E se il risultato non mi piace? Alcune riflessioni sui casi di interventi secondari in chirurgia estetica.
Il Dottor Egidio Riggio ci aiuta a chiarire quali sono gli aspetti da tenere in conto se il risultato estetico dell'intervento non è quello sperato.
Dopo quanto tempo si deve valutare il risultato di una chirurgia?
Ogni risultato ottenuto dopo un intervento di chirurgia estetica ma non solo di tutta la chirurgia plastica, anche ricostruttiva, è sempre sotto gli occhi di tutti. Mai in nessuna altra specialità chirurgica accade che il paziente possa direttamente osservare il risultato senza necessità di esami strumentali e radiologici e senza l'intermediazione di un medico esperto.
Chiunque può osservare in modo critico il risultato estetico perché si concentra sulla superficie del nostro corpo, che si tratti di un addome, un naso od un seno. Ciò ha degli indubbi vantaggi: per il chirurgo quello di valutare immediatamente cosa non va e per il paziente di interagire immediatamente con la nuova immagine del proprio corpo, ad esempio. Allo stesso tempo, a differenza del chirurgo che ne dovrebbe essere esente, questa diretta visualizzazione del risultato produce spesso ansia, illusioni o disillusioni, in particolare nei primi mesi post-operatori.
Allo stesso tempo, a differenza del chirurgo che ne dovrebbe essere esente, questa diretta visualizzazione del risultato produce spesso ansia, illusioni o disillusioni, in particolare nei primi mesi post-operatori. Molti dei pazienti non hanno la pazienza di attendere alcuni mesi e, sebbene gli venga spiegato più volte prima, pensano di poter vedere il risultato definitivo subito e ancor di più si allarmano quando operati su due lati. E' abbastanza frequente che le infiammazioni post-operatorie alterino la visione del risultato immediato e si possano manifestare in modo differente da lato a lato, da zona a zona. Qualunque regione corporea guarisce in 3-4 mesi come minimo.
E se non è questione di tempo e il risultato non è soddisfacente?
Chiaramente queste comuni situazioni devono essere tenute ben distinte da quelle in cui il problema nasce da una complicanza chirurgica (dolori intensi, tumefazioni evidenti, infezioni, sanguinamenti, etc.) la quale va segnalata al chirurgo. Solo in alcuni casi, rari, di complicanze severe, il chirurgo decide che sia necessario un reintervento a poche ore, giorni o settimane dal primo intervento.
In caso di mastoplastica additiva?
In una mastoplastica additiva eseguita bene, da mani esperte, il dolore è generalmente contenuto e controllabile nei primi cinque giorni. Successivamente si riduce progressivamente. Questo è il golden standard del chirurgo plastico competente nella chirurgia del seno, che non è affatto una chirurgia banale. Purtroppo, come risulta spesso dai racconti presenti nei forum o da esperienze di amiche o conoscenti, soprattutto nell'ambito della mastoplastica additiva, il postoperatorio è molto doloroso, sorgono mille dubbi, le mammelle sono fortemente asimmetriche ...
Perché succede?
Perché alcune donne scelgono superficialmente il chirurgo, scelgono medici senza specializzazione in chirurgia plastica, selezionano visite gratis (anch'esse per definizioni superficiali) e interventi a prezzi bassi. Questa distorsione iniziale si riflette anche sull'alta percentuale di revisioni chirurgiche di mastoplastiche additive insoddisfacenti per la forma, il volume o un alto numero di complicanze. Senza entrare in merito alla questione del danno vero e proprio che è ipotizzabile soltanto in una minima parte di questi casi. La mastoplastica additiva presente rischi specifici, i più frequenti:
- contrattura capsulare
- spostamento protesi
- rottura protesi
- rippling (formazione di pieghe palpabili o visibili)
Questi rischi possono essere ridotti al minimo grazie al tipo di protesi scelto, al tipo di metodo chirurgico (progettazione ed esecuzione accurata della tasca che conterrà la protesi) ed all'esperienza del chirurgo. Ad esempio la rotazione delle protesi anatomiche varia fra lo 0-1% e il 15%, in tutto il mondo. La mia percentuale si assesta fra 1 e 3%, bassissima, e quindi la mia sicurezza mi porta a suggerire protesi anatomiche a molte pazienti ma così non è per molti chirurghi che hanno il 20-30% di rotazione e che chiaramente andranno a sconsigliare le protesi anatomiche per principio.
Ogni chirurgo conosce le proprie capacità e a volte indirizza erroneamente le pazienti a fare scelte improprie o contrarie alle loro aspettative sulla scorta della loro ridotta esperienza e sicurezza. Il 20-25% delle pazienti si riopera. Non ci sono casistiche dettagliate e aggiornate ma sempre essere questa la percentuale nei primi 10 anni. Le complicanze si possono ridurre ma non cancellare.
Come si può tutelare la paziente?
Sicuramente la tutela migliore è la prevenzione. Scegliere un chirurgo bravo idealmente fra quelli con specializzazione in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, con anni di esperienza alle spalle e meglio ancora se anni di esperienza in qualità di dirigente medico ospedaliero (saprà garantire migliori risultati e più sicura gestione delle complicanze inevitabili).
Non sottovalutare l'importanza della prima visita. Bisogna approfondire sempre col chirurgo la possibile forma ed il volume desiderato del seno che verrà, Utilizzando più esempi fotografici mirati di precedenti pazienti ed anche simulazioni tridimensionali del seno rifatto, La visita può durare più o meno un'ora. Piuttosto ritornate a riparlare della forma del nuovo seno. Calendarizzate visite di controllo periodiche per tutto il primo anno almeno.
Risultato finale con protesi anatomiche da 495 grammi dopo revisione da me effettuata di mastoplastica additiva per correzione asimmetria e sostituzione protesi rotonde da 280cc