Salve sono un ciclista professionista, recentemente (70 giorni fa circa) mi sono sottoposto ad intervento chirurgico per rimozione di 2 cisti sebacee nella zona ischiatica, mi avevano detto che in 3 settimane circa tolti i punti sarei potuto tornare al mio lavoro senza problemi. A distanza di un mese provando a tornare in bici non sono riuscito per il dolore della seduta avendo anche risolto le cause della problematica ovvero sellino e pantaloncino adatto. Ho eseguito diverse sedute di tecar terapie, ultrasuoni e trattamenti manuali per scollare le aderenze sotto cicatrice e il tessuto fibrotico che si era formato oltre ad aver messo creme e cerotti di tutti i tipi ma non riesco ancora a risolvere il problema. Sulla cicatrice presento un piccolo cordoncino sotto la cicatrice stessa (non ipertrofica o cheloidea) e quello che sembra una zona ancora gonfia che penso possa essere un punto che forse non è stato riassorbito o un pelo incarnito che provoca ancora del gonfiore in una parte della cicatrice. Ho eseguito anche un'ecografia 1 mese fa con esito di nessuna recidiva di cisti ma con “Imbibizione edematosa sottocicatriziale”. Mi hanno consigliato di effettuare infiltrazioni di cortisone per togliere quel “cordoncino” sotto pelle e il poco gonfiore ancora rimasto che crea comunque un corpo estraneo nel movimento della pedalata e potrebbe provocare questo gonfiore dove appunto dovrebbe esserci una zona “morbida”. Sinceramente non so più cosa fare e per motivi lavorativi dovrei risalire in sella più velocemente possibile. Vi allego qui sotto le foto attuali (penso che sia rimasto un punto sotto la cicatrice perché alla pressione dove tutta la pelle attorno sbianca proprio nel punto dove ho maggior dolore rimane un punto nero sotto).
La situazione relativa alla cicatrice presenta alcune sfide significative. La cicatrice mostra una configurazione depressa che coinvolge diversi strati di tessuto. È emerso che molti dei trattamenti finora tentati, tra cui l'approccio manuale e l'uso degli ultrasuoni, non hanno prodotto risultati soddisfacenti.
Tuttavia, anche la terapia Tecar, sebbene sia stata utilizzata per lavorare sui vari strati di tessuto, sembra avere delle limitazioni in termini di efficacia. Va notato che l'approccio con la terapia laser, comunemente utilizzato in campo riabilitativo e medicina estetica, potrebbe rappresentare la soluzione più appropriata per questa situazione.
È importante inoltre notare che l'uso concomitante di cortisone è fortemente controindicato in questo contesto. L'associazione tra l'uso del laser e il cortisone potrebbe avere un effetto controproducente sulla cicatrice, portando a una possibile cristallizzazione o deterioramento della stessa.
Salve è normale che sia verificata una zona di fibrosi questo succede in tutte le ferite che stanno cicatrizzando , un valido aiuto potrebbe averlo con un rivitalizzante a base di acido ialuronico aspetterei con il cortisone. In ogni caso contatti il chirurgo che ha fatto l" intervento.
Cordialmente Dottoressa Maria Franca Marceddu
Deve essere visitata per poter valutare in modo scrupoloso e competente, potrebbe essere necessario infiltrare la zona con del cortisone ma occorre visita in presenza per esserne certi
Buona giornata
Dottoressa Serafina Ghianda
La fibrosi cicatriziale che determina la zona di edema può essere semplicemente risolta trattando la zona con la collagenasi, risolvendo così sia la fibrosi che l'esito cicatriziale che molto spesso sparisce del tutto o al massimo rimane una zona di cute con discromia.
Purtroppo nessuno dice ai pazienti che in una ferita chirurgica il collagene rimescola per un anno quindi mettendo la regione sotto sforzo qualcosa può succedere. Non so chi possa averle consigliato i trattamenti che ha fatto ma non credo il chirurgo visto che non sono consolidati dalla letteratura scientifica internazionale accreditata. Purtroppo senza una visita si può dire poco ma l’unica cosa che posso consigliare e di consultare il chirurgo ed eventualmente un’infiltrazione di cortisone
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