Bottoming out e complicanze della mastoplastica additiva

Bottoming out e complicanze della mastoplastica additiva
Ilaria Lorio
Dopo gli studi in Giornalismo Digitale mi sono specializzata nella redazione di articoli su salute e medicina, dal 2014 scrivo su moda, bellezza e chirurgia plastica.
Creazione: 26 ago 2019 · Aggiornamento: 26 ago 2019
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La mastoplastica additiva è l’intervento di Chirurgia Plastica che permette di aumentare le dimensioni del seno. Come qualsiasi intervento chirurgico anche questo non è esente da rischi o complicazioni… una di queste è il bottoming out, vediamo che cos’è esattamente.

In una situazione ideale, dopo un aumento del seno, le protesi mammarie inserite dovrebbero rimanere perfettamente simmetriche e ben posizionate. Ma purtroppo non è sempre così, ci possono essere dei casi in cui si genera una risposta imprevista da parte del corpo, che porta all’insorgenza di effetti come le rughette del rippling o allo spostamento delle protesi, come avviene nei casi di contrattura capsulare o di bottoming up e pseudoptosi.

Che cosa significa bottoming out?

In alcuni casi rari, dopo una mastoplastica additiva può succedere che il seno assuma una insolita pienezza nella sua parte più bassa, che dà al seno un aspetto innaturale e asimmetrico e che può talvolta rendere visibile la protesi, facendo anche assumere al capezzolo una posizione leggermente all’insú. In un certo senso può essere considerato quasi il contrario della contrattura capsulare. Infatti in quest’ultima la protesi sembra quasi salire verso l’alto, mentre con il bottoming out il seno sembrerà più sceso o ptosico di come dovrebbe essere.

Bottoming out è un termine che viene utilizzato per indicare lo scivolamento delle protesi in una posizione troppo bassa rispetto all’areola o sotto il solco mammario, uno spostamento che ha la conseguenza di conferire al seno un aspetto estetico non gradevole e innaturale e che richiede l’intervento del chirurgo per poter correggere i suoi effetti.

spostamento protesi verso il basso

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Quali sono le cause del bottoming out?

Per fortuna questa complicazione interessa una percentuale piuttosto ridotta di pazienti che si sottopongono a un aumento del seno. Infatti, non si tratta di un effetto collaterale frequente, anzi al contrario, insorge normalmente solo in pazienti che hanno un grado di lassità cutanea maggiore rispetto alla media.

In genere, il bottoming out è dovuto a un cedimento dei tessuti della paziente, che non riescono a dare sufficiente supporto al peso delle protesi, facendo sí che queste scivolino verso il basso e sembra apparire un po’ più di frequente quando le protesi vengono collocate in posizione sottomuscolare, in quanto il muscolo con le sue contrazioni sembrerebbe spingere la protesi verso il basso. 

Un altra causa del bottoming out può essere dovuta dalla scelta di protesi troppo grandi rispetto alle dimensioni del torace della paziente. Inoltre, questo tipo di complicazione e di cedimento sottomammario può insorgere quando la tasca dove andrà inserita la protesi mammaria non viene adeguatamente preparata durante l’intervento primario di mastoplastica additiva, aumentando il rischio che i muscoli pettorali spingano l’impianto verso il basso. E questo ci ricorda quanto sia importante affidarsi sempre e solo a chirurghi specializzati e certificati, che possiedano il titolo di specialisti in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e che dimostrino di avere esperienza in questo ambito specifico.

Un suggerimento che viene dato talvolta dagli specialisti per prevenire il bottoming out è quello di utilizzare reggiseni che esercitino una certa pressione sul seno e che aiutino a definire il solco mammario.

Trieste, Trieste

La correzione del bottoming out

corregere bottoming out

Per correggere questo problema è necessario intervenire chirurgicamente. L’operazione consiste in una riduzione della parte inferiore della tasca protesica dove è situato l’impianto mammario attraverso la creazione di suture interne. Sostanzialmente, il chirurgo utilizza il tessuto cicatriziale già presente per creare una nuova tasca dove verranno rinserite le protesi.

Spesso si è notato che questo intervento di correzione del bottoming out è risultato più efficace quando le protesi mammarie sono state rimosse temporaneamente per un periodo di circa 3 mesi o un po’ di più. Infatti, durante questi 3 mesi gli effetti della riduzione della tasca protesica attraverso la saturazione interna diventano definitivi. Quando, invece, l’intervento correttivo viene eseguito senza la rimozione delle protesi, può succedere che con il peso delle protesi, la gravità e la pressione inferferiscano con la riduzione della tasca protesica, impedendo una stabile e completa guarigione.

Si tratta di un intervento chirurgico relativamente semplice che viene eseguito in regime ambulatoriale, a cui si deve ricorrere in casi abbastanza rari, ma che a volte si è obbligati a eseguire perché il processo biologico di adattamento all'impianto del paziente non è stato ottimale come avremmo voluto, producendo un cedimento dell'impianto sotto il solco sottomammario. 

Per risolvere questo dislocamento dell'impianto, è sufficiente ripristinare l'altezza desiderata e definita con il primo intervenendo usando suture interne e lavorando sulla capsula periprotesica dell'impianto, fissandola nel punto stabilito originariamente, in modo che la protesi non scenda nuovamente in futuro.

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