Buongiorno Dott., Le chiedo gentilmente un parere riguardo un problema al seno. Nel nov. 2002 mi sono sottoposta ad un intervento di mastoplastica addittiva per aumentare il mio seno da una 2° ad una 4° misura. Intervento eseguito in clinica a pagamento, decorso nella norma e nessuna complicazione. Nel mese di maggio 2005 ho riscontrato durante autopalpazione un nodulo. Dopo tutte gli esami del caso – ecografia , mammografia, biopsia eco guidato il verdetto – Carcinoma duttale infiltrante . Linfonodo sentinella pulita, dopodicche quadrantectomia (senza rimuovere le protesi) , 6 cicli di chemioterapia FEC, 30 sedute di radioterapia. A tutt’oggi sono ancora in follow-up annuale in quanto considerata ad alto rischio recidiva, anche se per fortuna non si è ancora verificata questa eventualità. A distanza di anni il seno dx , quello malato è ulteriormente rimpicciolito con forma e dimensione diverso dal sx. L’anno scorso mi sono recata dal chirurgo che mi aveva fatto la mastoplastica addittiva per chiedere se potevo sistemare i seni , visto che c’era una diversità enorme tra dx e sx , e se si poteva fare in ospedale visto che sono ancora paziente oncologico. Mi ha rassicurata dicendomi che – avevo sì diritto in quanto paziente oncologico reduce da quadtrantectomia -che le protesi avevano ormai più di 10 anni e che erano da sostituire -che mi avrebbe inserito nella lista d’attesa per farlo nella corsia di Ch. Plastica dove è di servizio e che mi avrebbe operata lui. Dopo 18 mesi d’attesa mi hanno convocato per l’intervento eseguito il 12 giugno 2013. Mi hanno inserito i drenaggi durante l’intervento , rimossi la mattina del 14 giugno prima di essere dimessa. Per una settimana dopo l’intervento tutto bene poi al 10° giorno il seno dx inizia a gonfiarsi e fare male. Guardandomi allo specchio mi accorgo che il seno ero non solo gonfio ma di color grigio. Era un venerdì sera ,ho telefonato e mandato una foto al chirurgo che mi ha convocato il lunedì successivo. Il lunedì ha specillato il seno dx facendo fuoriuscire del siero, non ha dato molte spiegazioni ha farfugliato soltanto che ‘a volte succede’. Comunque mi ha inserito un drenaggio e mandata a casa, cura antibiotica con Clavomed 3 volte al dì. 2 giorni dopo ritorno e mi toglie il drenaggio. Pochi giorni e si riforma il siero, specilla di nuovo ma cambia atteggiamento e diventa aggressivo, dicendomi che- - L’intervento non era da fare in ospedale,( credo intendessei in clinica a pagamento!) - Non avevo assolutamente diritto a rifare il seno in ospedale - Le protesi che avevo andavano benissimo e non erano da sostituire - Che sicuramente ‘salterà’ la protesi quindi me lo dovrà asportare, stare 3 mesi senza per poi rimetterla - Che tutto questo ‘me la son cercata’
Sono davvero basita da tutta la vicenda e non ho più fiducia in questo medico.. Documentandomi ho letto che ci sono degli antibiotici specifici per il sieroma eg-Targosid , Zivoxid. Ma perché non mi è stata proposta alcuna alternativa quando è ovvio che il Clavomed è inefficace? Le chiedo gentilmente un parere e se posso evitare un intervento demolitivo.
Gentile amica , la infezione di una protesi è più frequente dopo un intervento di sostituzione protesica e dopo una radioterapia ; è giusto drenare il siero e fare una terapia antibiotica (meglio usare antibiotici antistafilococco , come il targosid e lo Zivoxid , che sono specifici per le infezioni da protesi ), che lei può ancora farsi prescrivere; spesso il problema si risolve così ; in caso contrario si roglie la protesi e si rimette dopo sei mesi , quando la infezione è passata ed è inutile denunciare il chirurgo perchè non ha colpa dal momento che quando c'è una protesi esistono sempre dei germi nella capsula della protesi che le difese organiche contengono e quando si toglie la protesi questi germi si attaccano alla nuova protesi rompendo l'equilibrio esistente.
Dr C.Martino
Chirurgia Plastica Salerno
Consulti un reparto ospedaliero di chirurgia plastica
Gentile signora,
in caso di contrattura o sieroma, personalmente preferisco asportare la capsula fibrosa periprotesica e sostituire gli impianti. Nel suo caso specifico potrebbe anche essere opportuno valutare l’utilizzo di protesi al poliuretano.
Cordiali saluti,
Dottor Sergio Delfino
Gentile, la sua è una storia di infezione cronica e purtroppo la soluzione la soluzione sarebbe rimuovere le protesi e aspettare 2-3 mesi che i tessuti si assestino per procedere ad un nuovo intervento. se dal suo chirurgo non riceve le risposte che le sarebbero dovute, si rivolga a centri più specializzati e con maggiore esperienza.
Perchè non si rivolge alla chirurgia plastica universitaria della sua città?
Cordialmente Equipe Medica CENTRO GENESY
gentile amica la contrattura capsulare ed il sieroma sono conseguenza di una infezione cronica e lenta della tasca mammaria , con germi che stanno nel biofilm della struttura capsulare e che sono di difficile eradicazione quando la protesi è in sede ; qualunque cambio di protesi serve solo a trasmettere la infezione da una protesi all'altra . L'unica soluzione è quella di 'bonificare' la zona togliendo le protesi e rimettendole dopo cinque o sei mesi , facendo una adeguata terapia antibiotica.
Storia molto complicata... prenda in considerazione l'opzione di rimuovere le protesi per qualche mese e reimpiantarle successivamente.
Ovviamente è un parere assolutamente relatiivo non avendola visitata e soprattutto operata, il suo chirurgo ha una quantità di informazioni molto maggiore...
Dr. Leonardo M. Ioppolo
Chirurgo Plastico EBOPRAS
Calabria
Gentile utente, se non vi è risoluzione con terapia antibiotica, sarà necessaria la rimozione della protesi e la revisione chirurgica.
Cordiali saluti
Staff medico Biosphera Med
Cara d, dispiace molto per tutto l'accaduto e anche per l'atteggiamento del collega. Ora, a mio avviso, invece che andare 'a tentoni' con un antibiotico piuttosto che con un altro, farei fare, anche tramite il suo medico curante, un esame colturale del siero+antibiogramma, in modo da essere certi che l'antibiotico che sta assumendo/andrà ad assumere sia quello specifico. In molti casi come questo, il controllo dell'infezione permette di evitare un re-intervento: in caso contrario sarà inevitabile. Cordialmente Dott. Fabio Chemello CENTRO MEDICO GENESY
In effetti se l'infezione non si risolve dopo il cambiamento di terapia antibiotica, bisogna togliere la protesi.
Gent.Loredana,
se, cambiando antibiotico, non si risolvesse la situazione, non resta alternativa all'asportazione della protesi, che, in quanto corpo estraneo, rende difficile una guarigione, quando si verifica un'infezione.
Cordiali saluti dr. Peroni Ranchet.
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