L’intervento di aumento del seno è uno dei più diffusi e popolari all’interno della Chirurgia Estetica e Plastica. Le prime operazioni di mastoplastica additiva sono state eseguite già a partire dagli anni ‘60 e negli ultimi 30-40 anni, l’aumento del seno, ha conosciuto una costante crescita, diventando tra gli interventi più richiesti dalle donne di tutto il mondo.
Questo, però, significa anche che ci sono molte donne che hanno realizzato questa operazione da più di dieci o vent’anni e che quindi hanno dovuto o dovranno, prima o poi, sostituire le loro protesi mammarie con modelli più nuovi e più sicuri.
Le protesi al seno hanno una durata che può arrivare anche fino ai vent’anni, spiega il Dott. Andrea Bitonti. Tuttavia, spesso si possono notare dei peggioramenti estetici o anche dei dolori che possono indicare il sintomo di un cambiamento nella posizione o nella struttura delle protesi. In questi casi, quindi, bisognerà procedere con la sostituzione di nuovi impianti.
Lo specialista aggiunge che le donne portatrici di protesi dovrebbero realizzare un controllo annuale con un’ecografia o una risonanza magnetica, mentre la mammografia viene suggerita dal radiologo solo in casi specifici, dal momento che durante questo esame si potrebbe correre il rischio di danneggiare gli impianti.
Questi controlli annuali sono molto utili per il medico, perché gli permettono di verificare se le protesi sono ancora in buone condizioni oppure se è preferibile sostituirle anche prima dei 10 anni considerati come il periodo di durata più consigliata.
Sì le protesi, con il passare del tempo potrebbero rompersi. Il Dott. Matteo D'ambrosio chiarisce che negli anni passati, soprattutto nei decenni degli anni ‘80 e ‘90, venivano utilizzate delle protesi contenenti una soluzione di silicone dalla consistenza molto più fluida di quelle attuali. Inoltre, aggiunge lo specialista, il rischio di rottura era più alto e frequente e la durata degli impianti era stimata intorno ai dieci anni.
Attualmente, invece, l’interno delle protesi di ultima generazione viene realizzato con una soluzione sempre in silicone, ma dalla consistenza molto più compatta, in modo che in caso di rottura il materiale contenuto all’interno non si disperda nel corpo ma rimanga più facilmente localizzabile. Inoltre, rassicura il Dott. D’ambrosio, anche la parte esterna delle protesi è stata rinforzata e in più sono presenti più tasche, così che il rischio di rottura possa risultare più ridimensionato rispetto al passato.
Nell’eventualità che la protesi si dovesse rompere potrebbe essere che la paziente avverta dei fastidi che le fanno capire che qualcosa non va, ma la rottura potrebbe essere anche asintomatica, ovvero non dare segnali: proprio per questo motivo è importantissimo eseguire i controlli annuali mirati a verificare l’integrità delle protesi.
Il Dott. Matteo D'ambrosio avverte che le protesi devono essere integre, ben posizionate e senza alterazioni o deformazioni. Infatti, con il trascorrere del tempo e degli anni, i tessuti dei materiali che compongono le protesi potrebbero perdere la loro compattezza. Qualora gli esami di controllo periodici rilevassero qualsiasi difetto negli impianti il medico potrà suggerire una sostituzione delle protesi mammarie.
In generale i casi in cui viene consigliato di cambiare le protesi con dei nuovi prodotti includono:
Inoltre, talvolta può anche semplicemente succedere che una donna che ha già realizzato una mastoplastica additiva o una mastopessi con protesi decida di realizzare un nuovo intervento perchè, per ragioni del tutto legate a preferenze personali, desidera cambiare dimensione o tipologia di protesi, sostituendo per esempio delle protesi tonde con delle protesi anatomiche o ergonomiche, oppure con protesi di dimensioni maggiori o minori.
Le regole da seguire per la scelta del chirurgo plastico per l'intervento di sostituzione delle protesi sono sempre le stesse di qualsiasi altro intervento di Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva:
Nel caso di questo intervento, però, bisogna anche aggiungere che molto spesso è preferibile rivolgersi allo stesso chirurgo che aveva precedentemente realizzato l'intervento di mastoplastica additiva, dal momento che sarà già a conoscenza del caso e del tipo di impianti utilizzati. Tuttavia, niente vieta di rivolgersi a nuovo specialista o di effettuare diverse visite preliminari con più di un chirurgo, in modo da trovare quello più adatto alla propria situazione.
L’intervento di sostituzione delle protesi mammarie è chiamato anche mastoplastica secondaria oppure mastoplastica di revisione.
Riguardo alla procedura - che dura da 1 a 2 ore ed è paragonabile a quella della mastoplastica additiva - il Dott. Daniele Fasano distingue due diversi casi:
I risultati sono considerati stabili. Gli esperti avvertono che, ovviamente, i risultati varieranno a seconda delle condizioni di partenza della paziente e che bisogna anche tenere conto degli effetti provocati da invecchiamento, gravidanze e allattamento, perdita o aumento di peso che possono provocare dei cambiamenti nella forma e nelle dimensioni del seno nel corso degli anni.
Le cure e i disagi del del post operatorio della mastoplastica di revisione sono del tutto assimilabili a quelli della mastoplastica additiva.
La Dott.ssa Mari Scarcella precisa che, generalmente, i drenaggi vengono rimossi dopo un giorno così come le bende, che verranno sostituite da un reggiseno di tipo sportivo da indossare sia di giorno che di notte per almeno 1 mese. I punti di sutura, invece, vengono rimossi dopo circa 2 settimane e a partire da questo momento, la dottoressa suggerisce, di eseguire un automassaggio del seno per aiutare il riassorbimento del gonfiore.
Durante il primo mese del post operatorio bisognerà evitare di compiere sforzi con le braccia, come nella mastoplastica additiva, e bisognerà quindi evitare di sollevare pesi, guidare o prendere in braccio un bambino. Inoltre, non si potrà né fumare né esporre la pelle al sole durante questo periodo, in modo da facilitare la cicatrizzazione delle suture.
Anche i rischi, così come i risultati sono simili a quelli della mastoplastica additiva.
Gli effetti collaterali rilevabili, includono edema o gonfiore e discromie.
I rischi invece possono includere: