La lipostruttura, una valida alternativa alle protesi

La lipostruttura, una valida alternativa alle protesi
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Specialista da oltre 20 anni in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica e in Microchirurgia. Socio SICPRE e ASSECE, ha svolto stage all'estero e incarichi di dirigenza in ambito ospedaliero.
Creazione: 26 ott 2016 · Aggiornamento: 16 ott 2020

Attualmente non serve più parlare tanto di profilo-plastica, ma sarebbe più consono sostituire questo termine con quello di volumo-plastica, in modo da evidenziare la particolarità di questa tecnica nell’implementare i volumi secondo corrette linee che rendono le correzioni estetiche volumetricamente armoniose rispetto ai parametri del volto o del corpo, ripristinandone l’equilibrio e delineandone i contorni.

È inevitabile che con l’avanzare degli la gravità provochi i suoi effetti anche sul viso, in particolare nel terzo medio del volto, ovvero quella zona compresa tra l'area palpebrale, gli zigomi, le guance e i solchi naso genieni. In questo contesto con l’età si verifica uno svuotamento progressivo di guance e zigomi, che perdono tonicità, andando ad accentuare le pliche naso geniene e creando un effetto di pesantezza e caduta. Allo stesso tempo, sempre per via di questa trazione verso il basso, le occhiaie diventano anch’esse più evidenti, soprattutto nelle parte mediale, in prossimità del naso.

Come si può intervenire?

Le opzioni che avevamo a nostra disposizione fino a poco tempo fa erano sostanzialmente due ed entrambe invasive: il lifting facciale per i casi dove è necessario riposizionare quelle strutture "cadute"; e l’inserimento di protesi per gli zigomi per i casi in cui serve ridare la proiezione persa al profilo.

La lipostruttura secondo Coleman, invece, si esegue mediante un prelievo modesto di tessuto adiposo autologo (proveniente da zone come fianchi, ginocchia o addome) che si effettua in anestesia locale pura, oppure si può eseguire con una sedazione blanda. Dopo aver prelevato il tessuto adiposo necessario per l’impianto, questo viene passato in una centrifuga e per separare le parti cellulari da quelle sierose. Infatti l’adipe rappresenta una sorgente straordinaria, ricca di cellule staminali utilissime sia per la chirurgia plastica che per altre aree chirurgiche, perché consentono di rigenerare tessuti o di mantenerli in vita in distretti diversi da quello di prelievo. Queste cellule staminali vengono quindi reimpiantate insieme al tessuto adiposo nel paziente al fine di correggere ed ampliare i volumi nelle aree interessate.

lipostruttura viso

Per questo intervento è sufficiente utilizzare pochi cc di tessuto adiposo o grasso:

● da 5 a 7 cc per ciascuno zigomo (le protesi zigomatiche non servono più!);

● circa 10 cc per ciascuna guancia, per ridare volume e pienezza quando sono troppo scavate a causa di patologie, invecchiamento o perdita di peso;

●da 1 a 2 cc su entrambi i lati per le occhiaie svuotate (tear drop);

● circa 4 o 5 cc per riempire le labbra;

● da 7 a 8 cc per il mento e rimodellare il suo profilo.

I risultati

I risultati di un trattamento di lipostruttura sono apprezzabili già nell’immediato post operatorio e vengono monitorati nei nei successivi controlli di follow up, che possono variare da pochi mesi, ad anni.

La lipostruttura è una tecnica che ha dimostrato di offrire ottimi risultati, innanzitutto perché stabili nel tempo, ma anche perché è stato scientificamente dimostrato che grazie alle cellule staminali contenute nel tessuto adiposo è possibile migliorare la qualità della pelle dello stesso paziente, migliorando l’elasticità e la luminosità della cute. Oltretutto, questa procedura viene realizzata in anestesia locale assistita, può essere associata a sedazione (neuroleptoanalgesia) e si esegue in day hospital. Infine, comporta tempi di recupero di pochi giorni, ma la loro durata può variare a seconda di dove viene prelevato e impiantato il grasso e dalla quantità prelevata ed impiantata.

È di gran lunga una procedura molto più veloce rispetto ad una tradizionale operazione chirurgica che risulta più invasiva, ma la durata complessiva dell’intervento dipende anche in questo caso dalle zone da trattare e dalla quantità di grasso da prelevare e impiantare. Detto ciò, si tratta di un intervento meno traumatizzante, in quanto non esistono effetti secondari ed è sicuramente meno invasivo di un impianto protesico.

Il risultato migliorativo, visibile con pochi sforzi da parte del paziente, è davvero ottimale, anche perché i risultati sono stabili e comparabili a quelli di interventi chirurgici più invasivi ed importanti.

La lipostruttura può essere impiegata non solo per il viso, ma anche in altri distretti del corpo, in quanto la trasposizione di grasso autologo non ha limiti di distretti o aree chirurgiche. Le aree che si possono trattare con questo metodo e i corrispettivi obiettivi sono, ad esempio, i seguenti:

  • Aumento del seno: per ottenere un aumento di volume fino a quasi 2 taglie;
  • Ricostruzione mammaria: per definire gli esiti di mastectomie parziali oppure per migliorare gli inestetismi dovuti a precedenti interventi di mastoplastica (pieghe cutanee, asimmetrie, retrazioni da contrattura, etc);
  • Glutei: per aumentare profilo e consistenza o ridefinire i contorni;
  • Cicatrici: utile per diversi gradi di esito cicatriziale di varie dimensioni, inclusi quelli da ustione, dove il tessuto si presenta più sensibile ai traumi. Anche in questo caso la presenza di cellule staminali contribuisce a migliorare l’elasticità cutanea e a recuperare in modo drastico consistenza e morbidezza; inoltre la lipostruttura può essere usata per le depressioni post traumatiche di tutte le aree del corpo causate, per esempio da ulcere sottocutanee, radiodermiti, etc;
  • Polpacci: per aumentare il loro volume;
  • Mani: per rendere la pelle più elastica.

Infine, la lipostruttura è adatta per tutti coloro dove si ponga indicazione di correzione dei volumi e in chi è refrattario alla possibilità di inserimento protesico, l’importante è che non venga eseguita su pazienti che soffrono di patologie con alterazioni genetiche delle cellule adipose o in pazienti ad alto rischio chirurgico.

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