Si può allattare dopo essersi rifatte il seno? Ecco tutte le risposte!
Gli interventi di mastoplastica sono tra le operazioni più richieste nei centri di chirurgia estetica. Ma le domande che affliggono le donne che stanno per affrontare questi trattamenti sono tante. Una su tutte. Ma questo intervento comprometterà la possibilità di allattare?
Sottoporsi a un intervento al seno è un desiderio di molte donne, che si tratti di mastoplastica riduttiva o additiva, i dubbi legati a una delle funzioni principali delle mammelle, l'allattamento, può influnzare la scelta di sottoporsi o meno alla chirurgia. Ma esistono veramente dei richi e delle limitazioni? Sarà possibile allattare? Le forme del mio nuovo seno rimarranno intatte? Cerchiamo di fare un po' di chiarezza su un tema così delicato.
Innanzitutto, bisogna partire facendo le dovute distinzioni. Infatti la situazione cambia a seconda del tipo di intervento che si andrà a realizzare; generalmente la mastoplastica additiva non è un limite per la montata lattea, mentre l'intervento di riduzione può rivelarsi problematico, in virtù dell'asportazione di una parte del tessuto ghiandolare, come vedremo più avanti.
Scegliere il medico giusto per la mastoplastica additiva è importante!
Diciamo subito che, in linea di massima, non c'è nessuna controindicazione tra gli interventi di mastoplastica additiva e l'allattamento naturale. Le protesi infatti, in ambito chirurgico, vengono posizionate tra la ghiandola mammaria e il muscolo pettorale.
In questo modo non viene in alcun modo messa a rischio la capacità dei dotti galattofori di produrre latte. E con questo anche la capacità della donna di allattare rimane invariata. Ci sono comunque alcune accortezze che è necessario tenere in conto se si prevede la possibilità di una gravidanza dopo un'operazione di aumento del seno:
1) Massaggiare il capezzolo durante il periodo post operatorio: sebbene questa pratica possa risultare fastidiosa nei primi giorni dopo la chirurgia, risulta essere d'aiuto per ristabilire la giusta sensibilità dei capezzoli. Puoi chiedere al tuo chirurgo di insegnarti la tecnica di automassaggio più adatta per ottenere buoni risultati.
2) Scegliere delle protesi di dimensioni adatte alla propria morfologia: come abbiamo più volte ribadito in questo articolo, l'operazione in sé non costituisce un impedimento all'allattamento, detto ciò è sempre una buona norma avvertire il nostro chirurgo della possibilità futura di una gravidanza. Scegliere delle protesi troppo grandi potrebbe comprimere eccessivamente il dotto galafattorio ostacolando o impedendo la fuoriuscita del latte.
3) Effetuare un'ecografia prima di cominciare l'allattamento: nonostante le protesi di ultima generazione siano estremamente sicure e realizzate in materiali che non si disperdono facilmente nell'organismo, è sempre bene controllarne lo stato di conservazione. Prima di cominciare l'allattamento ti consigliamo di rivolgerti al tuo medico di fiducia per effettuare tutti gli esami di routine, in modo da escludere il rischio di complicazioni per la tua salute e quella del tuo bambino.
Per quanto riguarda le complicazioni durante l'allattamento, come la Mastite (un' infezione della ghiandola mammaria), gli esperti assicurano che il rischio di contrarla è pari a quello di una donna con seno non operato. La mastite è abbastanza comune nelle giovani donne, soprattutto durante il primo allattamento, è causata da un'infiltrazione batterica e favorita da una scarsa igiene o dal ristagno del latte nei dotti galattofori. Per prevenirla sarà sufficiente disinfettare accuratamente il capezzolo dopo ogni poppata e utilizzare dei tiralatte meccanici quando non è possibile dare il seno al bambino.
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La protesi potrebbe modificare la sua forma con l'allattamento?
No è improbabile che la protesi modifichi il suo volume, tuttavia bisogna tener presente che sia in caso di allattamento naturale, sia con l'utilizzo di tiralatte meccanici, la ghiandola mammaria aumenterà le sue dimensioni modificando la forma dei seni. Infatti, proprio come nel caso di una mammella non operata, già durante la gravidanza si verificherà un aumento volumetrico dovuto ai fisiologici cambi del corpo femminile. Generalmente, il consiglio dato dai chirurghi è quello di effettuare un'operazione al seno solo quando si è certi di non desiderare nuove gravidanze, in questo modo i risultati dell'operazione dureranno più a lungo.
L'intervento di mastoplastica additiva è comunque un'operazione a tutti gli effetti e come tale va affrontata. Ricordatevi di scegliere un medico di fiducia e tenete in conto che, anche se sono eccezioni, potrebbero esserci dei casi in cui le protesi vengano percepite come corpo estraneo dal nostro organismo, causando effetti collaterali indesiderati.
A volte, invece, le protesi potrebbero premere sul tessuto mammario, diminuendo in questo modo la produzione di latte. Ma sono eccezioni. Nella maggior parte dei casi l'intervento di mastoplastica additiva non influisce minimamente sulla capacità della donna di allattare.
Mastoplastica riduttiva: la situazione è più delicata
Se l'intervento previsto è, invece, quello del ridimensionamento delle mammelle perchè troppo grandi, il discorso cambia. Questa operazione prevede lo spostamento del capezzolo e dell'areola che vengono rimossi e reimpiantati. Con questo processo è più probabile che i dotti lattiferi vengano compromessi. È praticamento impossibile, infatti, rimuovere solo il tessuto adiposo perchè i dotti lattiferi non sono distribuiti in modo uniforme.
In alcuni casi non vengono danneggiati tutti i dotti galattofori, potrebbe verificarsi quindi una fuoriuscita di latte materno, tuttavia la capacità della montata lattea sarà nettamente minore e difficilmente sarà sufficiente per soddisfare i bisogni nutritivi del bambino.
Anche in questo caso, comunque, si consiglia di rivolgersi a un medico competente ed esporre tutte le domande del caso. Ogni persona è diversa dall'altra ed è possibile che ci siano anche delle soluzioni ad hoc adatte al proprio fisico e alle proprie necessità.
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