La chirurgia estetica della fronte
La chirurgia estetica della fronte non è tra gli interventi chirurgici più richiesti dai pazienti. Nonostante le tecniche utilizzate siano abbastanza note, non è altrettanto chiaro quando bisogna ricorrere a questo tipo di intervento. Con questo articolo cercheremo di scoprire qualcosa di più sulla chirurgia della fronte.
In generale, gli interventi di chirurgia della fronte vengono realizzati per pazienti che presentano qualche tipo di deformità del cranio, che può essere dovuta a cause congenite (come ad esempio la Craniostenosi) oppure a cause dovute a un trauma o a seguito di un intervento di Craniotomia.
Non bisogna, quindi, confondere la chirurgia della fronte con i trattamenti estetici che vengono realizzati in queste specifica area del viso, infatti questi ultimi sono più che altro orientati ad ammorbidire le linee di espressione o i semplici inestetismi e le irregolarità della fronte.
Come intervenire?
La chirurgia della fronte serve per il trattamento delle irregolarità della fronte a livello osseo. Si possono identificare due diversi approcci per questo tipo di chirurgia: il primo si svolge levigando l’osso per ridurre bozzi troppo prominenti, il secondo può essere quello di dover aggiungere dei materiali sintetici nell’area frontale per riempire eventuali avvallamenti o rendere più rotonda una fronte troppo piatta.
C’è un’altra distinzione che deve essere fatta: la fronte non deve essere considerata come un “pezzo unico” (per dirlo con parole semplici). I medici, infatti, suddividono la fronte in tre parti diverse:
- la parte centrale (quindi quella che può essere più propriamente chiamata fronte)
- la regione glabellare (situata sotto la fronte e tra le due sopracciglia)
- la regione temporale (che si trova ai lati della fronte)
Osteoplastica frontale
Il termine medico corretto con cui ci si riferisce alla levigazione dell’osso per il rimodellamento della fronte è osteoplastica frontale. Questa operazione viene eseguita in alcuni casi specifici, soprattutto per ridurre i bozzi sulla fronte dovuti alla proiezione verso l’esterno dei seni frontali oppure per ridurre un esostosi frontale (cioè un callo osseo benigno dovuto a cause congenite o traumatiche). Si capisce quindi come si tratti di un’operazione che non ha nulla a che vedere con il lifting frontale o con la riduzione delle rughe della fronte.
La zona su cui viene eseguita la limatura dell’osso interessa l'area che si trova al di sopra degli occhi, che può essere ridotta fino a un massimo di 3-5 mm. L'incisione viene realizzata, generalmente, in corrispondenza dello scalpo, quindi dietro l'attaccatura dei capelli, in modo che risulti meno visibile.
Tuttavia, limare l’osso del cranio è un’operazione talvolta limitata, dal momento che non sempre può portare grandi differenze. Infatti se l’osso che ricopre il seno frontale è sottile, levigare l’osso non può essere un’opzione.
Aumento della fronte
In alcuni casi si potrebbe presentare una diversa situazione su cui dover intervenire, e cioè che la fronte sia troppo piatta.
In questo caso quello che bisogna fare per modellare la fronte piatta è riempire tale osso. La procedura d’intervento è più facile ed efficace rispetto alla osteoplastica, però qui la questione ricade su quale materiale utilizzare.
Materiali a confronto: i cementi ossei
I cementi ossei di polimetilmetacrilato (in forma abbreviata PMMA) sono tra i più tradizionali. Uno dei loro principali vantaggi è il costo relativamente basso, inoltre possiedono una grande resistenza alle forze di impatto e sono facili da modellare durante l’intervento. Tuttavia lo svantaggio è che, con il tempo, alcuni pazienti possono sviluppare delle leggere reazioni di rigetto e l’impianto si potrebbe staccare. Inoltre, possono comportare un rischio di infezione e di perdita di consistenza della pelle nella fronte, anche se le percentuali di pazienti che incorrono in questi effetti indesiderato sono molto basse
Sul mercato esistono anche materiali più naturali, come i cementi a base di idrossiapatite, già disponibili da altre 10 anni. La differenza rispetto ai primi sta proprio nel materiale, che in questo caso è meno sintetico e ha una struttura più simile a quella ossea. Tuttavia, è un prodotto cha ha un costo economico maggiore e una minore resistenza all’impatto (quindi è più facile che si rompa), inoltre è meno malleabile per il chirurgo plastico nel momento della procedura.
Materiali a confronto: Goretex e silicone
Un altro possibile materiale è il Goretex, o più propriamente il e-PTFE. Si tratta anche in questo caso di un materiale sintetico, che appartiene alla famiglia del politetrafluoroetilene. Il punto forte di questo materiale è che attiva una reazione minima nel sistema immunitario del corpo, quindi risulta adatto per questo tipo di intervento.
Per gli impianti frontali, inoltre, si possono usare anche i fogli in silicone, ma il loro uso è decisamente limitato, dato che rispetto a tutti gli altri è molto più difficile da modellare a causa della sua scarsa flessibilità.
Materiali a confronto: gli innesti di grasso autologo
Infine, un’altra alternativa può essere trovata nell’impianto di grasso autologo (Lipofilling). Il grasso estratto viene purificato e infiltrato nella zona da riempire per aumentare il volume dove desiderato. Il grande vantaggio è rappresentato proprio dall’utilizzo di un materiale autologo, ovvero estratto dallo stesso paziente e prelevato da zone con maggiore adipe (addome, gambe, etc), cosa che annulla il rischio di rigetto. È la tecnica meno invasiva, ma ha lo svantaggio di apportare dei risultati non permanenti, poiché una parte del materiale iniettato si riassorbe dopo 1 o 2 anni, quindi può spesso richiedere un secondo intervento di ritocco.
L’operazione: durata e recupero
Indipendentemente dal materiale utilizzato, sia gli impianti sintetici che i cementi ossei, richiedono solitamente una incisione del cuoio capelluto che, a causa della sua lunghezza, è una cosa importante da tenere in considerazione quando si esegue un intervento estetico.
Nel caso della chirurgia della fronte l’incisione viene eseguita con quello che viene chiamato dagli specialisti “accesso bicoronale”, che va da un orecchio all’altro e questo comporterà la formazione di una cicatrice dalle dimensioni piuttosto importanti, anche se risulterà per quanto possibile nascosta lungo la linea dell'attaccatura dei capelli. Questo può rappresentare un problema per gli uomini, perché le incisioni circoscritte sul cuoio capelluto possono effettuarsi in ben pochi casi, soprattutto per chi ha i capelli molto corti o è calvo.
L’operazione di rimodellamento della fronte dura in media dalle 2 alle 3 ore e richiede almeno una settimana di recupero postoperatorio.
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Riferimenti bibliografici:
https://www.topchirurgiaestetica.it/rimodellamento-osseo-frontale-roma.html
https://www.kamolhospital.com/it/service/fronte/