Rimozione tatuaggi: laser o chirurgia?
Il tatuaggio puó essere una passione, ma in certi casi puó trasformarsi in un amaro pentimento con il passare del tempo.
A tal proposito l'Istituto Superiore di Sanità ha rilevato dati molto interessanti, svelando che il 17,2% dei tatuati italiani dichiara di voler rimuovere i suoi tattoo,mentre il 4,3 % lo ha già fatto.
Dall'indagine condotta su un campione di quasi 8.000 individui in territorio italiano a partire dai 12 anni di età, emerge quasi un fenomeno sociale, una nuova controtendenza, quella di cancellare i tatuaggi, che, partita dagli Stati Uniti, ora spopola anche in Europa.
Puó capitare, infatti, di pentirsi di aver fatto un determinato tatuaggio, magari perché in passato é stato realizzato in maniera rudimentale (con ago e china ad esempio, forse per risparmiare dei soldi), o perché si é cambiato idea sul soggetto scelto.
Quest'ultimo é un caso frequente: esistono molte persone che quando erano adolescenti si sono fatte tatuare un certo disegno perché in quel momento seguivano una moda, ma succede poi che con il passare degli anni non si riconoscono piú in quel tatuaggio e lo vogliono eliminare.
Non sono solo le persone comuni a voler rimuovere tatuaggi, ma anche personaggi dello spettacolo sia americani come Angelina Jolie, Paris Hilton e lo stesso Johnny Depp che si era scritto addosso "Winona forever" (peccato che poi la storia é finita) piuttosto che italiani come Costantino Vitagliano, Fabrizio Corona o Elenoire Casalegno che si é fatta togliere dalle dita le iniziali di Omar Pedrini dopo esser tornata single.
Intanto, secondo l'Istituto Superiore di Sanità aumenta il numero dei "baby tatuati" che ormai sono il 7,7% di quelli fra i 12 e i 17 anni.
Un altro dato da sottolineare, poi, é il fatto che il 22% di coloro che si sono tatuati in un centro non ha firmato un consenso informato. Secondo la legge italiana, ognitatuatore è tenuto a far compilare ad ogni cliente prima di effettuare il tatuaggio tale consenso in cui il cliente dichiara di essere stato informato sui rischi legati all'esecuzione (trasmissione di AIDS o epatite B e C) e sulle precauzioni da tenere dopo l'effettuazione del tatuaggio. Nel caso dei minorenni, il consenso dovrà essere sottoscritto da un genitore o dal tutore che autorizza il tatuaggio.
È importante non solo firmarlo, ma anche che ci sia una reale informazione per agire con consapevolezza, dato che una buona parte delle persone tatuate è rappresentato da minori che potrebbero farlo solo con il consenso dei genitori. Infine, va ricordato che il tatuaggio non é qualcosa semplice da rimuovere: per cancellarli ci vuole un medico esperto che utilizzi un trattamento laser (ad oggi il metodo piú efficace).
I tatuaggi oggi sono così diffusi che aumentano sempre più anche le richieste di eliminarli: non è raro infatti che un disegno, per varie ragioni, diventi sgradito e non si accetti più di vederlo ogni giorno sul nostro corpo.
Cosa fare? La metodica meno invasiva di rimozione è indubbiamente il laser, che, se correttamente impiegato, non lascia segni evidenti sulla cute e richiede solo un certo numero di sedute ambulatoriali. Non sempre però il laser è in grado di cancellare in ogni sua parte un disegno, specialmente se è molto esteso o se fatto con pigmenti sui quali il suo raggio non è abbastanza attivo.
Se l'esigenza è quella di eliminare ogni traccia del tatuaggio in certi casi bisogna optare per la sua asportazione, che è un vero e proprio intervento di chirurgia plastica. Deve essere uno specialista a verificare se ci sono le indicazioni, in base alla sua estensione e alla zona in cui si trova, perché è indispensabile che vi sia un certo grado di lassità della cute da trattare.
La rimozione chirurgica
La resezione può avvenire in una sola volta oppure in due tempi, a distanza di almeno tre mesi, nel caso che la cute da rimuovere sia troppa. Più l'intervento è invasivo, infatti, maggiori sono le probabilità di avere cicatrici visibili.
Di solito dopo l'intervento resta una cicatrice lineare, leggermente più lunga del tatuaggio rimosso, è necessario però adottare tutti gli accorgimenti possibili perché la cicatrizzazione avvenga correttamente, dal momento che la cute è messa sotto tensione.
Deve essere perciò il chirurgo a valutare se intervenire in due tempi o optare per soluzioni diverse, che vanno dagli innesti di materiali di bioingegneria o di cute prelevata da un'altra sede all'espansione della cute interessata dal tatuaggio prima di procedere all'intervento di rimozione.
Il risultato di queste procedure non è sempre apprezzabile sul piano estetico, anche se dopo l'intervento si utilizzano bende elastiche e speciali pomate a base di gel siliconico per favorire la cicatrizzazione ottimale.
Per valutare le indicazioni alla rimozione di un tatuaggio è indispensabile un'accurata visita dal chirurgo plastico, che sarà in grado di fornire informazioni più dettagliate e personalizzate, inclusi i tempi, le modalità e i costi dell'intervento.
➡️ Clicca qui per avere l'elenco dei professionisti che praticano interventi di rimozione chirurgica dei tatuaggi.
Il laser Q Switched
Oggi i laser medicali tecnologicamente avanzati sono in grado di eliminare in modo selettivo i pigmenti inseriti nella pelle, senza arrecare alcun danno ai tessuti circostanti.
In genere, per la rimozione dei tatuaggi si utilizza il laser Q-switched, che emette raggi con varie lunghezze d'onda (a seconda del colore e della profondità del pigmento bersaglio), rilasciati sotto forma di impulsi di elevatissima potenza ma brevissima durata.
Come funziona?
Durante la seduta, sotto l'azione del raggio laser, il pigmento presente nello strato basale del derma si frammenta in particelle microscopiche, che vengono gradualmente rimosse ed eliminate dal metabolismo. Pigmenti di colore diverso vengono bersagliati con lunghezze d'onda diverse. Ottenere la totale scomparsa del tatuaggio, però, non sempre è possibile, perché molte variabili incidono sulla possibilità di rimozione completa.
Esistono, ad esempio, un migliaio di tipi di inchiostro, e il medico non può sapere quale sia stato usato per il disegno, e prevederne la reazione al trattamento laser. Anche i vari colori hanno reazioni differenti: se è relativamente semplice eliminare il blu, il nero, il rosso, l’arancione ed il viola, i pigmenti di colore verde, giallo e bianco richiedono invece varie sedute e possono non rispondere al trattamento nonostante la professionalità del medico e l'elevata efficienza del dispositivo laser.
La quantità di inchiostro utilizzato per il tatuaggio e la profondità a cui è stato iniettato (maggiore nei tatuaggi professionali, ad esempio, che non in quelli “amatoriali” o cosmetici, come il trucco permanente), la sede anatomica in cui si trova, la sua estensione ed età giocano un ruolo altrettanto importante. Nei tatuaggi più vecchi una parte del colore è stata già eliminata dalle cellule "spazzine" della cute, nonostante gli inchiostri siano inseriti a profondità dove il ricambio non è rapido come nello strato superficiale dell'epidermide. Nella maggior parte dei casi la sicurezza e l'elevata efficacia dei Laser Q-switched garantiscono risultati ottimi, senza cicatrici, macchie o depigmentazione, con un ciclo che può includere, indicativamente, da 3 a 7 sedute, a distanza di un mese l'una dall'altra.