Le protesi in poliuretano

Le protesi  in poliuretano
Ilaria Lorio
Dopo gli studi in Giornalismo Digitale mi sono specializzata nella redazione di articoli su salute e medicina, dal 2014 scrivo su moda, bellezza e chirurgia plastica.
Creazione: 21 set 2016 · Aggiornamento: 16 lug 2019
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Rotonde, anatomiche, in gel di silicone o con soluzione salina, con superficie liscia o rugosa (testurizzate). Il mercato offre una gran varietà di protesi mammarie per uno degli interventi più richiesti in chirurgia estetica.

La mastoplastica additiva rientra tra gli interventi di chirurgia estetica più praticati in Italia. Si tratta di un'operazione che a detta degli esperti è sicura perché non presenta particolari complicanze e permette di raggiungere buoni risultati nella maggior parte dei casi.

Quanto dura una protesi al seno?

La prima cosa da sapere quando ci si sottopone ad una mastoplastica additiva è che entro un termine ragionevole di tempo bisognerà eseguire un nuovo intervento dato che le protesi non durano per sempre: tutte le protesi mammarie devono essere sottoposte a revisione medica ed essere sostituite ad un certo punto.

"Se non si verifica nessuna contrattura o rottura e i risultati estetici sono buoni, la durata del risultato si stima attorno ai 15-20 anni di media" spiega il dr. Antonio Díaz Gutiérrez, affermato chirurgo plastico e coordinatore di Chirurgia Plastica nell'aspedale Doce de Octubre di Madrid.

"Non è la stessa cosa la durata del risultato in una paziente che si opera dopo aver avuto figli per "aggiustarsi" il seno rispetto a chi diventa madre dopo pochi anni che ha realizzato l'intervento. In quest'ultimo caso è possibile che il seno vada incontro a un cambio di volume e invecchiamento per via della gravidanza e dell'allattamento", prosegue il chirurgo.

Operarsi o non operarsi?

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Se nel 2000 la taglia XXL si era imposta come tendenza estetica, adesso si cercano risultati piú naturali. Secondo il dr. Díaz, scegliere in maniera adeguata la protesi prima dell'intervento è importante tanto per motivi di sicurezza quanto per ottenere l'aspetto che si desidera.

"Se vogliamo delle protesi sicure dovremo cercare quelle che riducono al massimo le complicanze", precisa il chirurgo di Madrid. 

Le protesi mammarie si avvicinano sempre di più alla rappresentazione di un modello naturale e, allo stesso tempo, sono diventate molto sicure, grazie al livello biotecnologico raggiunto negli ultimi anni e che riesce ad arginare una buona percentuale di possibili incidenti. Tuttavia, non si deve dimenticare che stiamo parlando dell'inserimento di un corpo estraneo inerte all'interno di un organismo vivo. E questo può causare problemi come una contrattura capsulare o l'eccessivo indurimento della membrana che il corpo crea spontaneamente per isolare la protesi. 

In che modo si possono prevenire questi rischi? Scegliendo protesi di alta qualitá. Questo fa sì che il prezzo di un prodotto di qualità sia più elevato, ma in questioni relative alla salute è sempre consigliabile non rischiare e puntare al meglio, non al più economico.

"Esistono delle caratteristiche tecniche riguardanti la fabbricazione delle protesi che le rendono migliori di altre e questo ha delle ripercussioni dirette sul prezzo finale del prodotto, ma quando abbiamo a che fare con la salute e con l'introduzione di corpi estranei nell'organismo, è fondamentale investire nella massima qualitè", ribadisce il dr. Díaz.

Il dr. Antonio Díaz Gutiérrez si contraddistingue per essere stato il primo chirurgo plastico in Spagna ad aver usato protesi in poliuretano come prima opzione durante gli interventi di mastoplastica additiva. Normalmente il poliuretano è un materiale che viene utilizzato in interventi secondari, quando i materiali usati durante il primo intervento vengono rifiutati dall'organismo della paziente o danno origine a qualche complicanza. Il dr. Diaz cominciò a usarle nelle mastoplastiche additive 6 anni fa visto il basso indice di problemi generato da questo tipo di protesi rispetto a quelle classiche.

Questa scelta gli ha garantito il successo negli interventi di mastoplastica, mastopessi e ricostruzione mammaria. Il chirurgo di Madrid, infatti, è convinto che usare il poliuretano negli interventi primari risolverebbe molti degli incidenti che hanno luogo nel campo della chirurgia estetica: "Utilizzare protesi testurizzate di alta qualità con gel altamente coesivo, così come il posizionarle sotto il muscolo pettorale si è dimostrato, senza alcun dubio, un'opzione efficace in quanto diminuisce il rischio della contrattura capsulare", evidenzia a tal proposito il dr. Diaz.

Riguardo al gel di silicone coesivo e con texture di poliuretano

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Oltre alla contrattura capsulare, ci sono anche altri tipi di complicanze che possono manifestarsi a seguito di una mastoplastica, come per esempio la rottura della protesi, oppure la fuoriuscita di silicone, o la comparsa di rughe visibili sotto la cute (effetto rippling), oppure ancora lo spostamento della protesi… giusto per citare le complicanze più conosciute e temute. Con la scelta delle protesi adeguate questi rischi possono essere ridotti al minimo.

Per quanto riguarda lo strato esterno delle protesi che le ricopre, è stato notato che quelle testurizzate presentano un minor rischio di contrattura capsulare rispetto a quelle lisce. E si può aggiungere che tra le protes testurizzate, sono proprio quella in poliuretano ad aver dimostrato di possedere l'indice più basso di contrattura capsulare e - non solo - di dare meno problemi per quanto riguarda le altre complicanze sopra citate.

Secondo il dr. Antonio Díaz Gutiérrez, il poliuretano eviterebbe anche lo spostamento nelle protesi anatomiche. Per evitare, invece, la fuoriuscita di silicone il dr. Díaz raccomanda l'utilizzo di protesi il cui rivestimento presenta vari strati e barriere antidiffusione per il silicone.

↪ Hai ancora dubbi su questo argomento? Leggi l'articolo sui pro e contro delle protesi in poliuretano

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