Biostimolazione Cutanea

Biostimolazione Cutanea
Specialista in Medicina e Chirurgia Estetica e in Urologia. Membro di società quali SIME, AIDME e SIM( Società Italiana di Mesoterapia) della quale è Rappresentante Regionale per la Calabria.
Creazione: 8 nov 2021 · Aggiornamento: 22 nov 2021

Definizione

La Biostimolazione Cutanea è definita come una iniezione intradermica nel viso di sostanze idonee a prevenire i danni dell’invecchiamento fisiologico e/o fotoindotto e per restituire compattezza, turgore ed elasticità alla cute invecchiata. La Bioristrutturazione Cutanea è una iniezione intradermica nel viso di sostanze idonee a reintegrare i fisiologici componenti biologici.

Le Sostanze Idonee

Le sostanze maggiormente usate sono: PDRN, l’acido ialuronico non cross linkato (o debolmente cross linkato), acido ialuronico associato ad aa, acido ialuronico associato a fosfato tricalcico, acido polilattico. Queste sostanze non sono filler ma composti in grado di indurre un processo di biostimolazione o bioristrutturazione. Possono inoltre essere associati, in tempi diversi, alla correzione delle rughe mediante filler o altri presidi medico-estetici. L’HA contenuto affinché possa essere impiegato per biostimolazione o bioristrutturazione deve avere un PM tra 600.000 e i 1.000.000 di dalton, basso grado di reticolazione e non essere cross linkato. Le concentrazioni di HA a fini biostimolanti sono tra lo 0,8% e il 2% per millilitro. Queste caratteristiche fisico-chimiche lo differenziano dalle indicazioni come filler in cui deve essere cross linkato, avere più alti gradi di reticolazione e PM elevati.

   1. Acido Ialuronico non crosslinkato e/o debolmente stabilizzato

L’acido ialuronico (HA) o Ialuronano è un polisaccaride lineare costituito da una sequenza di 2 unità disaccaridiche: N-acetilglucosammina+acido glucuronico. È identico in tutte le specie viventi. La sua concentrazione è massima alla nascita per poi decrescere velocemente dai 18 aa fino ai 45 aa età in cui la concentrazione è di 0,03% - 0,01%. Dai 65 aa in poi la concentrazione è minima (0,007%). La sua emivita varia a seconda dei distretti: ad esempio a livello cutaneo è tra le 12 e le 24 ore. I fattori di crescita come: IGF-1, PDGF, TGF-β stimolano la produzione endogena di HA, questi a sua volta stimola i recettori CD-44 (collagene tipo 3), CD-39 (collagene tipo 1), ICAM, RHAMM presenti sulla membrana cellulare dei fibroblasti che a loro volta produrranno nuovo HA, collagene, elastina. L’effetto che ne deriva consiste nella modulazione di varie funzioni cellulari come ad esempio: la fagocitosi cellulare, il trasporto di radicali liberi, la migrazione dei cheratinociti epidermici, la migrazione fibroblastica necessaria nella riparazione delle ferite ed infine in una diretta attività antiinfiammatoria. Una caratteristica peculiare è l’azione antiossidante diretta. L’ HA viene infatti considerato un free radical scavenger. Sia in vitro che in vivo si è osservato che i fibroblasti esposti all’azione diretta dei radicali liberi presentano evidenti segni di degenerazione cellulare con la comparsa di vacuoli citoplasmatici. Con la presenza di HA nella matrice extracellulare l’effetto citotossico diminuisce visibilmente. La spiegazione probabilmente risiede nel suo PM e nella elevata concentrazione nella matrice. I PM delle singole catene polisaccaridi a scopo di biostimolazione sono tra i 600.000 e i 1.000.000 di Dalton. Solo con queste caratteristiche si esplicano le attività antiossidanti, di proliferazione cellulare e di fagocitosi.

Gli effetti possono, quindi, dividersi in 3 azioni:

  • Azione ristrutturante ed idratante:
  • è una vera e propria azione fisica dovuta al forte potere idratante ed alla viscosità della molecola. Richiama acqua in situ fino a 5.000 volte il suo PM. Queste capacità chimico-fisiche restituiscono turgore, compattezza, elasticità ed idratazione alla cute.
  • Azione biologica:
  • possiede capacità di migrazione cellulare sui fibroblasti e capacità di proliferazione, capacità di stimolo alla neosintesi di collagene, elastina ed acido ialuronico endogeno (Smith – Ghosh, 1987).
  • Azione antiossidante:agisce come agente fisico-chimico protettivo anti radicali liberi.

Le diverse formulazioni presenti in commercio permettono un impiego mirato a seconda della zona da trattare ed al risultato che si desidera ottenere. Le finalità sono due: prevenzione e/o restituzione dell’integrità tissutale.

La concentrazione allo 0,8% (8 MG/ML) è indicata nelle aree con cute sottile come la regione perioculare, periorale e collo. Indicata inoltre nella prevenzione e nel mantenimento dei risultati raggiunti.

La concentrazione al 1,4% – 1,6% (14-16 MG/ML) è indicata per il trattamento di viso, collo, decolleté, mani ed altre aree del corpo per la prevenzione, restituzione e mantenimento.

La concentrazione al 2% (20 MG/ML) è indicata nelle aree con cute spessa per i trattamenti di restituzione e per ottenere un effetto simile al filler.

Per prevenzione del cronoaging si esegue una seduta al mese. Per terapia del cronoaging: una seduta ogni 15-20 giorni per 3 sedute. Poi sedute mensili.

    2. Acido ialuronico associato ad aminoacidi

Si tratta di composti contenenti numerosi AA liofilizzati: l-glicina, l-serina, l-prolina, l-leucina, l-lisina. Questi vengono solubilizzati con HA presente in forma frazionata micromolecolare (28 – 36 monomeri) disciolti in soluzione fisiologica per farmaco infusione. L’ HA può essere presenta anche in forma integra. La forma frazionata stimola i CD44, la forma integra stimola i CD39. Sono registrati come medical device di classe 3A.

Sia per la prevenzione che per la terapia si eseguono: 1 seduta settimanale per 4 sedute. Poi 2 sedute distanziate di 15 giorni ed infine 1 seduta al mese. Le indicazioni in questo caso sono per cute molto disidratata e per il rilassamento cutaneo.

    3. Acido ialuronico autocrosslinkato

In questa formulazione l’HA subisce un lungo processo di lavorazione diviso in due fasi. Nella prima fase si induce un autocrosslink esterificandolo con BDDE. Nella seconda fase si rompono in parte i legami delle grosse molecole precedentemente ottenute con un processo definito di idrolizzazione o de-esterificazione e la formazione così di HA a lunga catena. Il vantaggio biologico consiste nell’allungamento del tempo di permanenza nel sito di impianto. Con queste caratteristiche stechiometriche le ialuronidasi, infatti, impiegheranno un tempo più lungo a degradarle. La maggiore permanenza indurrà inoltre una più lunga stimolazione fibroblastica, una azione antiossidante maggiore e una idratazione di lunga durata.

   4. Acido ialuronico associato a fosfato tricalcico

Le micro particelle riassorbibili di FT hanno funzione di biostimolazione fibroblastica inducendo la produzione di collagene endogeno del derma. L’HA associato è in forma non cross-link. Ogni struttura è composta da un nucleo di FT non riassorbibile pari al 30% del totale e da un mantello di HA non cross linkato. Una volta che si è riassorbito l’HA rimane il core di FT.

Due sedute distanziate di circa 45 giorni. Poi 1 seduta ogni 6 mesi.

   5. Acido ialuronico associato a glicerolo

Il glicerolo (alcool con forte potere idratante) forma un mantello protettivo attorno alle catene di HA legandosi attraverso legami H+. Il mantello rende HA maggiormente resistente alla degradazione delle ialuronidasi. Il glicerolo è inoltre un potente idratante che in sinergia con l’HA richiama acqua nel sito di impianto. Il risultato visivo è immediato, più evidente e duraturo.

   6. Polidesossiribonucleotide – PDNR

Si tratta di lunghe catene di DNA e quindi ad alto PM estratte da pesce destinato all’alimentazione umana. Vengono così degradate lentamente. Stimolano i fibroblasti alla sintesi di proteine dermiche endogene attraverso la produzione di VEGF.

Sei – otto sedute 1 volta / sett. Poi 1 seduta dopo 15 giorni. Poi 1 seduta dopo 20 giorni. Poi 1 seduta/mese come mantenimento.

  • Acido polilattico – PLA
  • Soffre di nota ipersensibilità al biorivitalizzante in uso
  • Presenta cicatrici ipertrofiche
  • Gravidanza e/o allattamento al seno
  • Malattie autoimmuni o è in terapia immunologica
  • L’area di infiltrazione presenta lesioni flogistiche o di infezione cutanea

È definito come un bioristrutturante. L’acido polilattico è il polimero dell’acido lattico, a sua volta precursore del piruvato. Il principio attivo è riassorbito in 5-6 mesi. La caratteristica è quella di determinare un aumento di spessore del derma per sovrapposizione di neocollagene. In altre parole le particelle di PLA vengono ricoperte da una mousse di collagene endogeno che va ad ispessire il derma. Quando il PLA è riassorbito (circa 6 mesi) rimane il neocollagene endogeno. L’effetto immediato è quello di un riempimento dovuto alla quantità di liquido iniettata con la quale si è diluito il principio attivo. È fondamentale capire la transitorietà del risultato. Il vero risultato compare nel corso delle successive 3-4 sedute (cioè 2-3 mesi dopo) e raggiungerà la massima evidenza clinica svariati mesi dopo il primo impianto. Questo lasso di tempo è necessario affinché il PLA svolga la sua azione di stimolo alla produzione di neocollagene. Particolare attenzione deve essere rivolta alla diluizione, alla profondità di impianto che deve essere ipodermico ed al massaggio post impianto.

Quattro sedute distanziate di 30 giorni. Poi 1 seduta ogni 6-12 mesi.

Tecniche di impianto

Sono: lineari, a micropomfi, a reticolo, a ventaglio

Guance: si preferisce la tecnica a reticolo

Regione periorbitale: si eseguono iniezioni lineari retrograde nelle rughe fermandosi sul margine dell’arcata orbitaria senza superarlo. Si eseguono altre infiltrazioni perpendicolari alle precedenti e distanziate di pochi millimetri.

Regione periorale: due iniezioni parallele tra loro per ogni emi labbro. Si prosegue con micro pomfi nelle rughe più evidenti.

Regione collo e decolleté: iniezioni lineari retrograde lungo il margine della branca orizzontale della mandibola. Si prosegue verso la base del collo con iniezioni lineari retrograde parallele al margine mandibolare e distanziate di 2-3 cm. Si preferisce la tecnica a micropomfi e lineare retrograda sul decolleté, parallele tra loro e distanziate di 3-4 cm.

Mani: micropomfi uniformemente distribuiti dal polso all’apice metacarpale.

Contraindicazioni

È sconsigliato effettuare le infiltrazioni se il paziente:

  • Soffre di nota ipersensibilità al biorivitalizzante in uso
  • Presenta cicatrici ipertrofiche
  • Gravidanza e/o allattamento al seno
  • Malattie autoimmuni o è in terapia immunologica
  • L’area di infiltrazione presenta lesioni flogistiche o di infezione cutanea
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