Dalla labioplastica alla vaginoplastica, come recuperare il benessere intimo
Sono sempre di più le pazienti che si rivolgono al chirurgo plastico per correggere i difetti e le disfunzioni della vagina. La Dott.ssa Ginevra Migliori, Direttrice Sanitaria dello studio Aglaia Medical di Massa, ci spiega quali sono gli interventi più richiesti, descrivendone le motivazioni e le procedure.
Quali sono gli interventi che rientrano nella chirurgia intima femminile?
Si tratta di procedure chirurgiche mini-invasive, che hanno la finalità di migliorare l’aspetto estetico e/o funzionale di vulva e vagina. Comprendono:
- Labioplastica
- Vaginal tightening ed imenoplastica
- Lipofilling delle grandi labbra
- Liposuzione del monte di Venere
- Rinfoltimento dei peli pubici
Quale di questi è il più frequentemente richiesto?
Le maggiori richieste al momento riguardano la labioplastica, cioè la riduzione delle piccole labbra.
Quando il problema non è più estetico ma anche funzionale?
Ci possono essere 2 diverse tipologie di problemi funzionali.
La prima riguarda le donne di età compresa fra i 30 e i 50 anni, che in seguito ad uno o più parti, hanno sviluppato un indebolimento più o meno marcato della muscolatura vaginale e perineale, con perdita di forza, tono e supporto muscolare ed allargamento del diametro del canale vaginale. Nei casi più gravi si può arrivare ad avere anche un prolasso, cioè un cedimento, dell’utero e/o della vescica nel canale vaginale. In questa situazione, le pazienti e i relativi partners lamentano una significativa riduzione del piacere sessuale. L’intervento che permette di risolvere questa problematica è la vaginoplastica o vaginal tightening.
L’altra tipologia di disfunzione vulvo-vaginale è invece tipica di donne over 50 in post-menopausa, che lamentano disturbi correlati con la deplezione estrogenica tipica della menopausa: secchezza vaginale, prurito, bruciore, dispareunia, cioè dolore durante i rapporti sessuali. In questo caso si può intervenire con il PRP, che permette di migliorare tono, turgore e trofismo della vulva e della vagina, in associazione con prodotti topici ed integratori da assumere per bocca a base di sostanze che implementano l’idratazione della mucosa (fitoestrogeni, acido ialuronico).
Che cosa s'intende per labioplastica e in che cosa consiste l'intervento? Quali il post-operatorio e i tempi di recupero?
Per labioplastica s’intende generalmente la riduzione chirurgica delle piccole labbra ed è indicata quando le piccole labbra sono ipertrofiche, cioè quando sono eccessivamente sviluppate, al punto da debordare oltre l’apertura del canale vaginale. Esistono diversi livelli di gravità: si va da forme lievi, in cui la problematica è prettamente estetica, a forme gravi, in cui le pazienti lamentano, oltre che imbarazzo nei confronti del partner, anche disturbi da irritazione cronica dovuta a frizione. La labioplastica consiste nell’asportazione della parte eccedente delle piccole labbra, in modo da riportarle allo stesso livello dell’apertura vaginale.
L’intervento avviene in anestesia locale associata ad una leggera sedazione ed in regime di day-hospital. La paziente può riprendere a svolgere praticamente da subito la maggior parte delle comuni attività, anche perché il dolore è nullo o scarso, ed è possibile lavare la parte sin dal giorno dopo. Vengono applicati punti riassorbibili, che non necessitano di rimozione. Dopo circa 20 giorni è possibile riprendere palestra e piscina. Dopo 25-30 giorni è possibile avere nuovamente rapporti sessuali.
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Quando si richiede il lipofilling delle grandi labbra? Come si effettua?
L’indicazione principale è data dalla presenza di grandi labbra particolarmente ipotrofiche ed “invecchiate”, cioè appiattite, con scarso turgore e scarsa idratazione. Si prelevano da una sede idonea (fianchi, cosce, ginocchia) circa 60 cc di grasso, che, dopo opportuna preparazione, viene iniettato sotto la cute delle grandi labbra con una microcannula. Insieme alle cellule adipose si trapiantano anche le cellule staminali presenti nel grasso, che in virtù delle loro proprietà rigenerative, miglioreranno il trofismo ed il turgore del tessuto. Per intensificare quest’ultimo effetto, è possibile miscelare il grasso con il PRP, che contiene molteplici fattori di crescita piastrinici, induttori della nesosintesi di collagene.
Che cos'è il vaginal tightening?
Per vaginal tightening o vaginoplastica s’intende l’intervento che permette di ripristinare il tono della muscolatura perineale e vaginale, che si è perso in seguito ad uno o più parti. Questa perdita di tono muscolare si traduce generalmente in un eccessivo allargamento del canale vaginale, con conseguente riduzione del piacere sessuale della paziente e del partner. Il vaginal tightening permette di ricostruire un adeguato supporto muscolare e di restringere adeguatamente la vagina, riportandola ad uno stato “giovanile” e pre-partum.
In generale, quali sono le procedure mediche per il ringiovanimento vulvo-vaginale?
Le 2 procedure mediche più richieste sono il PRP e la cosiddetta “G-shot amplification”. Il PRP, un trattamento molto versatile, è l'infiltrazione nella zona vaginale di plasma ricco in piastrine, che si ottiene attraverso un piccolo prelievo di sangue, che svolge un'importante azione stimolante e rigenerante dei tessuti cutanei. I benefici di questo trattamento sono molteplici: è possibile ridurre notevolmente la secchezza vaginale, ma anche bruciore, prurito, dispareunia, cioè dolore durante i rapporti sessuali, inoltre la pelle della vulva apparirà più tonico e giovane.
L’altra trattamento di medicina intima sempre più ruichiesto è la “G-shot amplification”, ovvero l'aumento del punto G, un punto che sotto stimolazione genera una sensazione di piacere nella donna. L’amplificazione del punto G viene realizzata grazie ad un'iniezione locale (nel presunto punto G) di acido ialuronico, che permette di ottenere una maggiore stimolazione a livello del punto G durante il rapporto sessuale.
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