Tutto, ma proprio tutto sulla mastoplastica additiva
Il dottor Gianluca Campiglio, Specialista in Chirurgia Plastica Estetica e Ricostruttiva a Milano, ci svela in questo articolo tutti i segreti della Mastoplastica Additiva. L’intervento estetico più richiesto, sia in Italia che nel mondo, secondo i dati della Società Internazionale di Chirurgia Plastica Estetica (ISAPS) di cui il dottor Campiglio è stato in passato eletto vicepresidente.
Chi richiede l’intervento?
La mastoplastica additiva viene solitamente richiesta da donne di tutte le età. Dal 2012, in Italia, l’operazione per scopi estetici è stata vietata al di sotto dei 18 anni ma viene consentita in caso di malformazioni congenite, come ad esempio gravi asimmetrie mammarie o seno tuberoso.
Le pazienti possono essere affette da un insufficiente sviluppo della mammella, anche definito ipoplasia o da una riduzione del volume mammario a seguito dello svuotamento
del seno, l’ipotrofia. In genere le pazienti che presentano ipoplasia sono di giovane età, dal momento che la mammella non si è mai sviluppata durante la pubertà mentre le pazienti che richiedono l’intervento per un problema di ipotrofia, hanno perso il volume del seno a seguito di forti dimagrimenti o gravidanze.
Come ci si prepara e come si svolge l’intervento?
Prima di effettuare una mastoplastica additiva è necessario effettuare un check-up sulla salute generale del paziente, in particolare sono richiesti degli esami del sangue e un elettrocardiogramma per valutare insieme all’anestesista che tutto vada per il meglio durante l’operazione. E’ richiesta anche un ecografia mammaria e in modo addizionale, se la paziente ha più di 40 anni, anche una mammografia. In questo modo si ottiene una visione generale sullo stato di salute della paziente prima dell’intervento e sulle condizioni di partenza della mammella da operare.
L’intervento chirurgico di mastoplastica additiva è mirato all’aumento del volume delle mammelle ma in alcuni casi può essere associato ad un rimodellamento e sollevamento del seno che si chiama mastopessi o lifting delle mammelle.
L’operazione richiede l’utilizzo di protesi mammarie che sono dispositivi medici autorizzati dal Ministero della Salute. Queste ultime sono inserite tramite una piccola incisione che può essere effettuata lungo il bordo inferiore dell’areola, nel cavo ascellare o nel solco sottomammario. Le protesi, inoltre, possono essere collocate sia davanti che dietro al muscolo grande pettorale.
L’intervento può svolgersi in anestesia locale associata alla sedazione farmacologica o in anestesia generale a seconda delle preferenze del paziente e del tipo di operazione da effettuare. Per esempio quando si può effettuare un impianto sotto-ghiandolare o sottofasciale della protesi mammaria, il trattamento può essere effettuato in anestesia locale con sedazione. Quando invece è necessario collocare la protesi in un piano sottomuscolare (dual plane), l’intervento viene gestito al meglio con una leggere anestesia generale.
La scelta della dimensione della protesi e le modalità di esecuzione dell’operazione dipendono dalle preferenze della paziente e dal volume/forma del seno di partenza.
Per quanto riguarda l’inserimento abbiamo diverse opzioni:
- Ascellare
- Periareolare, che si effettua sulla semicirconferenza inferiore o superiore dell'areola mammaria
- Sottomammaria, che sfrutta il solco mammario
Fattori da considerare nella scelta della migliore via di accesso sono il volume delle protesi, la forma del seno e la dimensione delle areola mammarie. Ad esempio, areole molto piccole possono impedire un passaggio agevole attraverso l’areola mammaria mentre una mammella lievemente rilassata può far propendere per un accesso sottomammario che risulta ancora meglio nascosto.
Una volta inserite le protesi mammarie possono essere collocate al davanti del muscolo grande pettorale sia in un piano retroghiandolare (immediatamente dietro la ghiandola mammaria) sia retrofasciale ossia dietro la fascia che riveste il muscolo pettorale.
Questa scelta è possibile quando c'è sufficiente tessuto sottocutaneo e ghiandolare per nascondere i margini della protesi ed ottenere così un risultato molto naturale.
Il posizionamento retromuscolare (dual plane) viene solitamente consigliato in pazienti con poca quantità di grasso nel tessuto sottocutaneo. In poche parole il grasso presente nei tessuti sottocutanei non è sufficiente per permettere una corretta copertura della protesi in caso di collocazione sopra il muscolo. Per questo motivo, si opta per una collocazione retropettorale che darà modo alla protesi di essere coperta sia dal muscolo grande pettorale che dalla ghiandola e dal sottocute. Con questo tipo di intervento, vengono utilizzati solitamente dei drenaggi aspirativi che hanno lo scopo di rimuovere i fluidi che potrebbero raccogliersi intorno alle protesi mammarie.
Per quanto riguarda invece il tipo di protesi abbiamo diverse opzioni a seconda della dimensione, costo e tipologia di superficie.
Potremmo raggruppare le protesi in due macro gruppi: protesi lisce, protesi testurizzate e protesi rivestite da poliuretano.
La loro forma può variare da rotonda ad anatomica e possono avere proiezioni e altezze differenti. Solitamente le pazienti scelgono lo stesso modello per l’impianto in entrambi i seni, ma in casi particolari si potrebbe scegliere di utilizzare due protesi di volume o proiezione differente.
Per valutare la forma e la protesi necessaria per il raggiungimento del risultato concordato con la paziente in sede di visita preoperatoria noi specialisti utilizziamo durante l’intervento dei sizer che verranno poi rimossi prima dell’introduzione della protesi definitiva.
La mastoplastica additiva è un trattamento che fornisce dei risultati permanenti e definitivi ma bisogna però tenere presente che anche un seno operato bene invecchia con il tempo come qualsiasi altra parte del corpo e quindi richiedere qualche piccolo intervento o ritocco più in là negli anni.
Le protesi mammarie sono sicuramente gli impianti più studiati in medicina e oggi giorno molto più sicuri delle prime protesi immesse nel mercato più di 50 anni fa. Nonostante ciò anche le protesi moderne si rompono con il trascorrere degli anni (in genere tra i 10 e 20 anni dall’operazione ma sono possibili anche rotture sposntanee più precoci o più tardive). I motivi di una rottura spontanea delle protesi possono essere molteplici (trauma diretto, mammografia, deterioramento della parete in corrispondenza delle pieghe che si formano sulla loro superficie).
Si consiglia pertanto di effettuare ecografie o una risonanza magnetica per controllarne l’integrità.
Quali regole seguire nel postoperatorio?
L’intervento in genere ha una durata di circa un’ora e mezza, in alcune situazioni più complesse l’operazione potrebbe arrivare a durare 2-3 ore. In generale si richiede una sola giornata di ricovero, ma su richiesta della paziente sarà possibile anche effettuare un ricovero notturno con dimissioni il giorno successivo all’intervento.
I tempi di recupero sono sempre soggettivi ma dopo tanti anni di attività ho potuto notare che solitamente dopo 3-5 giorni le mie pazienti possono riprendere l’attività motoria di base, come muovere le braccia, lavarsi o guidare. Dopo una prima settimana possono fare una doccia, mentre per un bagno completo o attività in piscina consiglio loro di attendere almeno 15 giorni.
Consiglio sempre alle mie pazienti, inoltre, di non fare sforzi prima dei 15-21 giorni in modo da evitare eventuali contrazioni del muscolo mammario che potrebbero causare lo spostamento della protesi. Dunque, l’attività sportiva che non coinvolge le braccia potrà essere ripresa dopo questo periodo, mentre per il completo reinserimento consiglio di attendere almeno un mese.
Tra le pratiche consigliate per il postoperatorio c’è l’utilizzo di un reggiseno contenitivo o elastico, che può essere mantenuto fino ad un mese dopo l’intervento. In questo modo ci si assicura un risultato ottimale.
Un’altra buona pratica da osservare durante il postoperatorio è rappresentata dalla cura delle cicatrici. Purtroppo le cicatrici saranno permanenti, ma una buona cura sin da subito potrà ridurre le dimensioni nel corso degli anni. Le dimensioni delle cicatrici possono variare tra i 3 e i 5 centimetri.
Rischi e complicazioni
Per essere preparati all’intervento di Mastoplastica Additiva è bene conoscere anche tutti i particolari rischi e le complicazioni che potrebbero insorgere.
Uno dei problemi che possono presentarsi poche ore dopo l’operazione è la comparsa di un sieroma o ematoma, ossia una raccolta di siero e sangue che si forma nella tasca che contiene la protesi; una seconda complicazione può essere essere una infezione della protesi che solitamente preveniamo somministrando alla paziente una adeguata profilassi antibiotica. In alcuni casi questa compicanza può portare all’esposizione della protesi mammaria, dovuta generalmente da una mancata guarigione della ferita cutanea.
Per quanto riguarda i problemi che si possono avere nel lungo periodo il più importante è la contrattura capsulare, causata dall’ ispessimento della membrana fibrosa che si forma sempre intorno alla protesi. La rotazione della protesi mammaria invece può diventare un problema estetico e richiedere un nuovo intervento solo in caso di utilizzo di protesi di forma anatomica (quasi impercettibile in caso di protesi rotonde). Altri problemi nel lungo periodo sono la dislocazione della protesi mammaria ossia uno spostamento rispetto alla loro posizione originaria; il formarsi di pieghe cutanee o rippling solitamente dovuto ad uno scarso spessore dei tessuti molli o dovuto ad un forte dimagrimento post-operazione e infine la rottura delle protesi di cui ho parlato pocanzi.
Quali costi aspettarsi se si vuole fare una Mastoplastica additiva
I costi per questo tipo di trattamento possono essere variabili, a seconda dell’intervento da effettuare. In casi più complessi, di forte asimmetria o malformazioni come nel caso del seno tuberoso o in seconde mastoplastiche con cambio di protesi e capsulotomie i costi sono più elevati rispetto al trattamento standard.
Quello che è fondamentale è eseguire l’operazione in ambienti adatti come ad esempio cliniche private o day hospital chirurgici. In questo caso ovviamente i costi salgono ma l’intervento chirurgico è effettuato in sicurezza e si prevengono molti dei problemi appena descritti
Solitamente ci aggiriamo dai 6500-7500 euro in su, costo comprensivo di spese aggiuntive come clinica, protesi e medicazioni post-operatorie.
Con quali altri trattamenti può essere associata la mastoplastica additiva?
L’aumento del seno può essere associato a diversi altri trattamenti di Chirurgia Plastica ed Estetica. Solitamente le combinazioni più richieste sono la Rinoplastica, la Blefaroplastica e la Liposuzione.
Negli ultimi casi, si combina spesso l’aspirazione del grasso con un Lipofilling al seno per tutte quelle pazienti molto magre con il fine di migliorare il risultato della mastoplastica additiva.