Chirurgia mandibolare: cos'è e i casi in cui si consiglia
Spesso si tende a credere che eventuali problemi alla mandibola causino solamente danni estetici. In realtà tali disfunzioni, come l'asimmetria facciale o il malposizionamento della mandibola, possono provocare difetti di chiusura, dolori al viso e difficoltà di masticazione.
Per questo, in alcuni casi è necessario ricorrere alla cosiddetta chirurgia mandibolare (o chirurgia ortognatica). Questo tipo di intervento serve a ripristinare la funzionalità della mandibola, permettendo il giusto allineamento dei denti. Ciò avviene attraverso lo spostamento delle ossa delle arcate mandibolari in modo tale da permettere una corretta chiusura.
Quando è necessario l'intervento?
Solitamente l'intervento viene consigliato nei casi in cui si abbia un pronunciato malfunzionamento e/o problema estetico legato alla mandibola. Sarà il dentista a decidere in merito alla disfunzione, valutando se il paziente abbia la necessità di sottoporsi a questo tipo di operazione.
Spesso questo problema può essere prevenuto prima dei diciotto anni grazie all'utilizzo degli apparecchi dentali. Negli adulti, invece, è impossibile poter risolvere le malformazioni ossee attraverso l'ortodonzia.
L'intervento viene scelto, pianificato ed eseguito non solo dal dentista, ma anche dall'ortodontista e dal chirurgo.
Attualmente l'operazione non richiede che le arcate vengano bloccate per permettere la convalescenza. Il chirurgo, infatti si occuperà di fissare la mandibola attraverso l'utilizzo di viti e, tuttavia, durante i giorni seguenti all'intervento, il paziente dovrà mantenere una dieta esclusivamente liquida e seguire attentamente le indicazioni del proprio chirurgo.
Il risultato sarà una mandibola e, di conseguenza, le due arcate ben posizionate, evitando così il malfunzionamento durante la masticazione e un'estetica del volto indubbiamente migliorata.