Trapianto Capelli - L'autotrapianto di capelli non basta

Trapianto Capelli - L'autotrapianto di capelli non basta
Centro medico specializzato in trattamenti per la perdita dei capelli, come l'autotrapianto con tecnica atFUE, e in Medicina Rigenerativa. Gli è stato assegnato il premio Le Fonti Innovation Awards®.
Creazione: 2 lug 2013 · Aggiornamento: 19 ago 2019

L'autotrapianto non è la risposta definitiva a tutti i porblemi di caduta dei capelli. Abbiamo intervistato il dott. Mauro Conti dellaHairClinic, clinica di Milano specializzata nel trattamento delle problematiche legate alla calvizie, per scoprire le principali differenze tra le varie tecniche di trapianto dei capelli e i vantaggi della medicina rigenerativa per prevenire, migliorare o evitare l'autotrapianto.

Quali sono le più efficaci tecniche per l'autotrapianto dei capelli? E in che cosa consistono?

Esistono due tecniche fondamentali di autotrapianto e a mio avviso le più efficaci sono le varianti dell’autotrapianto monobulbare o FUE, che consiste nell’estrazione di singoli bulbi piliferi dalla parte del cuoio capelluto che non è affetto da calvizie, in genere dalla parte posteriore della testa, che vengono spostati nella parte anteriore. L’altra tecnica, STRIP o FUSS usata tutt’ora da circa il 90% dei chirurghi plastici, consiste invece nell’incisione del cuoio capelluto occipitale, nell’estrazione di un lembo di pelle che viene poi ricollocato nella zona affetta da calvizie. La parte da cui è stato asportato il lembo di cuoio capelluto viene poi ricucita. L’autotrapianto monobulare produce un risultato più naturale e inoltre evita la perdita di una parte considerevole di innesti laddove interviene il bisturi, motivo a volte di cicatrici antiestetiche.  

I risultati dell’autotrapianto possono ritenersi definitivi? Sono necessari ulteriori interventi?

I capelli prelevati dalla nuca sono geneticamente destinati a sopravvivere per cui in genere attecchiscono facilmente e continueranno a vivere. Il fatto che il trapianto sia più o meno definitivo dipende dallo stadio di evoluzione della calvizie. Se il paziente si trova in una situazione stabile di calvizie, per cui una parte del cuoio capelluto è ancora viva e attiva senza particolari variazioni, il risultato dell’autotrapianto monobulbare si può considerare definitivo. Invece, quando l’evoluzione della calvizie è in fieri e il paziente decide di sottoporsi ad un autotrapianto per prevenire la calvizie, molto probabilmente dovrà ripetere l’intervento procedendo ad altri innesti per ricoprire quelle zone che con il tempo hanno perduto i capelli. In poche parole: chi fa un autotrapianto da giovane molto probabilmente dovrà ripetere l’intervento perché la calvizie non si è ancora arrestata.

Quali sono i limiti dell'autotrapianto?

  • Innanzitutto, una volta prelevati, i bulbi che vengono estratti non si riproducono nella zona che li aveva originati per cui se un paziente si trova in uno stato di calvizie importante non si può prelevare una quantità illimitata di bulbi ma si deve trovare il giusto equilibrio tra i follicoli prelevati e i follicoli trapiantati. Per questo motivo a volte il risultato dell’autotrapianto è poco beneficioso, poiché non consentirebbe quel ripopolamento che dà un risultato naturale e se si eccede con il prelievo dsi rischia di creare la calvizie laddove priva non c'era.
  • In secondo luogo, come detto prima, se il processo di perdita dei capelli non si è arrestato sarà necessario ripetere l’intervento negli anni per evitare un effetto a chiazze.

Per questi motivi l’autotrapianto non basta! Ma deve essere affiancato o preceduto da tecniche di medicina rigenerativa che consentano prima di tutto di riattivare i follicoli dormienti, di rafforzare i capelli esistenti e far ricrescere i capelli.

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In quali casi l’autotrapianto non può e non deve essere eseguito

Non dovrebbe essere eseguito su un paziente giovane in cui la calvizie è ancora in evoluzione. Un ventenne per esempio non dovrebbe ricorrere all’autotrapianto. L’età minima dovrebbe essere intorno ai 30 o 35 anni, valutando ovviamente ogni singolo caso. L’autotrapianto non dovrebbe essere eseguito altresì quando la quantità di capelli da prelevare è già di per sé limitata e quindi vi è una base meno consistente di bulbi da estrarre.

Quali le tecniche complementari per ottimizzare i risultati? Quali le alternative?

Secondo la nostra esperienza per contrastare la calvizie e ottimizzare i risultati dell’autotrapianto- e a volte per evitarlo- si deve applicare un protocollo di medicina rigenerativa chiamato bSBS, BioStimolazione Bulbare Sinergica che prevede l’iniezione di tre gruppi di sostanze:

a. Sostanze ad azione antinfiammatoria

I bulbi che hanno smesso di produrre capelli sono in genere affetti da un’infezione subacuta costante, che agisce alla base del bulbo, derivante dall’azione della prostaglandina D2 e causata da molteplici fattori che possono essere genetici, ormonali, stress, etc. Quindi è necessario prima di tutto calmare questa infiammazione cronica con sostanze antinfiammatorie.

b. Sostanze ad azione rivascolarizzante e nutritiva

Iniezione di molecole che consentono di riattivare la circolazione e di trasmettere i necessari nutrienti nelle zone affette da calvizie.

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c. Cellule autologhe in grado di riattivare le cellule dei follicoli

Iniezione di piastrine giovani e di cellule staminali CD34+ estratte dal sangue del paziente, grazie alla tecnica HCRP che consente di estrarre dal sangue solo le piastrine più giovani e le cellule staminali. La tecnica HCRP è più efficace rispetto alla PRP, tecnica che consente semplicemente di estrarre il plasma ricco di piastrine senza differenziare tra le piastrine più giovani- e quindi migliori- e quelle più anziane e quindi meno utili.

Le piastrine giovani e le cellule staminali aiutano le cellule dei follicoli a rigenerarsi e a far ricrescere i capelli. L’azione congiunta di questi tre gruppi di sostanze consente di riattivare i follicoli dormienti, di irrobustire i capelli esistenti e di dare forza e vigore a quelli che ricresceranno.

Molti giovani si rivolgono a GuidaEstetica.it per sapere come arrestare la caduta dei capelli, che cosa consiglia di fare?

Il nostro consiglio è quello di iniziare subito la terapia rigenerativa con cellule staminali di cui sopra che include un test ormonale, Lipidomico e genetico che consente di analizzare nel dna geni correlati alla calvizie e così trovare le migliori soluzioni per contrastare e stabilizzare i risultati nel tempo.

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