La mastoplastica additiva adatta a te

La mastoplastica additiva adatta a te
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Il Dott. Riccardo Lucchesi medico chirurgo operante presso Milano, lavora da anni con grande competenza ed esperienza nel settore della Medicina Estetica e della Chirurgia Estetica.
Creazione: 12 feb 2024 · Aggiornamento: 12 feb 2024

La mastoplastica additiva è un intervento popolarissimo praticato in tutto il mondo che serve per aumentare le dimensioni del seno. Va da sé che un aumento del volume si accompagna anche ad un notevole miglioramento della forma perché corregge l’eventuale flaccidità presente, incrementa la proiezione, perfeziona e definisce una migliore proporzione di tutto il corpo femminile.

Per questo scopo vengono utilizzate oggi le protesi mammarie. Si tratta di oggetti estremamente morbidi, di silicone elastico riempito con un gel di silicone fluido. Nelle protesi di miglior qualità, top di gamma, la fluidità del contenuto di silicone è tale da risentire della forza di gravità: in posizione supina tende a risalire verso l’alto mentre in posizione eretta, al contrario, va ad accentuare il volume del polo inferiore della mammella, simulando quindi quello che avviene nelle mammelle naturali.

Certo la strada per arrivare a questi risultati è stata lunga, e la ricerca si è protratta per molti decenni. Sono stati utilizzati i materiali più svariati: dal legno, al vetro, alle alghe…

I tentativi dei chirurghi che ci hanno preceduto sono stati infiniti e costellati da insuccessi che hanno orientato la ricerca fino ai prodotti raffinati dei giorni nostri. L’intervento di mastoplastica additiva, tecnicamente, non è particolarmente complicato: attraverso un’incisione di pochi centimetri localizzata sul margine inferiore dell’areola oppure più in basso, nel solco sottomammario, viene creato uno spazio adeguato ad accogliere la protesi.

Il chirurgo può decidere se creare questo spazio direttamente sotto la mammella, in una posizione quindi più superficiale oppure più profondamente, al di sotto del muscolo grande pettorale, in un piano più profondo. Parleremo quindi in questi casi rispettivamente di mastoplastica additiva sottoghiandolare o di mastoplastica additiva sottomuscolare o “dual plane”.

Questo è un punto cruciale: prima ancora della selezione del tipo di protesi e del volume corrispondente, la scelta dell’una o dell’altra tecnica sarà determinante per l’ottenimento di un risultato quanto più naturale possibile. In pratica nelle pazienti più magre, sottili ed esili sarà meglio posizionare le nostre protesi in un piano profondo, sotto muscolare.

Aumento del seno prima e dopo
Aumento del seno prima e dopo

Il muscolo infatti con il suo semplice tono, presente anche a riposo, esercita una pressione costante e continua sulla metà superiore della protesi conferendole una forma sostanzialmente “a goccia”. In questo modo si potranno evitare aspetti innaturali, a “gradino”, del decolletè. Il “gradino” infatti non è altro che il bordo superiore della protesi reso visibile da tessuti troppo sottili.

Si avrebbe in altre parole il temuto “effetto palla” così lontano da chi è alla ricerca di un aspetto quanto più naturale possibile. Va anche detto che quando la protesi viene posta in un piano sottomuscolare tende a mantenere più stabilmente la posizione nel corso degli anni risentendo minimamente della forza di gravità: in altre parole funzionerà un po’ come una specie di “reggiseno“ interno, capace di sostenere il seno nel corso del tempo…

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Quando invece la nostra paziente presenta delle mammelle più abbondanti e piene, oppure tessuti più morbidi e spessi è possibile prendere in considerazione il piano sotto ghiandolare: in questo modo la protesi sarà posta a diretto contatto con la ghiandola mammaria e potrà muoversi in modo solidale ad essa, a seconda della posizione assunta e degli effetti della gravità.

L’effetto potrebbe rivelarsi quindi, per certi versi, ancora più naturale. È comunque fondamentale in questi casi verificare la resistenza e la tonicità dei tessuti per evitare che l’inevitabile appesantimento del seno possa portare nel corso degli anni ad una graduale discesa (il termine tecnico è “ptosi“) con peggioramento della forma e necessità di interventi correttivi successivi. A volte, in alcuni casi selezionati, può rendersi necessario ricorrere a tecniche cosiddette miste.

Mastoplastica prima e dopo
Mastoplastica prima e dopo

È il caso del “lipofilling” cioè il trasferimento di grasso autologo (cioè proveniente dalla stessa paziente) da regioni corporee distanti per incrementare lo spessore di tessuti particolarmente sottili o per perfezionare la forma della mammella.

Queste descritte sono naturalmente considerazioni di carattere generale che devono essere valutate di volta in volta a seconda delle caratteristiche anatomiche che variano grandemente da paziente a paziente. La mastoplastica additiva non è quindi un intervento standardizzato e non basta certamente avere a disposizione materiali di ultima generazione per garantire un risultato naturale. Viene eseguito in anestesia loco-regionale associata a sedazione in day-hospital ed ha una durata di circa un’ora/un’ora e mezza.

È necessario eseguire preventivamente i necessari esami preoperatori: ematochimici, elettrocardiogramma, mammografia o ecografia. In generale dopo la maggior parte degli interventi chirurgici e in particolare in quelli che prevedono scollamenti cutanei di una certa importanza è normale e probabile che si formino quantità variabili di liquidi infiammatori sierosi o ematici: questa è la ragione per la quale è consigliabile porre dei drenaggi in aspirazione per i primi 2-3 giorni.

E’ un piccolo fastidio che garantirà però un decorso post-operatorio più semplice e una convalescenza più rapida. È evidente che la mastoplastica additiva deve essere eseguita solo da professionisti esperti specialisti in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica perché possano scegliere per voi la tecnica più indicata, le protesi migliori per un risultato quanto più naturale e persistente nel tempo.

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