La malattia parodontale
La malattia parodontale è una patologia del "sistema parodontale" (costituito da osso alveolare, legamento periodontale, cemento radicolare e gengiva) caratterizzata da infiammazione gengivale, formazione di tasche parodontali, mobilità dentaria e riassorbimento dell'osso alveolare seguita da perdita, negli stadi più avanzanti, degli elementi dentari.
La malattia parodontale rappresenta un problema di salute globale, che colpisce la maggior parte della popolazione adulta dopo i 35-40 anni di età; secondo studi epidemiologici sviluppati nel corso degli anni la percentuale di individui con un parodonto sano(cioè con assenza di infiammazione e profondità di sondaggio non superiore a 4 mm) diminuisce con l'aumentare dell'età e non rappresenta più del 10% della popolazione adulta.
La malattia parodontale è sempre preceduta dalla una patologia infiammatoria dei tessuti molli di sostegno dei denti (gengiva marginale) che si manifesta con sanguinamento spontaneo e/o sondaggio, ipertrofia gengivale, edema, assenza di tasca parodontale e che riconosce un'eziologia multifattoriale, soprattutto batterica, che prevede l'interazione di tre cofattori principali:
- Suscettibilità genetica dell'ospite
- Fattori ambientali
- Fattori comportamentali
La prevenzione della gengivite, pertanto, consente un'efficace opera di prevenzione della parodontite.
La malattia parodontale (nelle sue varie forme più o meno gravi: giovanile localizzata, parodontite cronica, parodontite refrattaria, gengivite ulcero-necrotica…..) si manifesta con perdita radiografica di osso in presenza di attacco al sondaggio; segno patognomonico è la tasca parodontale che insorge quando il processo degenerativo supera l'attacco gengivale dell'elemento dentario. La distruzione delle strutture di sostegno del dente è il risultato dell'inefficace azione dei sistemi di difesa dell'ospite in risposta all'accumulo della placca microbica costituita da particolare batteri parodonto patogeni. Questo processo differisce, sia per estensione che per gravità, da individuo ad individuo ed anche all'interno dello stesso individuo. I Fattori di rischio per la malattia parodontale:
1.Costituzione Genetica Del Paziente
Il rischio di sviluppare la parodontite ha una chiara componente genetica. In particolare una variante del DNA presente frequentemente nella popolazione (polimorfismo) che determina una sovrapproduzione del mediatore infiammatorio Interleuchina 1 (IL-1) favorisce un eccesso di risposta flogistica a livello dell'osso del dente e del tessuto connettivo circostante, con iperattivazione degli osteoclasti che inducono un riassorbimento osseo aggressivo. Questo porta nel tempo all'approfondirsi del distacco del dente stesso dalla gengiva.
Questa scoperta risale inizialmente a quattordici anni fa, quando genetisti americani si sono concentrati per la prima volta su gruppi di pazienti che avevano un'eccellente igiene orale e una bassa percentuale di batteri parodontopatogeni, e che ciononostante mostravano una marcata degradazione dell'osso mascellare. Nella maggior parte di tali pazienti venne riscontrata la variante che induce la sovrapproduzione di IL-1, il che causava una forte risposta immunitaria nel tessuto connettivale e nell'osso del dente nonostante fossero presenti piccole quantità di batteri. Uno studio successivo ha dimostrato che quando si ha un rischio ereditario, la probabilità di parodontite è molto più elevata. Se sommata infatti ad altri fattori predisponesti, come il fumo, la scarsa igiene orale, malattie sistematiche e stress, si osservava un aumento di 10 volte in questo rischio.
Il paziente che presenta suscettibilità genetica alla malattia parodontale dovrà sottoporsi a controlli più frequenti e seguire una igiene domiciliare specifica, che ritarderanno o eviteranno la comparsa della malattia.
Peri-implantite. Studi recenti condotti in Svizzera e negli Stati Uniti sul fallimento di impianti dentari, mostrano come i fumatori, in particolare coloro che risultano positivi per polimorfismi nel gene dell'IL-1, presentino un alto rischio (3 volte superiore) di perdita di impianto. L'esecuzione del test genetico di suscettibilità prima dell'inserzione degli impianti dentali può dar modo di valutare il rischio di peri-implantite che porterebbe al fallimento dell'impianto; rappresenta quindi una tutela sia per il paziente, che per il dentista, in quanto l'omissione del test potrebbe, nel futuro prossimo, essere origine di contenzioso.
2.Assortimento Specifico Delle Specie Batteriche Componenti La Placca
La colonizzazione delle superfici dentali da parte dei batteri è riconosciuta essere il fattore eziologico principale per lo sviluppo della malattia parodontale. Molti studi sui batteri della cavità orale hanno dimostrato come solo alcune delle 400 specie batteriche suddette presentino alta patogenicità, che può causare malattie parodontali gravi. I batteri patogeni utilizzati come marcatori per la parodontite appartengono al gruppo dei batteri Gram negativi anaerobi obbligati con pigmentazione nera come Actinobacillus actinomycetemcomitans (definito anche Haemophilus actinomycetemcomitans), Tannerella forsythensis, Prevotella intermedia, Porphyromonas gingivalis, Treponema denticola ed altri. Tali batteri associati alla parodontite sono caratterizzati dalla produzione di vari metaboliti e da fattori di virulenza che portano nel complesso alla distruzione del tessuto parodontale o all'inattivazione delle difese da parte del sistema immunitario. In particolare, le specie ad alta patogenicità Actinobacillus actinomycetemcomitans, Porphyromonas gingivalis e Tannerella forsythensis possiedono un'alta gamma di fattori patogeni, la cui presenza nelle tasche gengivali può provocare la caduta del dente. Oltre a tali batteri ad alta patogenicità, vi sono altri batteri moderatamente patogenici il cui potenziale dipende dalle concentrazioni alle quali sono presenti.
Calcolare quantitativamente il rapporto tra ciascuna specie batterica parodontopatogena ed il carico batterico totale (prevalenza) dà inoltre una indicazione diagnostica importante, in quantoActinobacillus actinomycetemcomitans è spesso associato alla parodontite giovanile localizzata, Porphyromonas gingivalis é generalmente associato alla parodontite cronica, Tannerella forsythensis alla parodontite refrattaria; e fornisce anche indicazioni terapeutiche per un utilizzo mirato ed efficace degli antibiotici specifici e alle dosi necessarie per eradicare i batteri parodontopatogeni.
3.Altri Fattori
Altri fattori predisponesti allo sviluppo della malattia parodontale ma che hanno una rilevanza minore sono rispetto ai precedenti sono:
Tartaro: il tartaro rappresenta il fattore più importante nella ritenzione della placca e, pertanto, facilita tutti i processi infiammatori che comportano anche la produzione di tossine coinvolte nell'insorgenza della parodontite.
Fumo: il fumo è il primo fattore di rischio ambientale per malattia parodontale, è in grado di causare recessione gengivale e riassorbimento osseo anche in assenza di malattia parodontale.
Patologie sistemiche e farmaci: il diabete insulino-dipendente, la sindrome di Down, l'artrite reumatoide, l'infezione da HIV sono patologie che rendono l'individuo più suscettibile alla malattia parodontale. La stessa maggiore suscettibilità può essere anche causata dall'utilizzo di taluni farmaci come: steroidi, ciclosporine, contraccettivi orali, calcio antagonisti ecc….
La malattia parodontale, responsabile di una situazione di infiammazione cronica con rilascio di mediatori infiammatori in circolo, rappresenta inoltre un fattore di rischio per le seguenti patologie:
- cardiopatie coronariche
- malattie respiratorie
- diabete
- parto prematuro e nascita di neonati sottopeso