Gli xantelasmi (o xantoma cutaneo) sono delle neoformazioni benigne della pelle e sono degli accumuli di adipe che compaiono in uomini e donne soprattutto dopo i 40 anni, ma possono formarsi anche in giovane età, anche se è più raro, spiega il Dott. Claudio Lucchini. Solitamente si formano sulle palpebre superiori e inferiori o intorno ad esse.
Il loro aspetto è quello di macchie o placchette di colore giallo o biancastro e possono essere sia piatte che in rilievo. La forma e la dimensione degli xantelasmi può variare, così come anche il loro numero.
Il Dott. Lucchini chiarisce che spesso si può riscontrare una familiarità nella formazione degli xantelasmi e sottolinea che la possibile correlazione della loro insorgenza con il colesterolo alto e con la dislipidemia è un tema che viene ancora dibattuto in ambito medico e scientifico.
Questo tipo di inestetismo e formazione cutanea si forma al livello del derma reticolare, esclusivamente nella regione palpebrale.
Il Dott. Carlo Graziani precisa che gli xantelasmi possono apparire in tutta la zona circostante la palpebra inferiore e superiore, ma si riscontrano in modo particolare nell'angolo dell'occhio e delle palpebre.
Gli xantelasmi hanno la tendenza ad aumentare di dimensioni nel corso del tempo, e questo porta spesso i pazienti a chiedersi se possano essere pericolosi e non semplicemente antiestetici, ma gli xantelasmi in sé non sono pericolosi e possono essere eliminati, rassicura il Dott. Marco Pignatti.
Tuttavia, lo specialisto raccomanda di effettuare un’analisi dei valori del colesterolo, perché la presenza di xantelasmi potrebbe rappresentare un segnale di un’alta concentrazione di colesterolo nel sangue.
L’oculista con formazione in oculoplastica, il dermatologo, il chirurgo estetico e il medico estetico con preparazione in dermochirurgia o in chirurgia estetica possono occuparsi della diagnosi e dell’asportazione degli xantelasmi.
Ricordiamo che la prima cosa da verificare all’inizio di qualsiasi trattamento medico è di accertarsi riguardo alla specializzazione e al curriculum professionale dello specialista a cui ci si affida.
I principali passi da seguire nella scelta del proprio medico sono:
La prima visita serve sempre per valutare dimensioni e caratteristiche dell'inestetismo da trattare, in questo caso gli xantelasmi.
Gli specialisti ICLID precisano che le prime valutazioni devono prevedere anche la prescrizione di alcuni esami strumentali che servano da un lato per prendere in esame anche il grado di elasticità della pelle delle palpebre e dall’altro l’entità degli xantelasmi. Questi esami serviranno al medico anche per stabilire se sarà più opportuno procedere all'asportazione con la chirurgia oppure con il laser CO2.
Inoltre, aggiungono gli esperti, nel caso in cui gli esami rivelassero un’alterazione della presenza dei lipidi nel sangue, bisognerà adottare una terapia multidisciplinare, che verrà consigliata al paziente proprio nel corso di questa prima consulenza.
I metodi per asportare gli xantelasmi sono diversi e vanno dalla dermochirurgia, al laser fino all’uso di acido tricloroacetico e crioterapia. Questi ultimi due erano utilizzati soprattutto in passato, ma attualmente i metodi più utilizzati sono quattro:
I risultati sono duraturi, ma talvolta potrebbero verificarsi delle recidive. L’effetto del trattamento sarà visibile dopo alcuni giorni, in genere 1 settimana, perchè bisogna aspettare la guarigione dell’incisione o delle crosticine.
Le cure successive al trattamento non richiedono particolari accorgimenti, l'importante è non esporre la pelle al sole, infatti si sconsiglia di realizzare l’asportazione degli xantelasmi durante l’estate, indipendemente dalla tecnica impiegata.
Il Dott. Urtis avverte che dopo la rimozione degli xantelasmi potranno comparire i seguenti effetti collaterali:
Il medico consiglierà l’uso di creme topiche per alleviare questi effetti collaterali.
Infine, bisogna sottolineare che i trattamenti contro gli xantelasmi sono controindicati durante la gravidanza e l’allattamento, e nel caso di patologie circolatorie, cardiovascolari, sistemiche o autoimmuni bisognerà valutare insieme allo specialista come procedere in tranquillità e sicurezza.