Chirurgia estetica e malattie autoimmuni

sofi1110
sofi1110
21 gen 2020 · Ultima risposta: 30 lug 2020

Vorrei sottopormi a qualche intervento estetico, nello specifico mastopessi e addominoplastica. Mi è stata diagnosticata 2 anni fa l'artrite reumatoide, e sono in cura con il plaquenil. La malattia è in remissione da più di un anno, con nessun dolore o infiammazione. Ho un po' di timore che con lo stress dell'intervento, possa risvegliarsi. Che esperienze e consigli avete in proposito? Grazie Sofia

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Risposte (9)

Tutte le risposte a questa domanda sono di dottori reali

Se la malattia è sotto controllo può affrontare l'intervento, ma comunque prima va valutata anche dal suo reumatologo che le darà il nulla osta per l'intervento.
Cordialità
dott.ssa Arianna Tinti

3 sedi di Bologna, Forlì-Cesena, Ravenna...

La valutazione è del chirurgo e anestesista

6 sedi di Lucca, Napoli, Pistoia...

bisogna avere un parere dall'immunologo
saluti
nicola catania

2 sedi di Bergamo, Brescia...

Gentile Sofia,
se allo stato attuale la malattia è sotto controllo, può tranquillamente affrontare l'intervento.
Cordiali saluti
Dott. Sergio Delfino

3 sedi di Napoli, Roma...

Andrebbe sentito il reumatologo prima di tutto. Ci sono casi di stress chirurgici che inducono recrudescenze di malattia

2 sedi di Bari, Barletta-Andria-Trani...

Occorre una visita ed esami Preoperatorio approfonditi . In teoria , con cure specifiche prima dell’intervallo, il tutto dovrebbe potersi eseguire, meglio ancora se non venissero impiantate protesi mammarie , ma eseguite altre tecniche per il seno

6 sedi di Firenze, Milano, Parma...

Buongiorno,
L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune con sintomatologia infiammatoria, le pazienti che si sottopongono ad interventi chirurgici, affette da malattie di questo genere, devono essere consigliate dal proprio chirurgo nell’assunzione di una terapia steroidea per contrastare l’insorgenza della sintomatologia propria di questa malattia. Nella mia esperienza una terapia di due settimane di cortisone preserva da queste eventualità nefaste. Mi contatti pure per una consulenza.
Saluti

3 sedi di Milano, Varese, Verona...

Tranquilla ha scelto due interventi non implicati nei distretti da lei interessati. Sarà però opportuna un’opportuna gestione del plaquenil e della sua coagulazione

Le malattie autoimmuni sono spesso imprevedibili. Nel suo caso una malattia che colpisce le articolazioni ma che ha anche manifestazioni cutanee. È un caso da valutare collegialmente col suo reumatologo

4 sedi di Como, Lecco, Milano...

Domande relative

Seno ptosico dopo mastopessi

DeniseBi
18 nov 2020 · Ultima risposta: 25 nov 2020

Buonasera a tutti, mi sono sottoposta ad un'intervento di mastopessi con protesi in sede retroghiandolare circa 6 mesi fa. Ad oggi i seni risultano ptosici, vuoti nella parte superiore e nella parte interna. Inoltre sono molto distanti e in alcuni punti ho degli avvallamenti che credo siano rippling. Ho il dubbio che la decisione di posizionare le protesi sotto la ghiandola non sia stata giusta, perché sebbene avessi molto tessuto ghiandolare, sono magra, la mia pelle è molto sottile e poco elastica. Mi chiedo, in casi del genere è possibile rimediare e ottenere un risultato duraturo nel tempo, oppure devo arrendermi al mio seno cadente? Nel caso in cui fosse possibile, quali sarebbero le migliori opzioni? Vi ringrazio in attesa di un vostro parere.

Risposte (16)

Tutte le risposte a questa domanda sono di dottori reali

Buongiorno, lei ha centrato perfettamente il problema.
A parte le generiche indicazioni circa il posizionamento della protesi in sede retroghiandolare o sottomuscolare rispetto allo spessore dei tessuti sovrastanti, personalmente ritengo appropriato, posizionare sempre le protesi in sede retromuscolare in caso di ptosi.
Questo, a prescindere da una correzione chirurgica della ptosi, che ovviamente viene effettuata solo se necessaria.
Altri colleghi le hanno già correttamente risposto che le protesi “pesano” immagini di sottoporre ad uno stress “ponderale” una mammella che invece abbiamo sollevato e che vogliamo che si mantenga tale quanto più a lungo possibile.
Questo avviene nel posizionamento retroghiandolare.
Sono due forze contrapposte dove la meglio l’avrà con sicurezza il peso delle protesi associata alla forza di gravità.
Nel caso del posizionamento sottomuscolare, invece, una buona parte del peso della protesi si scarica sul muscolo. La capsula peripeotesica che si andrà a formare rappresenterà una sorte di culla di sospensione che avvolgerà la protesi e, contenendola, scaricherà il suo peso sul muscolo.
In sintesi, per risolvere il suo problema la protesi va posizionata al di sotto del muscolo.

Cordialità,

Dott. Dario d’Angelo

2 sedi di Napoli, Salerno...
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