Mastoplastica additiva: la scelta delle protesi mammarie

Mastoplastica additiva: la scelta delle protesi mammarie
Chirurgo Plastico, Ricostruttivo ed Estetico e Dottore di Ricerca in Chirurgia Plastica Sperimentale. Ha pubblicato decine di articoli sulle principali riviste scientifiche internazionali del settore.
Creazione: 22 ott 2015 · Aggiornamento: 18 mag 2022

È il 1961 quando per la prima volta si sente parlare di protesi in silicone. Due chirurghi americani svilupparono la progettazione delle protesi al seno e, nel 1962, eseguirono il primo impianto di protesi al seno in gel di silicone su una paziente. Con il passare degli anni, diversi studi e nuovi materiali hanno fatto si che si arrivasse alla produzione di protesi ancora più sicure e confortevoli.

Attualmente le protesi maggiormente utilizzate (milioni di donne ne sono portatrici) sono quelle contenenti gel di silicone, conferendo le caratteristiche di consistenza, morbidezza e mobilità più simili a quelle tipiche della mammella.

La prima considerazione da effettuare, in previsione di un intervento di mastoplastica additiva, è sulla qualità delle protesi mammarie. Esistono attualmente in commercio diverse aziende produttrici, da alcune molto economiche fino alle migliori protesi, che garantiscono un'ottima riuscita dell'intervento in termini sia estetici che di sicurezza. Queste ultime infatti sono garantite a vita per le maggiori complicanze dell'intervento e la loro durata non è più limitata nel tempo.

La scelta delle protesi: la forma ed il volume

Possiamo dividere le protesi al seno, per la mastoplastica additiva, in due forme ben specifiche:

  • Protesi seno Rotonde: hanno una forma grossolanamente emisferica, con base circolare. iei0513-1031b-300x200.jpg
  • Protesi seno Anatomiche: riproducono la forma "a goccia" del profilo naturale delle mammelle. La scelta della forma dipende fondamentalmente dal seno di partenza avendo, sia la rotonda che quella anatomica, indicazioni ben precise.
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Per quanto riguarda la scelta del volume delle protesi, questa è sempre preceduta da una specifica valutazione delle condizioni anatomiche di partenza.

Le dimensioni delle protesi infatti dovranno riuscire a riempire l'involucro cutaneo senza però risultare eccessive. Volumi molto abbondanti delle protesi vanno valutati attentamente: esiste infatti un aumento delle complicanze in presenza di impianti dalle dimensioni esagerate e a lungo termine un rimodellamento del genere può dare insoddisfazione. Le dimensioni esatte degli impianti devono essere scelte solo in base alle misure del seno della paziente e alle sue caratteristiche anatomiche.

Per quanto riguarda la naturalezza del risultato questa non è legata alla forma delle protesi ma dipende dal volume e dalla consistenza della stessa e dalla scelta della giusta tecnica chirurgica con la collocazione nel giusto piano della protesi mammaria (subghiandolare, subfasciale, submuscolare, dual-plane) sulla base della costituzione della paziente.

In definitiva, la paziente da sola non potrà scegliere quale tipo e quale volume delle protesi sia più adatta a lei, ma bensì questa è una scelta che sarà fatta di comune accordo col chirurgo estetico, che rispetterà la sicurezza e la buona riuscita dell'intervento di mastoplastica additiva, oltre che la volontà della paziente.

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