Mastoplastica additiva per separazione intramuscolare
Il Dott. Maurizio Berlanda, chirurgo estetico di Modena, ha risposto alle nostre domande sulla mastoplastica additiva per separazione intramuscolare, la tecnica più recente e innovativa per aumentare il volume del seno, rispettosa del concetto di integrità anatomica e funzionale della mammella.
In che cosa consiste la mastoplastica additiva per separazione intramuscolare?
E' l'intervento chirurgico volto ad aumentare il volume del seno utilizzando una protesi posizionata in un duplice piano (parte sottomuscolare e parte sottoghiandolare contemporaneamente) senza tagliare né deconnettere alcuna fibra muscolare ma separandole lungo la direzione di orientamento, rispettando completamente l'integrità anatomica e funzionale del muscolo grande pettorale a vantaggio di un risultato più naturale e plastico dell'aspetto del seno e della riduzione drastica del dolore post-operatorio.
Quali sono i vantaggi di questa tecnica rispetto alla mastoplastica additiva sottomuscolare?
La maggior naturalezza del risultato estetico insieme all'assenza di deformazioni dinamiche della mammella durante la contrazione del muscolo grande pettorale, grazie alla sua integrità anatomica.
Quali sono i vantaggi rispetto alla tecnica sotto ghiandolare?
Non si vedono, demarcate sulla cute, le impronte circolari del margine delle protesi con risultati più plastici e naturali.
E quali le controindicazioni?
Le stesse delle altre tecniche tradizionali: malattie autoimmuni, gravidanza e allattamento.
I tempi di recupero nel postoperatorio?
Dopo circa una settimana di convalescenza, si riprende la normale attività quotidiana in assenza di dolore.
Che cicatrici lascia questo tipo di intervento?
La cicatrice può essere o sul solco sottomammario o sul margine inferiore dell'areola.
È possibile allattare dopo la mastoplastica con separazione intramuscolare?
Dopo la mastoplastica additiva per separazione intramuscolare è certamente possibile allattare poiché la ghiandola non viene toccata, è completamente rispettata nella sua integrità anatomica e funzionale.
Si mantiene la sensibilità erogena?
Anche la zona erogena dell'areola e del capezzolo rimangono perfettamente sensibili.
In questo caso le protesi potrebbero ostruire la visibilità di eventuali anomalie e tumori?
Le protesi non ostruiscono né limitano la visibilità nello studio radiologico di eventuali elementi patologici a carico della ghiandola mammaria.