Mastoplastica additiva retrofasciale: tecnica e vantaggi
Conosci la tecnica retrofasciale per la mastoplastica additiva? Probabilmente no, perché si tratta di una tecnica meno diffusa delle altre e che non viene praticata da tutti i chirurghi. In Italia, uno dei maggiori esperti in questa tecnica è il Dott. Giuseppe Liardo, specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva da quasi vent’anni.
Bentrovato Dott. Liardo, siamo qui per parlare della Mastoplastica additiva retrofasciale, una tecnica di cui è specialista. Ci può spiegare esattamente di che cosa si tratta?
Buongiorno. La tecnica prevede una piccola incisione della fascia del muscolo pettorale ed uno scollamento di questa dal muscolo stesso. Quindi, viene inserita la protesi.
Qual è la differenza principale tra questa tecnica e altre più conosciute?
La differenza principale consiste nel non ledere il muscolo pettorale, come nella retropettorale o nella Dual-Plane, e nel non agire direttamente sul tessuto grasso o ghiandolare, come nella tecnica retroghiandolare.
E i vantaggi?
I vantaggi sono fondamentalmente tre, rispetto alle tecniche maggiormente conosciute:
- il muscolo pettorale non viene disinserito dai suoi punti di attacco costali e/o sternali, quindi mantiene la sua efficacia funzionale.
- la protesi viene mantenuta ferma dalla fascia stessa, senza pericolo di migrazione (discesa o spostamento), poiché la fascia si comporta come fosse un reggiseno o meglio “reggiprotesi”.
- riduce considerevolmente la possibilità di contrattura capsulare.
Da quanti anni utilizza questo tecnica e perché preferisce operare con questo metodo invece che con altri?
La tecnica la utilizzo da diverso tempo, dopo aver adottato anche le altre, ovviamente. La preferisco rispetto alle altre, proprio per le caratteristiche che la contraddistinguono e per i suoi vantaggi.
Foto del risultato post operatorio di un intervento di mastoplastica additiva retrofasciale eseguita dal Dott. Liardo.
La tecnica retrofasciale è adatta a tutte le pazienti o ci sono casi in cui può essere più consigliabile o magari controindicata?
La retrofasciale può essere impiegata su quasi tutte le paziente, salvo coloro che volessero delle protesi di grandi misure e si presentassero con delle mammelle larghe. In questi casi, sarebbero consigliate le tecniche tradizionali.
Questa tecnica può essere applicata sia nel caso in cui la paziente volesse optare per protesi rotonde che anatomiche?
Certamente, anche se con questa tecnica prediligo le protesi rotonde.
Ci sono differenze dal punto di vista del post operatorio?
Assolutamente no. Il post-operatorio è simile a tutte le altre tecniche.
Quali consigli dá generalmente alle sue pazienti per poter affrontare al meglio il periodo di degenza successivo all’intervento?
Personalmente pongo l’indicazione al riposo della zona superiore del corpo, evitando movimenti di circonvoluzione delle braccia per almeno una settimana. Successivamente, anche in relazione allo status del momento, possono essere compiuti altri movimenti. Certamente, dovrà essere impiegato un reggiseno post-operatorio per almeno 2-4 settimane, a seconda della tecnica impiegata e dai progressi riparativi della paziente. Non per ultimo, consiglio di eseguire, già dopo la prima settimana, dei massaggi linfodrenanti per favorire lo smaltimento dell’edema e per migliorare l’assestamento delle protesi stesse.
In base alla sua esperienza, quali sono i fattori che concorrono per ottenere un buon risultato?
Il più semplice di tutti: non pretendere l’esagerazione. Ovviamente, questo dipende anche dal chirurgo nel far comprendere alla paziente che l’esagerazione può solo portare a risultati non sempre piacevoli.
Prima di salutarci, che cosa consiglia alle persone che sono ancora nella fase di preparazione dell’intervento? Quali sono i principali fattori da prendere in considerazione e che cosa, invece, bisogna evitare?
È importante avere la consapevolezza di ciò che si stia andando a fare e che comunque una mastoplastica additiva è pur sempre un intervento chirurgico. Quindi, diventa indispensabile che si crei “empatia” con il chirurgo e non lo si scelga solo perché venga offerto un prezzo “più economico”.