Sentirsi donna dopo un cancro al seno: il Monokini 2.0
“Chi l’ha detto che ne servono due?”. Con questo slogan viene presentato il Monokini 2.0, un’iniziativa di stampo sociale con lo scopo di promuovere la lotta contro il tumore al seno. Elina Halttunen (Helsinki, 1952) si è resa conto che la società avvertiva molto più di lei il problema di avere un solo seno e così ha deciso di portare avanti un progetto per combattere contro questa malattia devastante.
L’iniziativa consiste nella creazione di una linea di costumi da bagno disegnata appositamente per le donne che hanno subito una mastectomia (asportazione chirurgica di uno o di entrambi i seni in maniera parziale o totale, dovuta alla presenza di un tumore maligno). La collezione è stata presentata seguendo gli standard dei cataloghi di moda convenzionali, ma con un chiaro intento rivendicativo.
L’iniziativa si è avvalsa del lavoro di Katriina Haikala e Vilma Metteri come direttrici artistiche e di 10 disegnatori istruiti sulla lotta contro il cancro. L’intenzione era molto chiara «Riesaminare il rigido ideale di bellezza comune», così come conferma Haikala nella rubrica S Moda del quotidiano spagnolo El País.
In Italia il 29% dei cancri che colpiscono le donne è rappresentato da quello al seno: è il tumore più frequente tra le donne occidentali. Si calcola che, approssimativamente, 1 donna su 8 rischia di contrarre il cancro alla mammella nell’arco della sua vita. (AIRC)
Il monokini 2.0 si presenta come una possibilità in più per tutte quelle donne che hanno subito una mastectomia e non vogliono sottoporsi a una ricostruzione del seno.
È un modo per ristabilire la normalità nella vita delle pazienti che subiscono questo intervento, un modo per superare i pregiudizi sociali e per fare in modo che la donna possa godere della sua femminilità indipendentemente da come sia il suo corpo.
Non tutte le donne che si sono sottoposte a un intervento di mastectomia hanno poi realizzato una ricostruzione mammaria, tuttavia è importante precisare che bisogna prestare estrema attenzione nel caso di un eventuale intervento.
L’intervento di ricostruzione, di uno o di entrambi i seni che hanno subito una mastectomia, deve essere realizzato da un chirurgo estetico e può essere eseguito sia subito dopo la mastectomia che dopo un periodo di tempo. La scelta di ricostruire o meno il seno è totalmente personale, la paziente deve meditare sul da farsi e informarsi sulle varie opzioni disponibili.
Attualmente, in Italia, l’intervento ricostruttivo dopo una mastectomia viene considerato come “una tappa verso la guarigione”. Il Sistema Sanitario Nazionale, inoltre, prevede un rimborso per gli interventi di ricostruzione eseguiti in seguito a casi di tumore. (AIRC).
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I modelli di Monokini 2.0 sono stati presentati per la prima volta al pubblico durante un'evento benefico svoltosi nella cornice della spendida piscina coperta di Yrjönkatu a Helsinki, in Finlandia. Le dieci modelle reduci da un operazione di mastectomia hanno sfilato con orgoglio sulla passerella al centro della piscina. Elina Halttunen, ideatrice del progetto, ha dichiarato di aver ideato una linea di moda mare per donne reduci da un cancro alle mammelle, dopo aver sofferto per 10 anni la difficoltà e l'imbarazzo di non trovare abiti adatti al proprio corpo dopo che le furono asportate le mammelle.
Il monokini 2.0 vuole essere un messaggio per tutte quelle donne che hanno attraversato una malattia tanto aggressiva come il tumore al seno, trasmette la voglia di mostrare al mondo con fierezza il proprio corpo, le proprie cicatrici, gridando a tutti che sconfiggere il cancro è possibile.
Le dieci modelle che hanno partecipato all'evento hanno rilasciato emozionanti testimonianze, affermando quanto sia stato importante l'aiuto degli stilisti per potersi riappropriare di un'idea di bellezza che pensavano persa per sempre.La prima modella è stata Sirpa, una valorosa donna giunta a monokini 2.0 attraverso la Fondazione Finlandese del Cancro alla Mammella, una volta resa pubblica la sua esperienza sono state decine le richieste di donne che hanno voluto partecipare al progetto della Halttunen. Sirpa racconta così la sua esperienza con il progetto monokini:
"La prima volta che ho sentito parlare del progetto della signora Elina Halttunen (donna con un solo seno e una grande passione per il nuoto) sono rimasta molto colpita. Mi sono innamorata di questo progetto in un batter d'occhio. Sono un'artista e i temi legati alla bellezza ideale e ai modelli estetici sono stati al centro della mia ricerca creativa per lungo tempo. Penso che non ci sia nulla di più interessante dello scavare nella profondità delle nostre radici culturali e sulle nostre regole estetiche, per capire veramente ciò che è bello e ciò che non lo è. Il costume da bagno Monokini 2.0 è il primo capo di questo genere, nell'idearlo abbiamo giocato molto con il concetto di costume e di spiaggia, in accordo con lo spirito dello stilista Helmut Newton"
Il manifesto di Monokini 2.0 punta a incoraggiare le donne che hanno subito una mastectomia a creare un'immagine di se stesse positiva, dimostrando che si può essere pienamente belle, complete e sexy anche con un seno in meno o addirittura senza. L'obiettivo è far crollare il tabú sociale secondo cui l'unica bellezza possibile è quella standardizzata, proposta dalla moda e dalle star di Holliwood. La testimonianza di corpi che resistono e la forma di bellezza più bella che possa esistere.
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Bibliografia
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