Come evitare recidive nell’otoplastica

Come evitare recidive nell’otoplastica
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Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dal 1997 e dirigente medico. Socio SICPRE, e non solo, si è occupato della segreteria scientifica di numerosi congressi ed eventi del settore.
Creazione: 9 mar 2021 · Aggiornamento: 9 mar 2021

Gli inestetismi non risparmiano nessuna zona del corpo, neanche le orecchie. Infatti uno degli interventi di chirurgia estetica maggiormente richiesto è l’otoplastica, un’operazione considerata di routine in questo ambito e che permette di correggere l’eccesso di distanza tra i due padiglioni auricolari che provoca le cosiddette orecchie a sventola o orecchie ad ansa. Oggi, il Dott. Dario D’Angelo, ci aiuta a rispondere ad alcuni dubbi frequenti su questo tipo di intervento, dedicando un’attenzione particolare ai risultati finali e a come evitare possibili recidive.

Dott. D’Angelo cosa causa questa sporgenza eccessiva delle orecchie?

Dipende da un’eccessiva apertura dell’angolo oto-mastoideo che fa sì che le orecchie sporgano maggiormente dalla testa. Un altra causa è l’assenza dell’antelice, cioè la piega maggiormente visibile nell’anatomia dell’orecchio. Si tratta di un inestetismo congenito, quindi si può considerare come una malformazione.

Ha parlato di malformazione delle orecchie, ci potrebbe fare altri esempi?

Una delle malformazioni maggiori è la microtia, che si verifica quando le orecchie sono solo dei piccoli abbozzi, ma in questi casi bisogna intervenire con un gli strumenti della chirurgia plastica ricostruttiva, non sono oggetto comune della chirurgia estetica. Altri esempi di interventi in questo senso possono essere quelli per ridurre le dimensioni dei padiglioni auricolari, oppure la riduzione o riparazione del lobo dell’orecchio. Quest’ultimo esempio si riferisce in particolare a quei casi nei quali il lobo viene danneggiato da dilatatori o orecchini eccessivamente pesanti.

otoplastica infanzia

Torniamo alle orecchie a sventola. Quando è più consigliato intervenire con l’otoplastica?

In genere, è possibile correggere le orecchie a sventola prima dei 6 anni. Questo permette di anticipare eventuali ripercussioni psicologiche che si potrebbero subire con la nuova dimensione di socializzazione che inizia con la nuova attività scolare. In alcuni casi l’otoplastica può anche essere effettuata a carico del servizio sanitario nazionale o SSN.

Spesso i pazienti leggono le esperienze di altri utenti su internet e a volte vengono spaventati dalle testimonianze negative degli altri. Nel caso dell’otoplastica queste preoccupazioni riguardano più che altro la recidiva, quindi il ripresentarsi delle orecchie a sventolo dopo un’operazione. Quali rassicurazioni si sente di fare in questo senso?

Questa domanda mi permette di fare alcune considerazioni riguardo all’otoplastica realizzata tramite suture volte alla modificazione della curvatura della cartilagine. Si tratta di una tecnica rapida e semplice, ma che comporta un alto tasso di recidiva e complicazioni (in particolare granuloma da corpo estraneo). La cartilagine auricolare può essere modificata nella sua forma se si sfrutta una sua caratteristica intrinseca: deve essere piegata e flessa dal lato opposto a quello nel quale si realizzano le incisioni (sottili). Per rimodellare il padiglione, quindi, non sono necessari punti di sutura in corrispondenza della cartilagine, ma questa deve essere rimodellata finché non prende la curvatura e la forma che desidera il paziente. In questo caso, i punti di sutura vengono impiegati soltanto per la chiusura dell’incisione retroauricolare, riducendo a zero la recidiva (sempre che l’operazione venga eseguita in modo corretto).

Esistono quindi tecniche più complesse o meno complesse all’interno dell’otoplastica le cui caratteristiche si riflettono proprio nella durata dei risultati?

Le tecniche che presentano un maggiore tasso di recidiva sono quelle che prevedono una modificazione semplicemente nella piega della cartilagine attraverso punti di sutura posizionati su di essa, mentre le tecniche basate su un vero e proprio rimodernamento della cartilagine hanno un più alto tasso di successo. E tutto questo è dovuto proprio alle caratteristiche intrinseche e biomeccaniche della cartilagine auricolare, che grazie alla sua costituzione duro-elastica dà forma al padiglione auricolare.

Un esempio di tecnica di rimodernamento della cartilagine auricolare è la tecnica Chong-Chet. Queste tecniche sono sì più complesse e non vengono praticate da tutti i chirurghi, ma i loro risultati sono altamente più efficaci e duraturi.

otoplastica adulti

È un intervento che lascia cicatrici?

Le cicatrici non sono visibili, rimangono nascoste nella parte posteriore dell’orecchio.

Che tipo di anestesia si utilizza per l’intervento?

Nei bambini si ricorre all’anestesia generale, mentre in età adulta si utilizza l’anestesia locale.

Dopo l’operazione quanto tempo bisogna attendere per riprendere le normali attività?

Il postoperatorio dell’otoplastica non è complesso. Lo sport può essere ripreso dopo una settimana e, nel caso degli adulti, si può tornare a lavorare dopo 2 giorni.

Dott.ssa Mari Scarcella
Senza opinioni
Messina, Messina
Dr. Francesco Aji
Vicenza, Vicenza
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