Rigenerazione cutanea in medicina estetica? Funziona davvero? Scoprilo col Pinching Test
Da circa venti anni la rigenerazione tissutale tramite biostimolazione fa parte del bagaglio del medico estetico grazie alla messa a punto di prodotti sempre più mirati e perfezionati dal punto di vista della sicurezza e dell'efficacia.
Si tratta di una metodica caratterizzata da una invasività minima consistendo nella somministrazione di vari principi attivi, dall'acido ialuronico alle vitamine, da oligoelementi minerali a amminoacidi, tramite una serie di microiniezioni intradermiche allo scopo di prevenire, contrastare e/o curare l'invecchiamento cutaneo dovuto a crono-aging (invecchiamento legato all'età) o a foto-aging (invecchiamento cutaneo dovuto all'esposizione ai raggi solari).
Dove e come agisce
La terapia va pertanto ad agire su alcuni parametri come idratazione, tonicità e compattezza, elasticità, luminosità e texture cutanea, che giocano un ruolo fondamentale nelle modificazioni fisiologiche e parafisiologiche legate all'aging cutaneo. Valutare ed obiettivare le modificazioni di cui sopra a mezzo fotografia con il classico metodo “prima-dopo" non è sempre possibile poiché parametri come elasticità, tonicità e compattezza difficilmente possono essere evidenziati da un'immagine statica.
Esistono metodi strumentali in grado di valutare i suddetti parametri rilevandone la modificazione nel tempo. Certamente questi metodi richiedono l'uso di apparecchiature più o meno sofisticate e costose che necessariamente vanno a gravare sul budget del medico e di conseguenza del paziente o della paziente. Come in ogni campo della medicina, crediamo che gli esami strumentali debbano essere preceduti da un puntuale esame obiettivo di tipo clinico che preveda almeno una attenta “ispezione" e una accurata “palpazione" delle sedi da trattare.
Per questo motivo abbiamo messo a punto un test clinico che, in quanto tale, non risente di condizioni esterne (quali temperatura ambientale, umidità e così via) come invece accade nell'utilizzo di precise, ma sofisticate e sensibili apparecchiature medicali, e abbiamo voluto limitarci a trarre dal nostro esame obiettivo indicazioni che ci consentissero di diagnosticare le cause dell'inestetismo, prevederne la probabile sequenza terapeutica e valutarne nel tempo il decorso in senso "più" o "meno" positivo.
Per l'esecuzione del test (presentato ufficialmente la prima volta in occasione dell'11° Congresso Internazionale di Medicina Estetica di Agorà) sono sufficienti due dita che esercitino un “pinzettamento" della cute da cui il nome “pinching test" o test di Lampignani – Massirone. Il test, con qualche variante, può essere applicato al terzo medio o al terzo inferiore del volto. Naturalmente, a scopo documentale, ci servirà anche una macchina fotografica con la quale fissare i vari momenti all'inizio e al termine del test.
Pinching test nel terzo medio del volto
Si susseguono due fasi: nella prima fase i polpastrelli di medio e pollice vengono appoggiati rispettivamente a livello mandibolare in corrispondenza dell'arteria faciale e a livello dell'angolo ottuso formato dalle linee di Hinderer. Le dita vengono poi avvicinate pinzettando la cute e creando una o più pieghe cutanee a livello genieno (fase 1). A questo punto si mantiene il pinching per 5 secondi esatti e dopo aver lasciato la presa (fase 2) si osserva (e si fotografa) al tempo 0, dopo 30 secondi, dopo 1 minuto, dopo 2 minuti.
L'esperienza ci ha consentito di formulare una tabella che ci permette di valutare lo stato di compromissione cutanea e “prevedere" il ciclo terapeutico in termini di numero di sedute necessarie all'ottenimento di un risultato soddisfacente.
Pinching test nel terzo inferiore del volto
In questa sede varia il posizionamento del polpastrello del dito medio che viene posto emi labbro in corrispondenza del canino, mentre il pollice è posto a livello dell'angolo mandibolare omolaterale. Una variante prevede il posizionamento del medio in prossimità dell'ala del naso e del pollice a livello dell'arco mandibolare (arteria faciale).
Ad ogni seduta successiva alla prima è possibile ripetere il test per valutare i benefici ottenuti, decidendo ed eventualmente modificando di conseguenza il prosieguo della terapia.
Conclusioni
Semplicità d'esecuzione, assenza di invasività e di costi, utilità pratica nella valutazione dell'inestetismo iniziale, nonché delle modificazioni in itinere da apportare al programma terapeutico, fanno del Pinching Test, a nostro modo di vedere, un utile strumento semeiotico da utilizzare giornalmente nei nostri studi.