La psoriasi è una malattia che colpisce dal 2 al 3% della popolazione, riporta il Ministero della Salute, includendo sia adulti che bambini. Il quadro clinico può essere molto diverso da paziente a paziente, infatti una persona potrebbe soffrire di una forma lieve che non compromette eccessivamente la sua vita quotidiana, mentre un'altra potrebbe avere una forma più grave e avanzata. A seconda del grado e della forma che si sono raggiunti, possono essere proposti diversi trattamenti: creme specifiche e unguenti, fototerapia, impulsi laser o bioterapia per i casi più gravi. La cosa più importante è rivolgersi fin dall'inizio a uno specialista che possa valutare tutti i sintomi e studiare una terapia adeguata per ogni caso.
La psoriasi è un disturbo cronico, non è contagiosa e può presentarsi in diverse forme. Molto spesso, questo disturbo si presenta con placche rosse e biancastre, limitate a un'area specifica del corpo, sulle quali si possono notare frammenti di pelle secca. La sua evoluzione è imprevedibile e generalmente è localizzata in zone di attrito (gomiti, gambe, ginocchia, ecc), ma può comparire anche sul viso o sulla testa.
I sintomi principali includono prurito, squame, arrossamenti e fastidio alla pelle, che si presentano alternando fasi di acutizzazzione e remissione. Questi sintomi sono tipici anche della dermatite (in particolare la dermatite seborroica), quindi solo un dermatologo potrà effettuare una diagnosi esatta.
Gli esperti dell’istituto Humanitas spiegano che la psoriasi non è una vera e propria malattia, ma piuttosto un'anomalia della crescita della cute, le cui cause non sono ancora identificabili in un unico fattore.
La causa più probabile sembrerebbe da ricercarsi nella genetica, infatti diversi studi hanno evidenziato come quasi la metà dei pazienti affetti da psoriasi provenga da famiglie nelle quali sono già stati registrati casi di comparsa di questo disturbo autoimmune. Tuttavia, la genetica da sola non è sufficiente per dimostrare la sua insorgenza, ma entrano in gioco anche altri fattori esterni ed ambientali: stress, alterazioni metaboliche, abuso di alcolici e tabacco, alcuni farmaci e non ultimi i traumi fisici subiti dalla pelle (ustioni, tatuaggi, colpi, etc). In quest'ultimo caso si parla di sindrome di Koebner, un fenomeno conosciuto già dal 1887 e che mostra come nelle due settimane successive a un trauma possano manifestarsi i sintomi della psoriasi, anche in soggetti che fino a quel momento non avevano mai sofferto di questo disturbo.
La psoriasi non è una sola, ma è suddivisa in forme e tipologie differenti e un paziente che soffre di questa anomalia potrebbe presentare uno o più tipi di psoriasi nello stesso tempo. Il Prof. Antonio Costanzo, responsabile del reparto di Dermatologia dell’istituto Humanitas, spiega quali sono i diversi tipi e le loro caratteristiche:
Bisogna sempre essere certi di contattare soltanto specialisti autorizzati e controllare le qualifiche e competenze su portali affidabili, come la federazione nazionale dell’Ordine dei Medici o la Società Italiana di Dermatologia (Sidemast).
Per avere supporto e consigli su come affrontare la malattia, puoi anche rivolgerti ad associazioni come la ADIPSO (Associazione per la Difesa degli Psoriasici).
La prima visita permette al dermatologo di esaminare le lesioni per formulare una diagnosi clinica precisa. Il medico avrà bisogno di raccogliere informazioni precise sul tuo caso, e per le situazioni più difficili o nelle forme più gravi, potrà prescrivere una biopsia della pelle. Questo esame comporta il prelievo di un campione cutaneo dove è presente la lesione così che possa essere analizzato per valutare la presenza di possibili patologie associate alla psoriasi.
Ci sono diverse tipologie di trattamenti:
Trattamenti topici.
Da un lato si possono utilizzare i corticosteroidi, che vengono somministrati sotto forma di pomate, creme o gel. Sono molto efficaci al momento del trattamento, ma il rischio di recidiva è piuttosto importante. Possono essere utilizzati per un periodo di tempo limitato, durante il quale bisogna applicare la crema o pomata prescritta una volta al giorno.
Dall'altro gli analoghi della vitamina D3, che hanno un effetto benefico sulla proliferazione delle cellule della cute e, di fatto, limitano lo sviluppo dei cheratinociti alla base della malattia. Anche in questo caso, la durata del trattamento sarà limitata.
Oppure si può procedere con una combinazione di corticosteroidi topici e di analoghi della vitamina D3. In questo caso il trattamento consiste in un'applicazione una volta al giorno durante il primo mese e un'applicazione di mantenimento una volta alla settimana per ridurre il rischio di recidiva.
Fototerapia.
È indicata, in particolare, quando più della metà della superficie della pelle è affetta. La durata del trattamento dipenderà sia dall'estensione della superficie cutanea da trattare che dalla risposta dell'epidermide al trattamento.
Esistono due tipi di fototerapia:
Laser a decolorazione pulsata.
Il laser a sbiancamento pulsato agisce mediante la rimozione selettiva dei piccoli vasi sanguigni che partecipano alla formazione della malattia. Quando i vasi responsabili vengono eliminati, il paziente può notare un marcato rallentamento dell'anomalia della pelle e un'interruzione temporanea della formazione della placca psoriasica.
Servono da 5 a 6 sedute e alcune sessioni di mantenimento per ottenere un risultato soddisfacente. I risultati sono visibili dopo 2 o 3 settimane dalla prima sessione. Non è un trattamento molto doloroso e non è necessaria l’anestesia locale.
Bioterapia.
Questa terapia ha l’obiettivo di agire direttamente sui responsabili delle lesioni cutanee associate con la psoriasi, bloccando le proteine che causano l’infiammazione. Tuttavia, questo trattamento viene prescritto nel caso in cui i rimedi convenzionali (corticosteroidi, vitamina D3 analogico, fototerapia o laser) sono controindicate per il paziente o nel caso in cui non portino risultati.
Il trattamento con la bioterapia rimane, attualmente, molto costoso (circa 10.000 euro per un anno).
Prodotti naturali.
Alcuni prodotti naturali possono contribuire a migliorare l'aspetto della vostra pelle a margine di un trattamento per la psoriasi:
Qualunque sia il trattamento scelto per la lotta contro la psoriasi, i risultati vengono valutati con il punteggio PASI (Psoriasis Area Severity Index), come spiegato nella pagina dello studio Torrinomedica. La scala va da 0 a 72, è considerata grave oltre il 10. Il calcolo si basa sulla proporzione tra lesioni, spessore, arrossamento e desquamazione della pelle.
A prescindere dal tipo di terapia eseguita per curarla, si raccomanda di seguire un follow-up regolare ogni 6 mesi e di chiedere un consiglio al proprio medico o dermatologo riguardo ai prodotti da utilizzare per l'igiene quotidiana (detergente viso, shampoo, creme ad uso quotidiano, etc).
Attualmente è impossibile curare completamente la psoriasi, proprio perché si tratta di una malattia cronica. Tuttavia, i trattamenti proposti rallentano significativamente lo sviluppo delle placche e permettono comunque di migliorare significativamente la qualità di vita del paziente, alleviando i sintomi e prolungando il periodo di benessere tra una seduta e l’altra, come affermano gli specialisti del Coricciati Medical Group.