Mastopessi Riduttiva

Mastopessi Riduttiva
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Specialista da oltre 20 anni in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica e in Microchirurgia. Socio SICPRE e ASSECE, ha svolto stage all'estero e incarichi di dirigenza in ambito ospedaliero.
Creazione: 29 ago 2017 · Aggiornamento: 19 ott 2020

Il volume non è rappresenta l’unica preoccupazione in materia di seno. Anche qui, così come in qualsiasi altra parte del corpo, si possono formare le smagliature, oppure il complesso formato dal capezzolo e dall’aureola può scomparire sotto il solco mammario.

La mastopessi - come del resto succede anche con la mastoplastica - può essere sia additiva che riduttiva, a seconda delle problematiche o aspirazione specifiche di qualsiasi paziente. L'intervento chirurgico, in entrambi i casi, ha il fine di ripristinare la pienezza, l’armonia e la freschezza del seno e del suo aspetto, correggendo i problemi causati dalla ptosi o dalla sua caduta.

Mastopessi riduttiva: ridare tono, forma e volume al seno

Si sa che il seno può rappresentare un elemento cruciale della silhouette femminile, dal momento che influisce sia sulla vestibilità degli indumenti che sulla percezione del sex-appeal. In realtà, però, la forma, il tono e il volume del seno possono riflettersi anche sull’autostima e sulla sicurezza in se stessi di una persona. Un seno con cui non ci sentiamo a nostro agio, per esempio un seno di grandi dimensioni o svuotato, potrebbe rappresentare una caratteristica fisica con cui non è sempre facile convivere, configurando un inestetismo in contrasto con una silhouette tonica, e che non c’è modo di risolvere con esercizi o diete.

Ptosi mammaria e mastopessi

La ptosi mammaria - termine con cui si indica la caduta del seno - può essere connessa a cause diverse, per esempio consistenti perdite di peso, gravidanze, allattamento al seno o semplice invecchiamento fisiologico. Esistono diversi gradi di ptosi mammaria, che corrispondono a situazione e problematiche differenti:

  • Ptosi mammaria di primo grado: in questo caso le mammelle appaiono leggermente svuotate e il complesso areola-capezzolo risulta al di sopra della linea del solco mammario;
  • Ptosi mammaria di secondo grado: qui il livello di svuotamento del seno inizia a essere più marcato e il complesso areola-capezzolo risulta allo stesso livello del solco mammario;
  • Ptosi mammaria di terzo grado: indica il grado di perdita del volume mammario più grave, qui il complesso areola-capezzolo risulta ben oltre il livello del solco mammario.

Elemente come il grado di ptosi mammaria, la conformazione fisica della paziente e le sue necessità estetiche e psicologiche rappresentano tutti insieme la base che permetterà al chirurgo di stabilire le giuste modalità per procedere, indicando a seconda dei casi se intervenire con una mastopessi riduttiva o con una mastopessi additiva, al fine di trovare la soluzione più adatta per per risollevare le mammelle svuotate o allungate e per ridurre la presenza delle smagliature in questa regione così delicata.

mastopessi seno

Incisioni e cicatrici

Gli accessi si possono utilizzare per praticare un’operazione chirurgica di ricostruzione del cono ghiandolare del seno sono diversi, e da questi accessi dipenderanno anche la qualità, le dimensioni e la visibilità degli esiti cicatriziali dell’intervento. Anche tenendo in conto che i processi di cicatrizzazione sono totalmente soggettivi, i punti di sutura impiegati sono per la maggior parte interni e riassorbibili, in modo da facilitare la guarigione dei tessuti.

Le tipologie di incisione per la mastopessi includono:

  • esclusivamente a livello periareolare (intorno all'areola che circonda il capezzolo);
  • incisioni periareolari e incisione verticale nel quadrante inferiore della mammella;
  • incisioni periareolari con verticale più un'incisione in corrispondenza del solco mammario.

Mastopessi con protesi

Nel caso in cui la ghiandola apparisse talmente svuotata da far risultare il proprio tessuto non più sufficiente in vista di un riempimento ottimale della mammella, allora si ricorrerà all’ausilio di protesi mammaria nel corso dello stesso intervento di mastopessi, posizionandole al di sotto del muscolo: per questo si parla infatti di mastopessi con protesi o di mastopessi additiva.

La mastopessi in nessun caso - tanto nella variante riduttiva che in quella additiva - non va a intaccare la funzionalità delle ghiandole mammarie, perciò non rappresenta un impedimento per eventuali allattamenti futuri, e inoltre non rappresenta un ostacolo neanche per gli esami di controllo oncologico del seno e della ghiandola mammaria.

Sia la mastopessi che la mastoplastica riduttiva sono interventi che cercano di trovare una risposta e una soluzione per quelle pazienti che non desiderano convivere con un seno svuotato o con un seno iper sviluppato. Questi interventi si affiancano nel vasto mondo della chirurgia del seno ai più conosciuti interventi di tradizionale mastoplastica additiva con protesi e di mastoplastica con trasferimento di grasso autologo, secondo l’innovativo metodo del lipofilling o lipostruttura.

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