso paziente dove l’adipe tende ad accumularsi.

Autotrapianto adiposo, lipostruttura o lipofilling: le nuove frontiere della mastoplastica additiva

Gli interventi che interessano in particolare la regione mammaria includono:

  • mastopessi per seno cadente
  • mastoplastica additiva e riduttiva
  • ricostruzione mammaria per amastia o agenesia (ovvero il mancato sviluppo del seno, che può essere monolaterale o bilaterale)

Studi recenti si sono incentrati sull’analisi delle cellule staminali e le loro applicazioni, aprendo nuovi scenari anche alla chirurgia plastica, che ha visto nascere così la possibilità di poter operare in maniera sempre più precisa, aiutando i pazienti a raggiungere i risultati estetici sempre sperati. Queste novità hanno interessato anche l’ambito della chirurgia mammaria, offrendo nuove tecniche per reintegrare i volumi persi attraverso l’innesto di cellule adipose provenienti da altre aree del corpo con risultati davvero positivi rispetto all’attecchimento di questi tessuti e alla durata dei risultati.

Ma perché si parla di cellule staminali? Questa tecnica di mastoplastica additiva sfrutta proprio l’elevata concentrazione di questo tipo di cellule normalmente presente all’interno del grasso autologo e che conferiscono un’alta stabilità ai volumi che vengono restituiti al seno.

Come si preleva il tessuto autologo?

Il prelievo di tessuto adiposo necessario per l’intervento viene realizzato attraverso una liposuzione mirata, che si esegue con cannule apposite e dal diametro minimo possibile, così da ridurre al minimo sia l’invasività della procedura che le cicatrici residue, nonché il post operatorio e i connessi disagi. L’operazione si effettua in anestesia locale con una sedazione blanda, il post operatorio in genere è piuttosto semplice e privo di difficoltà.

La procedura che si segue è quella della lipostruttura secondo Coleman, che come anticipato in apertura, prevede il prelievo di una piccola quantità di adipe da ginocchia, fianchi o addome o altre zone in cui ci siano adiposità localizzate: l’importante è che la zona donatrice presenti sufficienti quantità di grasso per effettuare il reimpianto.

Il tessuto prelevato viene centrifugato al fine di dividere il siero dalle cellule staminali che (dopo essere state purificate) verranno innestate nell’area interessata, quindi in questo caso le mammelle. Le applicazioni di questa tecnica, però, vanno ben al di là del seno, infatti è validissima anche per il riempimento di aree come il viso, i polpacci, i glutei o anche il pene, in più può essere usata anche per la correzione di cicatrici e depressioni post traumatiche.

lipostruttura seno

Risultati e vantaggi della lipostruttura per il seno

Il risultato che si ottiene è stabile nel corso del tempo ed è sovrapponibile a quello di interventi ben più impegnativi e complessi, anche nei casi di definizione degli esiti di mastectomia, dove l’impiego della lipostruttura è addirittura preferibile rispetto all’inserimento di protesi mammarie.

E allo stesso tempo i vantaggi sono tantissimi:

  • L’invasività dell’intervento viene ridotta ai minimi termini
  • I risultati sono permanenti
  • Non c’è rischio di rigetto
  • Assenza di cicatrici visibili

I risultati sono ottimi e definitivi. Nel confronto, quindi, tra lipofilling e protesi mammarie le scelte (come anche i risultati) possono essere sovrapponibili, a meno che la paziente non sia propensa a impiante un corpo esterno e prediliga perciò l’uso del grasso autologo. A differire è il post operatorio e il dolore, che cambiano nel caso che l’impianto protesico possa essere sottomuscolare e/o sottoghiandolare.

Spesso si verifica una piccola perdita del volume acquisito, dovuta all'attecchimento del grasso impiantato, ma che lo specialista metterà in conto e considererà al momento dell’impianto stesso facendo un’ipercorrezione, aggiungendo cioè un po’ più volume in più. Il grasso, infatti, attecchisce con una perdita dei liquidi e di parte e di parte del tessuto nel corso del primo anno di impianto, per questo motivo di ipercorregge durante la lipostruttura. Non è possibile calcolare quanto verrà riassorbito, in quanto dipende in buona parte dal metabolismo del paziente e dalla tecnica di concentrazione, centrifuga e e stabilizzazione del grasso dopo il suo prelievo.

L’intervento si effettua in un unica seduta che, comunque, può essere integrata o modificata, aumentando per esempio il volume finale dopo l’assorbimento e assestamente del tessuto impiantato o per modificare i volumi che si possono vedere ridotti nel corso degli anni e per fisiologico consumo della ghiandola mammaria o del grasso stesso.

Indicazioni e controindicazioni

La lipostruttura è adatta a chiunque voglia aumentare, correggere o variare i volumi mammari associando un modellamento delle sedi eccessivamente adipose e/o con cuscinetti, occorre però che ci siano sufficienti depositi di grasso da prelevare e che la paziente non sia affetta da patologie genetiche a carico degli adipociti.

L’aumento di volume attraverso lipostruttura prevede la possibilità di avere sufficienti quantità di prelievo per la sede mammaria. Risulta quindi conveniente aumentare i volumi all’interno dei range consentiti. Se il volume di grasso da inserire è ingente, conviene optare per l’inserimento di una protesi, a meno che la paziente non sia assolutamente contraria ad avere un corpo protesico a permanenza nel suo corpo, dal momento che alcune pazienti hanno un approccio psicologico contrario all’inserimento di una protesi e preferiscono quindi il lipofilling.

Proprio la lipostruttura dimostra quanto, al giorno d’oggi, siano aumentate e migliorate le possibilità a disposizione della chirurgia estetica nel campo del rimodellamento della silhouette, sviluppando tecniche sempre più soddisfacenti per i pazienti e più performanti. Ed è così che anche le possibilità di restituire volume a un décolleté svuotato dal tempo o irregolare sono diventate sempre di più.

La mastoplastica additiva con lipofilling non è l’unico intervento poco invasivo in questo senso e i migliori chirurghi plastici ed estetici sapranno consigliare a ciascuna paziente la soluzione più consona che permetta di ridurre l’invasività mantenendo risultati eccellenti anche a distanza nel tempo.

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